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giovedì 16 agosto 2012

La Cancellieri e la riforma delle "polizie".



Riusciranno i nostri eroi a fare un'unica polizia????

FONTE: LAREPUBBLICA.IT


GOVERNO

La Cancellieri e la riforma delle "polizie"
"Non spetta a noi, tocca ai politici"

Il ministro dell'Interno lascia ad un successore "forte di un mandato elettorale" il tema dell'unificazione sotto un unico comando delle forze dell'ordine". E sui tagli: "Non ce ne saranno di nuovi a settembre". Sequestrati alla mafia 4 miliardi di eurodi ALBERTO CUSTODERO

ROMA - Unificare le forze di polizia sotto un unico comando per risparmiare risorse? "Non siamo noi del governo tecnico a dovere fare questa importante modifica dell'assetto strutturale delle "polizie" - ha spiegato il ministro dell'Interno - questa riforma importante ha bisogno di un forte mandato politico elettorale, che solo un ministro nominato dopo elezioni politiche può fare, se ritiene". Con questa risposta, il ministro Cancellieri ha rinviato l'attesa riforma del comparto sicurezza già annunciata, nel 2009, dal suo predecessore. "Sono maturi i tempi - aveva detto Maroni alla festa della Poliza di tre anni fa - per procedere alla revisione dell'amministrazione della Pubblica sicurezza, per evitare sovrapposizioni che posso comprtare diseconomie".

Il tema di non procedere a tagli lineari, ma a una spending review mirata a una riorganizzazione delle polizie è importante e delicato perché le forze dell'ordine, dissanguate dai tagli del governo Berlusconi (2 miliardi e 4 milioni) e da quelli previsti dall'esecutivo sono in ginocchio. Senza soldi per pagare le spese (carburanti, affitti, pulizie, approvigionamenti) e sotto pressione dei fornitori che per esigere i crediti si rivolgono sempre più a procedure legali. Si rende dunque necessario procedere all'eliminazione delle diseconomie, prendendo in considerazione anche i vigili del fuoco, e la "costosa" struttura di prefetti (una quarantina circa), dalla quale dipendono. La conferenza stampa di Ferragosto è stata
preceduta, per la prima volta nella storia del Viminale, da videocollegamenti con tutte le centrali operative delle forze dell'ordine e del soccorso di tutta Italia alla presenza dei giornalisti. Alla fine della conferenza il premier Monti ha telefonato al ministro per accertarsi dell'andamento della giornata.

"No tagli alla cieca".
"Non ci saranno nuovi tagli a settembre - ha assicurato la Cancellieri - L'operazione è già partita e dovremmo vedere nei prossimi provvedimenti di comporre la situazione". "L'impegno - ha spiegato poi - è mantenere la sicurezza facendo tagli mirati e che non colpiscano alla cieca. Lavoreremo dunque affinché i tagli vengano fatti nella maniera più lucida possibile, per salvaguardare l'operatività delle forze dell'ordine". Il ministro ha ammesso alcune difficoltà: "Il turn over del personale - ha spiegato - ci può creare delle difficoltà operative, ma faremo le dovute verifiche. E faremo in modo che i tagli non intacchino l'operatività delle forze dell'ordine". A questo proposito l'Associazione funzionari di polizia denuncia che per il personale i tagli previsti dal governo Monti solo per il personale ammontano a un miliardo e 466 milioni. Ma, incalzata dalle domande sulla spending review, il ministro ad un certo punto ha tagliato corto: "I tagli sono un problema, è vero. Ma vengono fatti non perché qualcuno si diverte ma perché non ci sono risorse". Dunque, "non c'è altra scelta".

Il taglio alle scorte e il riferimento a Biagi. "Il governo - ha annunciato la Cancellieri - farà una razionalizzazione delle scorte anche di primo e secondo livello, ma i tagli verranno fatti con molta attenzione in quanto questo Paese piange ancora morti che non sono stati adeguatamente protetti". Il titolare del Viminale, senza citarlo, ha fatto riferimento al delitto del giuslavorista Marco Biagi (ucciso dalle Bierre il 19 marzo 2002), e alle polemiche, sfociate anche in un processo, sulla scorta che gli fu negata. Il ministro ha dunque precisato che "si agirà senza furori ideologici con l'obiettivo di tagliare dove si annidano gli sprechi".

Ilva. La chiusura dell'Ilva, per il ministro dell'Interno, "è un lusso che non possiamo permetterci. Se l'azienda dovesse chiudere gli impianti avremmo dei problemi drammatici per tutta l'economia del Paese". "Ho fiducia - ha aggiunto - nell'impegno dei ministri Passera e Clini, della magistratura, e di quanti hanno a cuore l'Ilva affinché si possano garantire sicurezza e salute ai cittadini e il lavoro ai dipendenti". Il ministro ha poi sottolineato che in questi giorni sulla vicenda di Taranto si sono sfiorati "momenti delicatissimi". "Non sappiamo come evolverà - ha detto, preoccupata - ma mi auguro che la situazione possa consentire l'attività dell'impresa".

L'ironia coi vigili. "Ma perché vi chiamano ancora pizzardoni?". Piccolo fuori programma e scambio di battute con il comando dei vigili urbani di Roma. Dopo la battuta, la Cancellieri ha invitato il comandante Carlo Buttarelli a lavorare anche nel periodo estivo: "Roma non è andata in ferie, è piena di romani e turisti, mi raccomando proteggeteli".

La sicurezza "finanziata" dalla mafia. Il Viminale ha reso noto un dato molto delicato: l'ammontare esatto del Fondo unico giustizia, ovvero del denaro sequestrato alla mafia o frutto di proventi derivanti dai beni confiscati, immediatamente disponibili per le esigenze di sicurezza. Le risorse nette presenti nel Fondo, al 31 luglio 2012, ammontano a 1 miliardo e 381 milioni di euro. Di queste, 112,5 milioni sono stati elargiti al ministero dell'Interno. Alla mafia sono stati sequestrati beni per un valore di oltre quattro miliardi di euro e arrestati duemila mafiosi tra i quali 18 latitanti di massima pericolosità. Le operazioni di polizia giudiziaria sono state 169 mentre i comuni sciolti per mafia 22. Quanto alle confische e ai sequestri, in un anno lo Stato ha sequestrato 12.139 beni, di cui 723 aziende, per un valore ci 4 miliardi e 124 milioni; 3.218 sono invece i beni confiscati definitivamente alla criminalità organizzata, tra i quali 213 aziende, per un valore complessivo di un miliardo e 567 milioni. La maggior parte del numero dei beni sequestrati e confiscati si trova in Sicilia (5.103, per un valore di 1,6 miliardi), seguita da Campania (3.225 per 1,4 miliardi) e Calabria (2.260 per 0,5 miliardi). La prima regione del Nord è la Lombardia, dove sono stati sequestrati o confiscati 636 beni per un valore complessivo di un centinaio di milioni. In queste quattro regioni, più Lazio e Puglia, si concentra l'87,3% di tutti i beni sequestrati e confiscati alle mafie.

La centrale unica della Sicurezza. Uno dei principali argomenti che riguarda l'unificazione di Carabinieri, guardia di finanza e polizia, non è tanto avere un unico comando che li gestisce (l'Arma già dipende al 90 per cento dal Viminale). Bensì un'unica centrale operativa. Questo è il nervo scoperto delle forze dell'ordine, anche perché la legge prevede questa unificazione delle centrali operative da più di trent'anni. E mai, in questo periodo, è stata attuata la legge. Solo grazie al centralino dei carabinieri (112), evitiamo le sanzioni che l'Ue commina ai Paesi che non hanno ancora introdotto il numero della sicuerezza europea: il 112, appunto. Ma ricondurre le centrali operative sotto un'unico organizzazione, oltre alla mancanza di finanziamenti, è impedita da forti resistenze delle stesse forze dell'ordine, quasi che nessuna voglia cedere il controllo dei propri "centralini" di sicurezza alle altre. O a chiccessia in generale. A tal proposito va detto che a Varese e a Brescia sta avvenendo la prima sperimentazione in Italia del cosiddetto "call center laico", un'iniziativa del Viminale e della Regione Lombardia con lo scopo di convogliare verso il numero unico europeo 112 tutte le chiamate d'emergenza. Il terzo call center sarà istituito a Milano. "L'unificazione delle forze dell'ordine - ha commentato Enzo Letizia, leader dei Funzionari di polizia - può liberare maggiori risorse umane per il controllo del territorio ed i servizi investigativi, ma non si pensi che unificando centralini e sale operative si recuperi il taglio di 18.000 unità nei corpi di polizia. Chi lo dice evita di affrontare il problema del ridimensionamento cui è sottoposto l'intero settore della sicurezza e dimentica che per essere effecienti le forze di polizia hanno bisogno di uomini e mezzi reali per i servizi di volante, per il contrasto alla microcriminalità, per la lotta alle mafie per garantire l'ordine pubblico in tempi in cui la protesta può deviare facilmente in violenza. L'unificazione può aiutare a redistribuire le risorse sul territorio, non certo a giustificare il continuo sforbiciare sui corpi di polizia".

Terremoto: "Vigilerò contro le infiltrazioni". Il ministro dell'Interno ha annunciato la sua presenza, venerdì, nelle zone terremotate dell'Emilia Romagna. "Vado  per dare vita a un gruppo di lavoro interforze di altissima specializzazione tecnica che vigilerà sugli appalti per la ricostruzione per garantire che ogni denaro speso per la ricostruzione sia fatto nel massimo della legalità e senza infiltrazioni della criminalità organizzata".

La sicurezza stradale. Tra il primo agosto dell'anno scorso e il 31 luglio di quest'anno sono morte sulle strade e le autostrade italiane 2.058 persone, quasi sei al giorno, mentre altre 63.397 sono rimaste ferite. Complessivamente si sono verificati 87.605 incidenti, di cui 1.889 con esito mortale. Quanto ai controlli, sono state accertate oltre 2,7 milioni di infrazioni (2.754.372) mentre sono stati 1.819.315 i controlli con etilometri e precursori. Le manifestazioni. Le manifestazioni di piazza, in un periodo di crisi economica, sono cresciute: in un anno se ne sono svolte 10.663, di cui 34.497 a carattere sindacale o occupazionale. In trecentoquattro di queste si sono registrati disordini. Le forze di polizia hanno monitorato 3.051 manifestazioni sportive.
(15 agosto 2012)
 

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