Usa: mutilazioni genitali, una dottoressa rischia ergastolo =
(AGI/AFP) - New York, 14 apr. - Rischia l'ergastolo Jumana Nagarwala,
una dottoressa di pronto soccorso arrestata a Detroit con l'accusa di
aver praticato per 12 anni mutilazioni genitali su bambine tra i sei
anni e gli otto anni di eta'. La polizia e' intervenuta dopo una
segnalazione anonima sugli interventi che venivano eseguiti in un
ambulatorio di Livonia, un sobborgo della metropoli del Michigan
ribattezzato Little Palestine per la presenza di una nutrita
minoranza araba.
La 44enne, adepta di una non meglio specificata religione che
pratica le mutilazioni genitali, operava bambine del Michigan ma
anche altre che venivano portate da altri Stati. In particolare
l'inchiesta e' partita dal caso di due bambine del Minnesota, a cui
fu chiesto di non dire nulla dopo l'intervento. "La signora Nagarwal
e' accusata di aver praticato orribili atti di brutalita' su vittime
particolarmente vulnerabili", ha sottolineato il procuratore. La
dottoressa, interrogata dall'Fbi, ha respinto le accuse. E' accusata
di mutilazioni genitali (pena fino a cinque anni), falsa
testimonianza e trasporto di minori finalizzato a pratiche sessuali
criminali e proprio per quest'ultimo reato, se condannata, rischia il
carcere a vita.
Le mutilazioni genitali femminili su minori di 18 anni sono
illegali negli Stati Uniti dal 1996. Nel 2006 un immigrato etiope era
stato condannato a 10 anni per aver mutilato la figlia di due anni
con un paio di forbici. Ma questa e'la prima volta che viene
incriminato un medico per una pratica che nel 2012 le autotita' Usa
stimavano che in America potesse riguardare mezzo milione di donne e
bambine, tra quelle che l'hanno subita e quelle che sono a rischio.
L'Onu calcola che nel mondo siano 200 milioni le vittime di una
qualche forma di mutilazione genitale femminile, una pratica
tradizionale molto diffusa nell'Africa sub-sahariana che prevede
l'asportazione totale o parziale della clitoride o altri interventi
sui genitali. (AGI)
Sar
141131 APR 17
NNNN
una dottoressa di pronto soccorso arrestata a Detroit con l'accusa di
aver praticato per 12 anni mutilazioni genitali su bambine tra i sei
anni e gli otto anni di eta'. La polizia e' intervenuta dopo una
segnalazione anonima sugli interventi che venivano eseguiti in un
ambulatorio di Livonia, un sobborgo della metropoli del Michigan
ribattezzato Little Palestine per la presenza di una nutrita
minoranza araba.
La 44enne, adepta di una non meglio specificata religione che
pratica le mutilazioni genitali, operava bambine del Michigan ma
anche altre che venivano portate da altri Stati. In particolare
l'inchiesta e' partita dal caso di due bambine del Minnesota, a cui
fu chiesto di non dire nulla dopo l'intervento. "La signora Nagarwal
e' accusata di aver praticato orribili atti di brutalita' su vittime
particolarmente vulnerabili", ha sottolineato il procuratore. La
dottoressa, interrogata dall'Fbi, ha respinto le accuse. E' accusata
di mutilazioni genitali (pena fino a cinque anni), falsa
testimonianza e trasporto di minori finalizzato a pratiche sessuali
criminali e proprio per quest'ultimo reato, se condannata, rischia il
carcere a vita.
Le mutilazioni genitali femminili su minori di 18 anni sono
illegali negli Stati Uniti dal 1996. Nel 2006 un immigrato etiope era
stato condannato a 10 anni per aver mutilato la figlia di due anni
con un paio di forbici. Ma questa e'la prima volta che viene
incriminato un medico per una pratica che nel 2012 le autotita' Usa
stimavano che in America potesse riguardare mezzo milione di donne e
bambine, tra quelle che l'hanno subita e quelle che sono a rischio.
L'Onu calcola che nel mondo siano 200 milioni le vittime di una
qualche forma di mutilazione genitale femminile, una pratica
tradizionale molto diffusa nell'Africa sub-sahariana che prevede
l'asportazione totale o parziale della clitoride o altri interventi
sui genitali. (AGI)
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