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mercoledì 5 giugno 2024

Da broccoli a Broker. ( a cura di Enrico Corti)

 

Da broccoli a Broker.

Come la gran parte della Rai e la totalità di Mediaset; con altra servitù informatica varia ingaggiati da Tele-Meloni; le poche reti rimaste senza visibile bavaglio-mascherina anti-epidemia alla moda si accaniscono sul tema “però mentre la destra è unita, la sinistra non è capace di unirsi in un campo largo“.

A nessuno della totalità di tutti questi si accende una lampadina per mettere in luce la radice di questo finto dilemma strutturale; cioè, alla destra partigiana del libero interesse privato e personale da difendere, viene spontaneo unirsi per salvaguardare i propri portafogli; la sinistra, almeno teoricamente, deve difendere idealmente i bisogni pubblici, dei lavoratori e della popolazione meno abbiente, quindi l’unità non è interessatamente spontanea ma tutta da costruire quotidianamente.

È vero che questo avveniva con dirigenti della qualità di Gramsci, Togliatti, Ingrao, Di Vittorio, Berlinguer (non perdonato sul grave errore commesso in merito all’ombrello protettivo NATO, ora smascherato come strumento non difensivo ma offensivo guerrafondaio); ma tali dirigenti oggi sono scomparsi e sono difficilmente rimpiazzabili.

Quel che attualmente è controproducente nella sinistra, è il ricorrere costantemente a nostalgici periodi passati, che di fatto legittimano il piagnucolare dei commentatori (politici e mediatici) chiamati progressisti; che sostanzialmente consentono l’affermarsi nel sistema di personaggi quali Massimo D’Alema, neo-iscritto alla categoria dei Broker Advisor; procuratori di affari privati nel mondo della corruzione ed essi stessi imprenditori fautori del libero profitto.   

Da quel permanente tattico che è sempre stato; funzionale alla strategia “democratica-imperiale occidentale Monroiana impicciona“, D’Alema, fu il primo italiano della sinistra “neo-liberal“ fatto Presidente del Consiglio; per conto della Nato nel 1999 e per 78 giorni ha consentito il bombardamento di Belgrado con aerei che partivano dall’Italia da Aviano, che hanno causato 2.500 morti e 12.000 feriti.

L’attuale premier Serba Ana Brnabic ha recentemente definito l’attacco del 1999 un’aggressione; il Ministro della Difesa Aleksandar Vulin ha descritto i bombardamenti NATO acconsentiti da D’Alema come  “l’ultimo grande crimine internazionale del 20° secolo“; a 25 anni di distanza, la “questione Kossovo“ risulta ancora irrisolta.

L’immemore del citato crimine commesso Massimo D’Alema, recentemente in occasione del Salone del Libro di Tortino ha sentenziato; “il marxismo leninismo non esiste più“; omettendo d’aggiungere per la sua innata modestia “anche per merito mio“; facendo scuola d’opportunismo a Matteo Renzi, Enrico Letta, Carlo Calenda ecc.; cestinatori della speranza dei lavoratori per la conquista dell’uguaglianza sociale.

In assenza di volontà e di capacità riflessiva sui problemi politici strutturali in generale, e della sinistra in particolare, anche i media cosiddetti non dipendenti da tele Meloni sono morbosamente concentrati sulla personalità della Giorgia; sbattendocela a piè sospinto davanti ai nostri stanchi e maltrattati occhi; così involontariamente immortalandosi anch’essi come cassa di risonanza propagandistica della burina populista.

Agli insoddisfatti per l’obbrobrio umano a cui stiamo assistendo, si consiglia di recarsi comunque alle urne l’8 o il giugno, anche solo per imbucare scheda bianca al fine di ridimensionare la sfottente e maleducata superbia della Giorgia; falsamente presentata come maggioranza.

Enrico Corti

5 giugno 2024

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