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mercoledì 4 dicembre 2024

Vade retro Satana; demonio d’un sindacato. (a cura di Enrico Corti)

 


da Enrico Corti

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Corti - Pirola

10:36 (1 ora fa)
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Vade retro Satana; demonio d’un sindacato.

In Italia; la storia della “rivolta sociale“ dei lavoratrici è iniziata con il primo sciopero generale del 1904; subito dopo la sua ascesa al potere, nel 1925 il fascismo mise in pratica il suo DNA repressivo, (con l’attuale neo-fascismo quale ramo cresciuto dalla vecchia radice); Mussolini abolì le organizzazioni sindacali indipendenti e il diritto di sciopero; impose il sindacato unico corporativo fascista traguardato al consociativismo per asservire i lavoratori all’interesse delle imprese; con lo Stato con funzioni di loro avvocato difensore.

Per contribuire a porre fine alla II° guerra mondiale voluta dal nazi-fascismo; che causò la morte di 472.354 italiani e più in generale di 68 milioni 47 mila morti, altre “rivolte sociali“ (per la verità solo operaie): sono state organizzate nelle fabbriche dai “sindacati illegali“ nel marzo, nel’8 settembre e nel novembre del 1943; nel febbraio, nel marzo e nell’aprile del 1944.

Dopo il fine guerra, in Italia gli scioperi generali sono stati poco più di 10; tra questi spicca quello del 17 gennaio 1951 per protesta con l’arrivo in Italia del Generale Dwight D. Eisenhower futuro Comandante dell’invasione Usa in Vietnam: con la Polizia di Stato che uccise quattro manifestanti.

Gli anni sono passati; ma anche in quelli attuali i metodi di gestione delle lotte sociali sono ritornati preoccupanti, simili a quelli già trascorsi un secolo fa; quando la repressione delle proteste lavorative si basava sulla forza e sulla propaganda; che dipingeva gli scioperanti come “nemici della nazione”, ora ignoranti del fatto che solo “la nazionalista madre del potere pubblico“, con i suoi megafoni disinformativi, li può difendere;  criminalizzando per questo i sindacati descrivendo gli scioperi come azioni irresponsabili che penalizzano i cittadini; presentando la “rivolta sociale“ come un reato eversivo da punire con nuove pene detentive.

A quasi un secolo di distanza, il Ministro Salvini fa riaffiorare l’autoritarismo precettando gli scioperi per negarne il diritto; sequestrando ai lavoratori l’unico strumento di lotta che gli è rimasto; Salvini insulta Landini per screditare tutti i lavoratoti; il suo Ministro di riferimento è quello dei “Celerino“ Mario Scelba ma peggio ancora, Salvini vuole cancellare il diritto di sciopero.

            Il tutto in una situazione economica italiana al limite del fallimento; il fatturato dell’industria è crollato del 5,7%,; il PIL scende dello 0,6%; le esportazioni sono diminuite dello 0,6%; l’occupazione è aumentata dello 0,1%, solo  perché l’80% degli ultra cinquantenni, economicamente obbligati a non andare in pensione, sono conteggiati come “nuovi assunti“; il 13% è con occupazione precaria; la grande maggioranza delle aziende, grandi e piccole, per i trasporti, alimentari, dell’abbigliamento si sono delocalizzate all’estero; nel 2020 ne sono state censite 35.684; per un fatturato di 567 miliardi di euro.

            Ma Giorgia Meloni e i suoi megafoni continuano a declamare i risultati “storici“; la prova della loro pusillanimità è data da una propaganda mai accompagnata da dati statistici.

In questo quadro, ai lavoratori risultava incomprensibile l’assenza della Cisl agli scioperi; ma finalmente Luigi Sbarra lo ha motivato; “la Cisl non partecipa agli scioperi perché siamo un sindacato prima di tutto partecipativo; poi a volte forse conflittuale“.

Ha coerentemente così reso di pubblico dominio il suo pensiero  consociativista; (simile a quello del Duce), quello moderno ha per obbiettivo la partecipazione azionaria della proprietà a discapito dell’autonomia rivendicativa sindacale; in virtù del quale “padroni e lavoratori sono cristianamente fratelli figli del Signore degli Anelli, quelli delle catene che tengono i lavoratori sotto il giogo di coloro che gestiscono il potere.

Sull’altare del suo pensiero, mentre al giornalista che chiedeva il perché dell’assenza della Cisl Landini ha risposto “chiedetelo alla Cisl“; Sbarra ha risposto; “migliaia di lavoratori si stanno tesserando a noi“; come a dire che a lui dei lavoratori in generale poco importa un gran chè; quel che conta per la Cisl è essere come un circolo massonico che fonda il suo essere sul numero dei propri iscritti.

Si vocifera che gli serviranno come curriculum da portare alla sospirata chiamata della Meloni per un incarico ministeriale al quale aspira; ciò anche per tacitare la rivolta in corso in casa Cisl, ordita dall’ex S.G. Savino Pezzotta; Gianni Italia; Giorgio Caprioli; Sergio Betti; Giovanni Guerisolo; Renato Zaltieri; più altri 103; contrari ai disegni antiunitari per i suoi tornaconti personali di Luigi Sbarra.

Enrico Corti

4 dicembre 2024

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