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mercoledì 16 agosto 2023

Storia del salario minimo, di quel che non si dice o si falsifica. (a cura di Enrico Corti)

 

Storia del salario minimo, di quel che non si dice o si falsifica.

 

Giuseppe Di Vittorio - anni 50;

“il salario deve migliorare le condizioni dei lavoratori ma deve servire anche per modificare i rapporti di potere tra classe imprenditoriale e classe lavorartici“;

“la contrattazione confederale dev’essere sostituita da quella articolata, categoriale e territoriale e poi aziendale“;

“i padroni, devono rinunciare all’idea di rendere schiavi i lavoratori e il fascismo non può rientrare nelle fabbriche“;

“dall’ Art. 39 della Costituzione si deve rendere obbligatorio con legge l’applicazione per tutti i lavoratori dei contratti collettivi firmati dai sindacati rappresentativi“.

 “da parlamentare alla Camera propone lo Statuto dei Lavoratori, poi approvato nel 1970“; nel 1954 propone una legge sul salario minimo.

Maurizio Landini - 2023

“si va in piazza perché crescono i poveri“

La giusta riflessione che fa il compagno Beppe Casadio sulla differenza tra sindacato generale e sindacato corporativo, suppongo che parta della scissione confederale del 1948 finanziata dai sindacati americani per la nascita in Italia di sindacati liberi (dal social-comunismo); in parte sanata negli anni 60/70 dalle lotte sindacali unitarie gestite dalle Federazioni di categoria e dai Consigli di Fabbrica. (non già dalla Federazione Unitaria); l’unità di base ha indotto la Cisl a modificare il significato della L. da Liberi a Lavoratori.

Pur tuttavia, ciò non è avvenuto a livello europeo e la L. sta ancora per liberi, con l’aggravante che anche la Cgil, rimasta orfana della FSM, a questa organizzazione sindacale internazionale di matrice corporativa si è federata.

La Cisl è sempre stata contraria all’applicazione dell’Art. 32 della Costituzione in quanto lo ritiene un depotenziamento del suo teorico potere contrattuale esplicitamente di natura consociativa; negli ultimi 30 anni la capacità contrattuale dei sindacati italiani ha dovuto subire una perdita del 3% della media salariali; negli altri paesi europei la media dell’aumento salariale è stato attorno al 30/40%.  Da uno studio della Key4biz, nel 2022 i profitti delle imprese italiane sono aumentati del 47,5%; quindi i rapporti di potere si sono nettamente spostati a favore della classe padronale, ma la Cisl non se ne è accorta disconoscendo il concetto di classe.

            Luigi Sbarra 2023

Il pensiero unico Meloni/Sbarra sul consociativismo corporativista ha motivato l’incontro nell’aprile di quest’anno richiesto dallo stesso Sbarra (a nome della sola Cisl) con “il Presidente“ del Consiglio per presentargli una proposta di legge su democrazia e economia, argomenti come si sa di competenza non parlamentare ma sindacale (?). Per una vera unità e la difesa dei lavoratori, nella Cisl deve maturare una cultura che veda nel sindacato non il traguardo da raggiungere, ma lo strumento strutturalmente autonomo che sappia traguardare l’azione per modificare i sostanziali rapporti tra padronato e lavoratori; e non è certo il consociativismo dalla matrice mussoliniana e del “siamo una famiglia voleseme bene“ che lo può fare.

Ovviamente la passionaria della Garbatella, da vera consociativista per conto degli imprenditori; dopo aver sbeffeggiato la rappresentatività delle organizzazioni sindacali anche in occasione del primo Maggio, quindi del loro potere contrattuale; ora per dire no al salario minimo, la presa in giro sulla contrattualizzazione di tutti salari; si è così auto appesa al petto la medaglia per aver approfondito la crisi dell’unità sindacale.

Seppur con semplicismo, credo che l’esame su cosa dicono; hanno fatto dicono e fanno vari dirigenti sindacali, rispecchia meglio di ogni altra considerazione l’abisso in cui si è fatto precipitare la condizione dei lavoratori dipendenti italiani; aiutata dal miope e sordo finto dibattito in corso sul salario minimo.

Oltre l’andare in piazza, alla Cgil il compito di organizzare e seguire con iniziative quotidiane i sotto salariati (oggi figli di nessuno); i disoccupati; i precari; quelli a partita Iva; i giovani; il femminile.

Enrico Corti

16 agosto 2023

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