Giuseppe Salamone
MA E' IL PD O NETFLIX?
“Definire il pluralismo una scusa vi sembra normale? Cos’è il contrario di pluralismo: pensiero unico? Preferisco il pluralismo”. Così la Schlein ha replicato a Conte sull’ambiguità del Pd a proposito dell’escalation in Ucraina. Quella del pluralismo nei partiti è una questione serissima. Ma bisogna intendersi sulle parole. Ogni partito che si rispetti ha una linea chiara sui fondamentali: politica economica ed estera in primis: la detta il segretario che ha la maggioranza. Poi c’è la minoranza, che ha posizioni diverse e cerca di raccogliere consensi per farla prevalere e cambiare segretario. Fanno eccezione le questioni di coscienza su particolari istanze morali o religiose, trasversali all’asse maggioranza-minoranza: fine vita, aborto, procreazione assistita, adozioni gay ecc. Questo è il pluralismo, che è tutt’altra cosa dal casino organizzato e cacofonico del Pd, del tutto speculare a quello delle tre destre. In 20 mesi di governo Meloni, il Pd di Schlein ha sempre votato come FdI, Lega e FI in Italia e in Europa sui temi cruciali di politica estera: sempre più armi a Kiev, riarmo Ue per una economia di guerra (anche con fondi del Pnrr e un nuovo Recovery militare), risoluzione Von der Leyen per un conflitto infinito fino alla “sconfitta della Russia” e alla riconquista di tutti i territori occupati, Crimea inclusa. Una linea che più chiara non si può: quella di Enrico Letta (ma allora tanto valeva tenerselo).
Poi però, in vista delle elezioni, la segretaria Schlein (non l’opposizione interna) candida Strada, Tarquinio e Cristallo, tre pacifisti che dissentono in toto dalla sua linea (tutti contrari all’invio di armi, uno favorevole financo a sciogliere la Nato). Ma non la cambia, anzi seguita a prendere le distanze dai tre, usati come foglie di fico per coprire le vergogne del Pd e far dimenticare agli elettori pacifisti i voti bellicisti e a quelli bellicisti i candidati pacifisti. Più che pluralismo, paraculismo. Idem sulla politica economica europea made in Gentiloni: Schlein attacca la Meloni perché ingoia il Patto di Stabilità lacrime e sangue firmato Gentiloni, su cui poi il Pd si astiene come FdI&Lega. Pluralismo? No, paraculismo per gabbare sia gli elettori pro austerità sia quelli anti. Ma che partito è quello che nasconde la sua politica estera ed economica, cioè le scelte fondamentali dell’Ue che dice di voler cambiare dopo aver fatto di tutto per lasciarla com’è, e intanto caccia la sua vicesegretaria a Verona perché non vota la legge Zaia sulla fine vita per motivi di coscienza? Un partito à la carte, con un menu per ogni gusto e palato. Un partito Netflix, dove ciascuno clicca on demand sul programma preferito. Un partito che può anche riuscire a gabbare gli elettori con i teatrini sul finto derby Elly-Giorgia. Ma poi come fa a governare? (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
T.me/GiuseppeSalamone
“Definire il pluralismo una scusa vi sembra normale? Cos’è il contrario di pluralismo: pensiero unico? Preferisco il pluralismo”. Così la Schlein ha replicato a Conte sull’ambiguità del Pd a proposito dell’escalation in Ucraina. Quella del pluralismo nei partiti è una questione serissima. Ma bisogna intendersi sulle parole. Ogni partito che si rispetti ha una linea chiara sui fondamentali: politica economica ed estera in primis: la detta il segretario che ha la maggioranza. Poi c’è la minoranza, che ha posizioni diverse e cerca di raccogliere consensi per farla prevalere e cambiare segretario. Fanno eccezione le questioni di coscienza su particolari istanze morali o religiose, trasversali all’asse maggioranza-minoranza: fine vita, aborto, procreazione assistita, adozioni gay ecc. Questo è il pluralismo, che è tutt’altra cosa dal casino organizzato e cacofonico del Pd, del tutto speculare a quello delle tre destre. In 20 mesi di governo Meloni, il Pd di Schlein ha sempre votato come FdI, Lega e FI in Italia e in Europa sui temi cruciali di politica estera: sempre più armi a Kiev, riarmo Ue per una economia di guerra (anche con fondi del Pnrr e un nuovo Recovery militare), risoluzione Von der Leyen per un conflitto infinito fino alla “sconfitta della Russia” e alla riconquista di tutti i territori occupati, Crimea inclusa. Una linea che più chiara non si può: quella di Enrico Letta (ma allora tanto valeva tenerselo).
Poi però, in vista delle elezioni, la segretaria Schlein (non l’opposizione interna) candida Strada, Tarquinio e Cristallo, tre pacifisti che dissentono in toto dalla sua linea (tutti contrari all’invio di armi, uno favorevole financo a sciogliere la Nato). Ma non la cambia, anzi seguita a prendere le distanze dai tre, usati come foglie di fico per coprire le vergogne del Pd e far dimenticare agli elettori pacifisti i voti bellicisti e a quelli bellicisti i candidati pacifisti. Più che pluralismo, paraculismo. Idem sulla politica economica europea made in Gentiloni: Schlein attacca la Meloni perché ingoia il Patto di Stabilità lacrime e sangue firmato Gentiloni, su cui poi il Pd si astiene come FdI&Lega. Pluralismo? No, paraculismo per gabbare sia gli elettori pro austerità sia quelli anti. Ma che partito è quello che nasconde la sua politica estera ed economica, cioè le scelte fondamentali dell’Ue che dice di voler cambiare dopo aver fatto di tutto per lasciarla com’è, e intanto caccia la sua vicesegretaria a Verona perché non vota la legge Zaia sulla fine vita per motivi di coscienza? Un partito à la carte, con un menu per ogni gusto e palato. Un partito Netflix, dove ciascuno clicca on demand sul programma preferito. Un partito che può anche riuscire a gabbare gli elettori con i teatrini sul finto derby Elly-Giorgia. Ma poi come fa a governare? (Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano)
T.me/GiuseppeSalamone
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