MERCOLEDÌ 05 FEBBRAIO 2020 12.02.44
Incidenti, Pol. Stradale: stima morti 2018 in aumento, 9 al giorno
Incidenti, Pol. Stradale: stima morti 2018 in aumento, 9 al giorno Ma dal 2001 quasi dimezzati, "è un problema di educazione" Roma, 5 feb. (askanews) - "Non abbiamo ancora il dato Istat del 2019 consolidato, ma c'è una prima stima semestrale che indicherebbe un aumento dei morti del +1,3% rispetto al dato del 2018, che era di 3334: e cioè nel 2018 9 morti al giorno e 660 feriti al giorno". Lo ha detto il direttore della Polizia stradale Giovanni Busacca, a margine di un evento alla Stampa estera sui sistemi alcohol interlock organizzato dalla Fondazione Ania. "I primi giorni di quest'anno si sono aperti con incidenti mortali e plurimortali gravissimi - ha ricordato Busacca - bisogna dire una cosa chiara e netta: non si guida dopo aver assunto alcol, senza se e senza ma. Dobbiamo riportare al centro dell'attenzione la responsabilità di ciascuno di noi, di ogni cittadino: non è possibile condurre veicoli dopo aver assunto sostanze alcoliche, non ci sono vie di mezzo. Se si guida, non si è bevuto. Non è possibile affidare tutto alla sanzione: bisogna ricominciare dalle scuole, è un problema di educazione, cultura e conoscenza di ciò che avviene quando ci si mette alla guida dopo aver bevuto". "Il 2001 - ha ricordato - aveva segnato l'inizio del nostro impegno europeo e avremmo dovuto, entro 10 anni, al termine del 2010, ridurre del 50% i morti. Il 2000 si era chiuso con 4114 decessi, nel 2010 non siamo arrivati all'obiettivo europeo, ma dal 2001 al 2018 siamo passati in Italia da 7096 decessi a 3334. Siamo riusciti in qualche modo, con l'impegno, l'educazione, le campagne di sensibilizzazione: la battaglia non è perduta, si può vincere e in Europa l'Italia non è il fanalino di coda. La cosa che ci preoccupa di più sono i bambini, i giovani e gli anziani. Solo queste tre fasce, i bambini 0-14, giovani 15-29 e gli anziani, nel 2018 sono la metà dei decessi di tutto l'anno: rispetto a 3334 il nostro futuro è la metà del bilancio". "I quattro killer sono la velocità, alcol e droga, la precedenza e la disattenzione: dobbiamo dirlo, non si può guidare mandando messaggi. Il prossimo esame per l'Italia è quest'anno al 31 dicembre: dovremmo arrivare a 2050 vittime, non è tutto perduto, è possibile ancora farcela, ma bisogna rimettere l'attenzione sulla responsabilità individuale, non si può aspettare il controllo di Polizia per poi accorgersi che si è bevuto o assunto droga. Non è un comportamento responsabile", ha concluso il direttore della Stradale". Sav 20200205T120236Z
Incidenti, Pol. Stradale: stima morti 2018 in aumento, 9 al giorno
Incidenti, Pol. Stradale: stima morti 2018 in aumento, 9 al giorno Ma dal 2001 quasi dimezzati, "è un problema di educazione" Roma, 5 feb. (askanews) - "Non abbiamo ancora il dato Istat del 2019 consolidato, ma c'è una prima stima semestrale che indicherebbe un aumento dei morti del +1,3% rispetto al dato del 2018, che era di 3334: e cioè nel 2018 9 morti al giorno e 660 feriti al giorno". Lo ha detto il direttore della Polizia stradale Giovanni Busacca, a margine di un evento alla Stampa estera sui sistemi alcohol interlock organizzato dalla Fondazione Ania. "I primi giorni di quest'anno si sono aperti con incidenti mortali e plurimortali gravissimi - ha ricordato Busacca - bisogna dire una cosa chiara e netta: non si guida dopo aver assunto alcol, senza se e senza ma. Dobbiamo riportare al centro dell'attenzione la responsabilità di ciascuno di noi, di ogni cittadino: non è possibile condurre veicoli dopo aver assunto sostanze alcoliche, non ci sono vie di mezzo. Se si guida, non si è bevuto. Non è possibile affidare tutto alla sanzione: bisogna ricominciare dalle scuole, è un problema di educazione, cultura e conoscenza di ciò che avviene quando ci si mette alla guida dopo aver bevuto". "Il 2001 - ha ricordato - aveva segnato l'inizio del nostro impegno europeo e avremmo dovuto, entro 10 anni, al termine del 2010, ridurre del 50% i morti. Il 2000 si era chiuso con 4114 decessi, nel 2010 non siamo arrivati all'obiettivo europeo, ma dal 2001 al 2018 siamo passati in Italia da 7096 decessi a 3334. Siamo riusciti in qualche modo, con l'impegno, l'educazione, le campagne di sensibilizzazione: la battaglia non è perduta, si può vincere e in Europa l'Italia non è il fanalino di coda. La cosa che ci preoccupa di più sono i bambini, i giovani e gli anziani. Solo queste tre fasce, i bambini 0-14, giovani 15-29 e gli anziani, nel 2018 sono la metà dei decessi di tutto l'anno: rispetto a 3334 il nostro futuro è la metà del bilancio". "I quattro killer sono la velocità, alcol e droga, la precedenza e la disattenzione: dobbiamo dirlo, non si può guidare mandando messaggi. Il prossimo esame per l'Italia è quest'anno al 31 dicembre: dovremmo arrivare a 2050 vittime, non è tutto perduto, è possibile ancora farcela, ma bisogna rimettere l'attenzione sulla responsabilità individuale, non si può aspettare il controllo di Polizia per poi accorgersi che si è bevuto o assunto droga. Non è un comportamento responsabile", ha concluso il direttore della Stradale". Sav 20200205T120236Z
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