ATTO CAMERA
ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/01627/027
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 19Seduta di annuncio: 220 del 29/12/2023
Firmatari
Primo firmatario: ZAN ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Data firma: 29/12/2023
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma DI BIASE MICHELA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 29/12/2023 SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 29/12/2023 GIANASSI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 29/12/2023 LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA 29/12/2023
Stato iter:
29/12/2023
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 29/12/2023 ALBANO LUCIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE) DICHIARAZIONE VOTO 29/12/2023 Resoconto ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO - ITALIA DEMOCRATICA E PROGRESSISTA
Fasi iter:
NON ACCOLTO IL 29/12/2023
PARERE GOVERNO IL 29/12/2023
DISCUSSIONE IL 29/12/2023
RESPINTO IL 29/12/2023
CONCLUSO IL 29/12/2023
Ordine del Giorno 9/01627/027
La Camera,
premesso che:
nella Legge di bilancio per il 2024 il Governo per la giustizia ha stanziato risorse pari allo zero, senza, peraltro, minimamente ristorare i pesanti tagli operati nella scorsa legge di bilancio;
nel piano pluriennale di bilancio è inoltre prevista una contrazione del 10 per cento delle risorse assegnate alla giustizia, da 11 miliardi a 10 miliardi di euro, e questo rischia di portare al collasso il sistema, altro che recupero di efficienza della giustizia;
al di là degli annunci roboanti del Governo, siamo in presenza di una grave carenza di risorse, sia finanziarie sia organizzative, aggravata dalla totale assenza di stanziamenti previsti nella manovra per il 2024, e dai tagli effettuati e mai ristorati effettuati nella Legge di bilancio per il 2023, tagli molto pesanti in particolare per quanto riguarda il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, responsabile degli aspetti organizzativi dell'esecuzione penale negli istituti penitenziari e della gestione del personale amministrativo e di polizia penitenziaria, il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità, che si occupa dell'esecuzione penale per i minori, dell'esecuzione penale esterna e messa alla prova degli adulti, e che in qualità di autorità centrale cura i rapporti tra Stati in materia di sottrazione internazionale dei minori;
l'amministrazione penitenziaria rappresenta un comparto fondamentale della pubblica amministrazione;
le significative riduzioni di spesa stanno incidendo pesantemente sulla tenuta di un sistema oggettivamente fragile, interrompendo il difficile percorso di risanamento avviato negli ultimi anni, in particolare, rischiano di essere colpite le attività trattamentali delle persone detenute nell'ambito dei percorsi di reinserimento e, allo stesso tempo, rischia di rallentare il percorso delle nuove assunzioni di personale, fondamentale per garantire la funzionalità degli istituti e, con essa, dignitose condizioni di vita delle persone private della libertà personale: i minori, categoria fragile e interprete «principe» dei principi costituzionali, rischiano di rimanere schiacciati in un sistema asfittico e che invece di evolvere in linea con i principali paesi europei guarda, pericolosamente, all'indietro;
si aggiunga, inoltre, che le riduzioni di spesa operano nel quadro di una manovra di finanza pubblica che non prevede altra misura relativa al comparto penitenziario, in particolare, laddove vengono previste risorse per l'edilizia giudiziaria, manca del tutto qualunque previsione in materia di edilizia e architettura penitenziaria e di gestione degli spazi a fini di riduzione del sovraffollamento e trattamentali;
per realizzare la funzione rieducativa della pena, così come delineata nella nostra Costituzione, occorrono investimenti sul personale e investimenti sulle strutture, come dimostrano tutti gli studi condotti sul tema anche a livello europeo e internazionale;
il ruolo che in questo percorso trattamentale assumono gli spazi detentivi è fondamentale: è necessario procedere alla riqualificazione dei luoghi dell'esecuzione penale, che devono essere progettati e definiti in funzione dell'organizzazione di efficaci percorsi trattamentali di reinserimento sociale di coloro che hanno commesso reati ma anche in funzione del personale che nelle carceri lavora e vive ogni giorno, e di tutti i cittadini: se la pena riesce a svolgere una funzione rieducativa ed emancipante, il rischio di recidiva diminuisce sensibilmente. Questo permette di ridurre l'illegalità e quindi di aumentare la sicurezza, a beneficio di tutta la collettività;
il contenimento del tasso di recidiva è strettamente collegato al percorso trattamentale che viene offerto ai detenuti, in attuazione dell'articolo 27 della Costituzione;
con l'approvazione, inoltre, del cosiddetto «decreto Caivano» si è scelto di indebolire pesantemente, in modo del tutto ingiustificabile, proprio quel modello italiano con un basso livello di reclusione dei minori (nel 2022, a fronte di circa quattordicimila arresti, erano meno di quattrocento i giovanissimi presenti negli istituti penali per minorenni) che è guardato con grande interesse nel resto del mondo, in quanto particolarmente sensibile all'istanza di reinserimento sociale del minore, in linea con l'articolo 27 della Costituzione e con il legame – da esso consacrato – tra rieducazione e umanità della pena, laddove, in particolare, la prevenzione e il contrasto della criminalità giovanile deve necessariamente passare per un irrobustimento delle infrastrutture educative, sociali, culturali e di comunità che – sole – possono consentire di sottrarre i minori al circuito della criminalità; tutto al contrario, il decreto-legge si caratterizza per un ricorso sproporzionato allo strumento penale e, viceversa, per una attenzione minima all'articolazione di politiche educative, sociali e culturali idonee a favorire il recupero dei minori; sproporzione che emerge con grande chiarezza, sol che si pensi che – per fare un esempio – allo strumento penale viene addirittura affidato il contrasto all'abbandono scolastico,
impegna il Governo
a ripristinare, nonché ad incrementare, dal primo provvedimento
utile, le risorse tagliate con la Legge di bilancio per il 2023 al
Dipartimento della amministrazione penitenziaria e al Dipartimento per
la giustizia minorile e di comunità, nonché, per garantire e
implementare la funzionalità e l'organizzazione degli uffici e delle
strutture di esecuzione penale esterna e per la messa alla prova, anche
al fine di favorire il decremento della popolazione penitenziaria e
concorrere così a determinare positivi effetti anche in termini di
complessiva sicurezza sociale in ragione della conseguente riduzione
della recidiva, e per assicurare la piena operatività degli uffici
territoriali del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità
del Ministero della giustizia, aumentarne la dotazione organica,
potenziando gli organici dei funzionari della professionalità giuridico
pedagogica, di servizio sociale e di mediatore culturale, ad
incrementare ulteriormente il numero dei direttori di istituto, per
porre fine al fenomeno delle direzioni cosiddette «a scavalco», nonché
ad implementare la dotazione organica della polizia penitenziaria,
nonché ad aumentare e potenziare inoltre le risorse, presso il Ministero
della giustizia, riconducibili al Fondo destinato ad interventi
straordinari sulle carceri e per l'architettura penitenziaria, per
l'elaborazione e la realizzazione di un modello coerente con l'idea di
rieducazione e per interventi puntuali di manutenzione sulle strutture
esistenti, con una particolare attenzione alle strutture penitenziarie
minorili, nonché ad aumentare gli investimenti nella giustizia
riparativa e ad incrementare il fondo per le detenute madri.
9/1627/27. Zan, Di Biase, Serracchiani, Gianassi, Lacarra.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):esecuzione della sentenza
amministrazione del personale
reinserimento sociale
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