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domenica 29 gennaio 2012

Scalfaro/ Il presidente dei "non ci sto" Dal bolerino agli Interni, ai no a Berlusconi dal Colle





Scalfaro/ Il presidente dei "non ci sto"
Dal bolerino agli Interni, ai no a Berlusconi dal Colle

Roma, 29 gen. (TMNews) - Oscar Luigi Scalfaro era nato a Novara
il 9 settembre 1918. Magistrato, deputato all'Assemblea
Costituente, e` stato il nono Presidente della Repubblica, dal
1992 al 1999. Fu eletto deputato ininterrottamente dal 1946 al
1992, quando, durante la sua presidenza della Camera dei
deputati, fu eletto Presidente della Repubblica. In precedenza
era stato Ministro dell'Interno nel Governo Craxi I. Era senatore
a vita aderente al Partito Democratico. Di Scalfaro bisogna
inoltre ricordare che, insieme a Sandro Pertini (che presiedette
come membro anziano il Senato nel 1987) ed Enrico De Nicola
(presidente della Camera, del Senato e della Repubblica dal 1º
gennaio all'11 maggio 1948), ha ricoperto tutte le tre più alte
cariche dello Stato: è infatti stato Presidente della Repubblica
e Presidente della Camera, oltre ad avere presieduto
provvisoriamente il Senato all'inizio della XV Legislatura.

Cattolico fervente, dei molti episodi che hanno caratterizzato la
vicenda umana e politica di Oscar Luigi Scalfaro bisogna
ricordare il `caso del prendisole' quando cioe` nel 1950, nel
ristorante romano "da Chiarina", il giovane deputato, insieme ai
colleghi di partito Sampietro e Titomanlio, ebbe un vivace
alterco con una giovane signora, Edith Mingoni in Toussan, da lui
pubblicamente ripresa in quanto il suo abbigliamento era
sconveniente poiché mostrava le spalle nude. Secondo una
ricostruzione de Il Foglio, la signora si sarebbe tolta un
bolerino a causa del caldo e Scalfaro avrebbe attraversato la
sala per gridarle: "È uno schifo! Una cosa indegna e abominevole!
Lei manca di rispetto al locale e alle persone presenti. Se è
vestita a quel modo è una donna disonesta. Le ordino di rimettere
il bolerino!". Sempre secondo questa fonte, Scalfaro sarebbe
uscito dal locale e vi sarebbe rientrato con due poliziotti.
L'episodio terminò perciò in questura, ove la donna, militante
del Movimento Sociale Italiano, querelò Scalfaro ed il collega
Sampietro per ingiurie. La vicenda tenne banco sui giornali e
riviste italiane per lungo tempo: la stampa laica accusava
Scalfaro di "moralismo" e "bigottismo", quella cattolica lo
difendeva. Intervennero nella polemica molti personaggi.

Gic

291103 gen 12

Scalfaro/ Il presidente dei "non ci sto" -2
L'epoca da ministro dell'interno e l'elezione al Colle

Roma, 29 gen. (TMNews) - Per il resto, la carriera di Scalfaro è
stata tutta interna ai palazzi della politica. Durante gli anni
sessanta, Scalfaro non fece mai mistero della sua concezione
anticomunista, tanto da opporsi a ogni tentativo di `apertura a
sinistra`. Negli anni settanta, invece, dopo aver tentato di dar
vita a una sua corrente nella Dc, visse un periodo in ombra, che
terminò nel 1983, quando cioe` fu richiamato al governo da Giulio
Andreotti come ministro dell'Interno fino al 1987. Anni
difficili, quelli della sua permanenza al Viminale, che furono
segnati dalla Strage del Rapido 904 (dicembre 1984),
dall'omicidio da parte delle Brigate Rosse dell'economista Ezio
Tarantelli (marzo 1985) e dalla recrudescenza dell'attività della
mafia, che nel 1985 tentò l'omicidio del giudice Carlo Palermo ed
uccise importanti esponenti delle forze dell'ordine in Sicilia.
Dopo l`esperienza da ministro e la presidenza della commissione
parlamentare per la ricostruzione in Irpinia, Scalfaro fu eletto
Presidente della Camera dei Deputati il 24 aprile del 1992, anche
se restò per poco tempo in questa carica.

Francesco Cossiga si dimise da Presidente della Repubblica nello
stesso mese e l'elezione del successore si trascinò in una serie
di votazioni parlamentari senza risultato (Forlani e Vassalli non
raggiunsero il quorum); la strage di Capaci con il massacro di
Falcone e della scorta dette uno scossone alla vita politica
italiana e Scalfaro, sino ad allora considerato un outsider nella
corsa al Quirinale, fu eletto alla massima carica istituzionale
del Paese subito dopo il tragico evento. "Sponsor" politico di
Scalfaro fu allora Marco Pannella, leader del Partito Radicale.
Comunque, il 25 maggio 1992 Scalfaro fu eletto Capo dello Stato
(al sedicesimo scrutinio) con 672 voti, espressi dai
democristiani, dai socialisti, dai socialdemocratici, dai
liberali, dal PDS, dai Verdi, dai Radicali e dalla Rete.

Gic

291103 gen 12

 Scalfaro/ Il presidente dei "non ci sto" -3
Celebri le sue contrapposizioni con Berlusconi

Roma, 29 gen. (TMNews) - La sua permanenza al Quirinale verr
ricordata come una delle presidenze pi controverse della storia
repubblicana: bench fortemente sostenuto dai partiti politici
sopravvissuti al turbine di Tangentopoli, la figura di Scalfaro
ha ingenerato forti contrapposizioni, fronteggiate con una
decisione che nessuno avrebbe saputo prevedere da un politico
approdato quasi per caso al Quirinale. Durante il settennato,
Scalfaro si trov infatti a dover nominare numerosissimi governi,
di cui due tecnici: Amato I, Ciampi, Berlusconi I, Dini, Prodi I
e D'Alema I.

I guai cominciarono nel 1993, quando ci fu un grave scandalo per
alcuni fondi neri del Sisde versati a favore di alcuni funzionari
dei servizi segreti. In una girandola di indagini, colpi di scena
e accuse reciproche tra istituzioni, Scalfaro prese la parola la
sera del 3 novembre 1993, quando si present in televisione, a
reti unificate e interrompendo la partita di Coppa Uefa tra
Cagliari e la squadra turca del Trabzonspor, con un messaggio
straordinario alla nazione nel quale pronunci l'espressione "Non
ci sto", parl di "gioco al massacro" e diede una chiave di
lettura dello scandalo come di una rappresaglia della classe
politica travolta da Tangentopoli nei suoi confronti.

Celebre anche il suo scontro con Silvio Berlusconi. Dopo le
elezioni del 1994, in seguito alla vittoria elettorale del Polo
delle Libert, al momento in cui Silvio Berlusconi stava
predisponendo la lista dei ministri, Scalfaro ritenne sgraditi
alcuni nomi, tra cui spiccava la nomina di Cesare Previti (che
era indagato ma non ancora condannato) ancora al Ministero della
Giustizia, spostato alla Difesa e sostituito da Alfredo Biondi
nel ruolo di Guardasigilli. In un colloquio preliminare con il
futuro Presidente del Consiglio, a Scalfaro fu attribuita la
frase "Devo insistere: per motivi di opportunit quel nome non
pu andare".

Gic

291104 gen 12

Scalfaro/ Il presidente dei "non ci sto" - 4
Il post Mani pulite e l'appoggio al centrosinistra

Roma, 29 gen. (TMNews) - Il comune favore riservatogli dai nuovi
partiti emersi dal crollo della cosiddetta "Prima Repubblica" si
spaccò quando - nel dicembre del 1994 - invece di sciogliere le
Camere dopo le dimissioni del governo uscito dalle elezioni di
sei mesi prima (come richiesto insistentemente dall'uscente
premier Berlusconi), tentò con successo di formare un nuovo
governo in base al dettame costituzionale secondo il quale, una
volta eletto dal popolo sovrano, la sovranità è esercitata dal
Parlamento; a sostegno della sua iniziativa fu ricordato che la
Costituzione prevede che la funzione di deputati e senatori della
Repubblica sia esercitata senza vincoli di mandato, onde è
consentito cambiare schieramento ed appoggiare formazioni
politiche diverse dalla lista in cui si è stati eletti. Quando
Scalfaro svolse le consultazioni, ascoltò anche le componenti
interne ai partiti per comprendere se vi erano in Parlamento i
voti per un'ipotesi di "governo tecnico": in un famoso discorso
di fine anno invitò Berlusconi ad un passo indietro, promettendo
che il nuovo governo avrebbe avuto un incarico a termine ed un
presidente di fiducia dello stesso Berlusconi. Questi scelse il
suo Ministro del Tesoro Lamberto Dini, ed assistette nell'anno
successivo al progressivo spostamento dell'asse del governo così
nato verso il centro-sinistra, che vinse le successive elezioni.

Da quel momento, il ruolo superpartes di Scalfaro fu messo sempre
in discussione, tanto piu` che, non appena termino` il suo
mandato e fu eletto senatore a vita, Scalfaro si presento' in
Senato a votare la fiducia al governo D'Alema. Alla fine della
sua carriera, Scalfaro e` stato chiamato a svolgere il ruolo di
Presidente provvisorio del Senato, fino all'elezione alla
presidenza di Franco Marini, da lui sostenuto. Il 19 maggio 2006,
come già aveva anticipato, ha votato la fiducia al governo Prodi
II. Durante la XV Legislatura ha votato più volte in favore del
governo Prodi e della maggioranza di centro-sinistra, anche in
occasioni determinanti e con voti di fiducia. Nel 2007 ha aderito
al Partito Democratico, pur non iscrivendovisi, ed è stato
presidente del Comitato pro Veltroni-Franceschini nel Lazio per
le primarie del 14 ottobre 2007. Da allora, si era ritirato dalla
politica attiva, pur continuando a presiedere l'associazione
Salviamo la Costituzione.

Gic

291104 gen 12


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