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mercoledì 1 febbraio 2017

Rigopiano: commissione valanghe defini' "area a rischio" nel 1999 =


Rigopiano: commissione valanghe defini' "area a rischio" nel 1999 =
(AGI) - Roma, 1 feb. - Il rischio di valanghe sull'hotel Rigopiano
era stato segnalato gia' 17 anni da una guida alpina, che aveva
presentato al Comune di Farindola una relazione, adesso acquisita
agli atti dell'inchiesta della Procura di Pescara. Il documento e'
pubblicato in esclusiva on line da Tiscali News. La relazione, datata
gennaio 1999 e' firmata da Pasquale Iannetti, guida alpina e membro
della commissione poi disciolta nel 2005. Iannetti riferisce i
risultati di un sopralluogo compiuto nell'area di Rigopiano il 12
gennaio 1999 e segnala che " in merito alla possibilita' di masse
nevose, slavine o valanghe nell'area di Rigopiano non vi e' dubbio
che sia il piazzale antistante il rifugio Tito Acerbo, che la strada
provinciale che porta a Vado del Sole possano essere interessate dal
fenomeno". Descrivendo la situazione in quel momento, dopo le
nevicate cadute il 17 gennaio, cinque giorni dopo il sopralluogo,
Iannetti parla di "rilevanti accumuli nella fascia di carico a quota
1800 metri", e avverte che "se le condizioni della temperatura
dovessero cambiare rapidamente verso valori elevati la neve in
accumulo potrebbe scivolare a valle interessando le zone
sottostanti". Quindi, scriveva la guida alpina, "la zona deve essere
tenuta sotto stretto controllo con un servizio di monitoraggio
continuo". (AGI)
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Rigopiano: commissione valanghe defini' "area a rischio" nel 1999 (2)=
(AGI) - Roma, 1 feb. - La relazione suggerisce al Comune "di
procedere ad approfondire il problema mediante uno studio
dell'area e alla bonifica delle zone di scorrimento". Iannetti
ricorda poi la valanga del 1959 e rileva che "non deve essere
considerato un fenomeno che non si possa ripetere". Quindi,
"per uno studio approfondito il Comune di Farindola dovrebbe
investire le amministrazioni provinciali di Pescara e Teramo ed
anche l'Ente parco Gran Sasso Monti della Laga". Iannetti
propone "sopralluoghi da effettuare in periodi diversi con e
senza la copertura nevosa per individuare le zone di accumulo,
quelle di scorrimento, le zone di esaurimento e gli spazi di
arresto; studio particolareggiato dei percorsi seguiti dalle
valanghe, attraverso la morfologia del terreno e le variazioni
di inclinazione di massima pendenza. Nonche' attraverso
l'analisi di copertura vegetale; ricostruzione della situazione
nivo-climatica del 1959 sulla scorta delle informazioni da
raccogliere tra pastori, residenti, alpinisti; verifica della
velocita' massima teorica raggiungibile da una possibile
valanga. Nella situazione morfologica descritta - conclude la
guida alpina - e' possibile che si verifichino distacchi
secondo varie ipotesi. Solo con uno studio approfondito ed un
monitoraggio costante sara' possibile dare un quadro leggibile
della situazione e fornire gli eventuali interventi". (AGI)
Rap
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