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sabato 18 gennaio 2020
Virus cinese: per scienziati Gb i casi sarebbero 1.700 e non 50 =
SABATO 18 GENNAIO 2020 14.19.10
Virus cinese: per scienziati Gb i casi sarebbero 1.700 e non 50 =
(AGI) - Londra , 18 gen. - Sarebbero probabilmente migliaia e non una cinquantina le persone contagiate dal misterioso nuovo virus in Cina. La Bbc cita scienziati secondo i quali il numero di persone gia' infettate e' di gran lunga superiore a quanto suggeriscono le cifre ufficiali: ci sono stati quasi 50 casi confermati del nuovo coronavirus, ma gli esperti britannici stimano una cifra vicina ai 1700. Si sa di due persone morte a causa della malattia respiratoria, apparsa nella citta' di Wuhan a dicembre. "Sono sostanzialmente piu' preoccupato di quanto non lo fossi una settimana fa", ha detto l'epidemiologo professor Neil Ferguson. Il lavoro e' stato condotto dall'MRC Centre for Global Infectious Disease Analysis dell'Imperial College di Londra, che fornisce consulenza ad enti quali il governo del Regno Unito e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS). (AGI) Ant 181418 GEN 20 NNNN
Virus cinese: per scienziati Gb i casi sarebbero 1.700 e non 50 =
(AGI) - Londra , 18 gen. - Sarebbero probabilmente migliaia e non una cinquantina le persone contagiate dal misterioso nuovo virus in Cina. La Bbc cita scienziati secondo i quali il numero di persone gia' infettate e' di gran lunga superiore a quanto suggeriscono le cifre ufficiali: ci sono stati quasi 50 casi confermati del nuovo coronavirus, ma gli esperti britannici stimano una cifra vicina ai 1700. Si sa di due persone morte a causa della malattia respiratoria, apparsa nella citta' di Wuhan a dicembre. "Sono sostanzialmente piu' preoccupato di quanto non lo fossi una settimana fa", ha detto l'epidemiologo professor Neil Ferguson. Il lavoro e' stato condotto dall'MRC Centre for Global Infectious Disease Analysis dell'Imperial College di Londra, che fornisce consulenza ad enti quali il governo del Regno Unito e l'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS). (AGI) Ant 181418 GEN 20 NNNN
venerdì 17 gennaio 2020
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno
VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 21.45.46
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno I superbatteri resistenti uccidono ogni anno 700mila persone Roma, 17 gen. (askanews) - Lo spettro di un'era pre-antibiotica, che ci riporterebbe indietro di cent'anni, si sta allungando inesorabilmente sulla salute pubblica globale per colpa dei super-batteri resistenti agli antibiotici. Un'emergenza sanitaria che potrebbe rientrare grazie a nuovi antibiotici, come sottolinea Matteo Bassetti, Presidente della Società Italiana Terapia Antinfettiva (SITA), Professore Ordinario di Malattie Infettive al Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università degli Studi di Genova, Direttore Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale Policlinico San Martino - IRCCS di Genova e Presidente del Simposio Internazionale organizzato nel capoluogo ligure dalla Fondazione Internazionale Menarini. "Già oggi, utilizzando al meglio e più precocemente i farmaci più innovativi, alcuni già esistenti e altri in fase di approvazione, si potrebbe ridurre di un terzo la mortalità da super-batteri nel nostro Paese salvando 3.000 vite l'anno - afferma Bassetti - per esempio nel caso di Klebsiella pneumoniae, uno dei più frequenti batteri isolati in infezioni del sangue, dei polmoni e delle vie urinarie, recenti studi hanno evidenziato che i nuovi antibiotici hanno diminuito drasticamente la mortalità, che è scesa dal 50-55% al 10-15 %. Una riduzione di circa un terzo che, rapportata ai 10mila morti l'anno in Italia (dati del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, ECDC), equivalgono a 3.000 morti in meno. Purtroppo sono soltanto 12 nel mondo le nuove molecole in fase avanzata di sviluppo clinico in antibioticoterapia a fronte delle oltre 700 in oncologia. Per contrastare i germi multiresistenti è dunque necessario potenziare la ricerca e incentivare l'utilizzo di nuovi antibiotici, veri salvavita come gli antitumorali, superando il paradosso di non curare un'infezione oggi per timore che diventi più grave o meno curabile domani. Se le aziende farmaceutiche non investiranno più in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici vi è il rischio di un ritorno in epoca pre-antibiotica, con la comparsa di ceppi batterici sui quali nessun antibiotico funziona più - osserva Bassetti - . E' fondamentale fare ricerca per individuare nuovi farmaci e valorizzare gli antibiotici innovativi, che inseriti all'interno di schemi terapeutici adeguati consentano anche di proteggere gli sforzi e gli investimenti fatti a sostegno della salute del paziente con enormi risparmi di risorse. Se non interveniamo in maniera decisa, coinvolgendo le istituzioni e il sistema sanitario in tutti i suoi gangli al pari della società civile, come le aziende farmaceutiche che scoprono e producono nuovi antibiotici, il futuro sarà sempre più nero". (Segue) Cro-Mpd 20200117T214543ZVENERDÌ 17 GENNAIO 2020 21.45.53
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -2-
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -2- Roma, 17 gen. (askanews) - D'altronde i dati parlano chiaro: un recente scenario elaborato dall'OMS prevede che entro il 2050 la prima causa di morte saranno le infezioni da germi resistenti con un numero di vite perdute, 10 milioni, superiori alle morti che il cancro causa attualmente. In Europa si prevedono 392.000 morti e 120.000 in Italia, che già oggi con 10.000 decessi l'anno è la nazione più colpita assieme alla Grecia. "E' vero che l'Italia detiene questo triste primato sui 33mila decessi totali ma questo accade perché il nostro Sistema Sanitario Nazionale non lascia indietro nessuno. Cerchiamo di curare tutti, anche i pazienti più fragili che, inevitabilmente, vanno incontro a questi problemi", osserva Bassetti. Cambiare passo è dunque indispensabile perché la semplice prevenzione non basta più: anche somministrando gli antibiotici soltanto quando è necessario e facendo molta attenzione al contenimento delle infezioni e della trasmissione batterica in ospedali e case di cura, soltanto il 50% delle infezioni acquisite durante l'assistenza può essere prevenuto. "I progressi in chirurgia, trapiantologia e oncologia hanno infatti salvato sempre più vite rendendole però più suscettibili al rischio di infezioni ospedaliere. I nuovi farmaci sono perciò imprescindibili, specialmente per i pazienti più fragili come gli anziani, i pazienti sottoposti a trapianto d'organo o cure oncologiche, i soggetti in terapia intensiva o che hanno subito interventi chirurgici importanti, i cui esiti sono penalizzati dalla mancanza di nuovi antibiotici che rischia in più di paralizzare tali attività, soprattutto nei casi più complessi. Serve perciò che i nuovi antibiotici possano essere utilizzati più precocemente, anche in maniera empirica, soprattutto per i pazienti più critici e gravi in cui un ritardo nell'inizio di una terapia antibiotica giusta, anche di poche ore, può essere fatale", interviene ancora Bassetti. (Segue) Cro-Mpd 20200117T214550ZVENERDÌ 17 GENNAIO 2020 21.45.59
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -3-
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -3- Roma, 17 gen. (askanews) - Anche per questo gli esperti propongono di equiparare i requisiti regolatori dei nuovi antibiotici a quelli degli antitumorali, creando 'corsie preferenziali' e percorsi regolatori accelerati e semplificati per l'approvazione, l'immissione in commercio e l'introduzione a livello regionale di farmaci salvavita. Proposte già sottolineate anche dalla Coalizione Internazionale delle Autorità di Regolamento del Farmaco (ICMRA), che ha evidenziato la necessità di dare priorità allo sviluppo di nuovi farmaci investendo in ricerca e sviluppo, dando un giusto valore economico che premi il valore delle vite salvate e gli sforzi di chi ha continuato o ripreso a investire nella ricerca di nuovi antibiotici e creando un fondo nazionale dedicato, in linea con quelli previsti per i farmaci oncologici più innovativi. Cro-Mpd 20200117T214557Z
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno I superbatteri resistenti uccidono ogni anno 700mila persone Roma, 17 gen. (askanews) - Lo spettro di un'era pre-antibiotica, che ci riporterebbe indietro di cent'anni, si sta allungando inesorabilmente sulla salute pubblica globale per colpa dei super-batteri resistenti agli antibiotici. Un'emergenza sanitaria che potrebbe rientrare grazie a nuovi antibiotici, come sottolinea Matteo Bassetti, Presidente della Società Italiana Terapia Antinfettiva (SITA), Professore Ordinario di Malattie Infettive al Dipartimento di Scienze della Salute dell'Università degli Studi di Genova, Direttore Clinica Malattie Infettive dell'Ospedale Policlinico San Martino - IRCCS di Genova e Presidente del Simposio Internazionale organizzato nel capoluogo ligure dalla Fondazione Internazionale Menarini. "Già oggi, utilizzando al meglio e più precocemente i farmaci più innovativi, alcuni già esistenti e altri in fase di approvazione, si potrebbe ridurre di un terzo la mortalità da super-batteri nel nostro Paese salvando 3.000 vite l'anno - afferma Bassetti - per esempio nel caso di Klebsiella pneumoniae, uno dei più frequenti batteri isolati in infezioni del sangue, dei polmoni e delle vie urinarie, recenti studi hanno evidenziato che i nuovi antibiotici hanno diminuito drasticamente la mortalità, che è scesa dal 50-55% al 10-15 %. Una riduzione di circa un terzo che, rapportata ai 10mila morti l'anno in Italia (dati del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, ECDC), equivalgono a 3.000 morti in meno. Purtroppo sono soltanto 12 nel mondo le nuove molecole in fase avanzata di sviluppo clinico in antibioticoterapia a fronte delle oltre 700 in oncologia. Per contrastare i germi multiresistenti è dunque necessario potenziare la ricerca e incentivare l'utilizzo di nuovi antibiotici, veri salvavita come gli antitumorali, superando il paradosso di non curare un'infezione oggi per timore che diventi più grave o meno curabile domani. Se le aziende farmaceutiche non investiranno più in ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici vi è il rischio di un ritorno in epoca pre-antibiotica, con la comparsa di ceppi batterici sui quali nessun antibiotico funziona più - osserva Bassetti - . E' fondamentale fare ricerca per individuare nuovi farmaci e valorizzare gli antibiotici innovativi, che inseriti all'interno di schemi terapeutici adeguati consentano anche di proteggere gli sforzi e gli investimenti fatti a sostegno della salute del paziente con enormi risparmi di risorse. Se non interveniamo in maniera decisa, coinvolgendo le istituzioni e il sistema sanitario in tutti i suoi gangli al pari della società civile, come le aziende farmaceutiche che scoprono e producono nuovi antibiotici, il futuro sarà sempre più nero". (Segue) Cro-Mpd 20200117T214543ZVENERDÌ 17 GENNAIO 2020 21.45.53
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -2-
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -2- Roma, 17 gen. (askanews) - D'altronde i dati parlano chiaro: un recente scenario elaborato dall'OMS prevede che entro il 2050 la prima causa di morte saranno le infezioni da germi resistenti con un numero di vite perdute, 10 milioni, superiori alle morti che il cancro causa attualmente. In Europa si prevedono 392.000 morti e 120.000 in Italia, che già oggi con 10.000 decessi l'anno è la nazione più colpita assieme alla Grecia. "E' vero che l'Italia detiene questo triste primato sui 33mila decessi totali ma questo accade perché il nostro Sistema Sanitario Nazionale non lascia indietro nessuno. Cerchiamo di curare tutti, anche i pazienti più fragili che, inevitabilmente, vanno incontro a questi problemi", osserva Bassetti. Cambiare passo è dunque indispensabile perché la semplice prevenzione non basta più: anche somministrando gli antibiotici soltanto quando è necessario e facendo molta attenzione al contenimento delle infezioni e della trasmissione batterica in ospedali e case di cura, soltanto il 50% delle infezioni acquisite durante l'assistenza può essere prevenuto. "I progressi in chirurgia, trapiantologia e oncologia hanno infatti salvato sempre più vite rendendole però più suscettibili al rischio di infezioni ospedaliere. I nuovi farmaci sono perciò imprescindibili, specialmente per i pazienti più fragili come gli anziani, i pazienti sottoposti a trapianto d'organo o cure oncologiche, i soggetti in terapia intensiva o che hanno subito interventi chirurgici importanti, i cui esiti sono penalizzati dalla mancanza di nuovi antibiotici che rischia in più di paralizzare tali attività, soprattutto nei casi più complessi. Serve perciò che i nuovi antibiotici possano essere utilizzati più precocemente, anche in maniera empirica, soprattutto per i pazienti più critici e gravi in cui un ritardo nell'inizio di una terapia antibiotica giusta, anche di poche ore, può essere fatale", interviene ancora Bassetti. (Segue) Cro-Mpd 20200117T214550ZVENERDÌ 17 GENNAIO 2020 21.45.59
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -3-
Necessari nuovi antibiotici. Potrebbero evitare 3mila morti l'anno -3- Roma, 17 gen. (askanews) - Anche per questo gli esperti propongono di equiparare i requisiti regolatori dei nuovi antibiotici a quelli degli antitumorali, creando 'corsie preferenziali' e percorsi regolatori accelerati e semplificati per l'approvazione, l'immissione in commercio e l'introduzione a livello regionale di farmaci salvavita. Proposte già sottolineate anche dalla Coalizione Internazionale delle Autorità di Regolamento del Farmaco (ICMRA), che ha evidenziato la necessità di dare priorità allo sviluppo di nuovi farmaci investendo in ricerca e sviluppo, dando un giusto valore economico che premi il valore delle vite salvate e gli sforzi di chi ha continuato o ripreso a investire nella ricerca di nuovi antibiotici e creando un fondo nazionale dedicato, in linea con quelli previsti per i farmaci oncologici più innovativi. Cro-Mpd 20200117T214557Z
SICUREZZA: CARDIOLOGO, 'SU TASER NOZIONI MEDICHE A POLIZIA PER EVITARE MORTI' =
VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 18.20.45
SICUREZZA: CARDIOLOGO, 'SU TASER NOZIONI MEDICHE A POLIZIA PER EVITARE MORTI' =
ADN1437 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RCA SICUREZZA: CARDIOLOGO, 'SU TASER NOZIONI MEDICHE A POLIZIA PER EVITARE MORTI' = Santomauro (Giec), 'aritmia può uccidere soprattutto cardiopatici e persone sotto effetto di droghe e alcol' Roma, 17 gen. (AdnKronos Salute) - La scarica elettrica emessa dal TASER, in alcune condizioni particolari - come già accaduto in molti casi negli Stati Uniti - può anche uccidere, "soprattutto se chi lo usa non è a conoscenza di alcune precauzioni da adottare". Per questo "nei corsi di addestramento dovrebbero essere inserite nozioni di medicina, così da scongiurare rischi di morte per il soggetto colpito e tutelare il poliziotto che, usando il TASER, non ha intenzione di uccidere". Lo afferma Maurizio Santomauro, cardiologo del Policlinico universitario Federico II di Napoli e presidente del Gruppo intervento emergenze cardiologiche (Giec), commentando all'AdnKronos Salute l'ok del Consiglio dei ministri al regolamento sull'uso della pistola a impulsi elettrici in dotazione delle Forze di polizia. Il cardiologo - precisando di non essere contrario all'utilizzo del TASER per le forze di sicurezza - spiega che "il TASER spara due freccette collegate tramite dei fili elettrici che, a loro volta, producono una scarica ad alta tensione (in genere 50 mila volt), ma a basso amperaggio (tra i 6 e i 10 milliampère), rilasciata in brevissimi impulsi ravvicinati. Per ottenere l'effetto desiderato entrambe le freccette devono colpire il bersaglio. E sono proprio questi impulsi i responsabili potenziali di un'aritmia cardiaca, oltre che della contrazione dei muscoli periferici". Aritmia che, in particolari condizioni e soprattutto in soggetti cardiopatici o sotto effetto di stupefacenti o di ebbrezza, può portare alla morte. Per questo, secondo il cardiologo, non è sufficiente ciò che è contenuto nel protocollo di addestramento impartito ai poliziotti, ma "devono essere istruiti con elementi di medicina, come ad esempio quella di non colpire una precisa area del cuore e di non dare più scariche di seguito e ravvicinate: due elementi questi che favoriscono l'induzione di un'aritmia". (segue) (Fei/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 17-GEN-20 18:20 NNNN
VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 18.20.45
SICUREZZA: CARDIOLOGO, 'SU TASER NOZIONI MEDICHE A POLIZIA PER EVITARE MORTI' (2) =
ADN1438 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RCA SICUREZZA: CARDIOLOGO, 'SU TASER NOZIONI MEDICHE A POLIZIA PER EVITARE MORTI' (2) = (AdnKronos Salute) - Non solo. Secondo Santomauro, inoltre, "bisognerebbe fare come accade in Svizzera dove la Gendarmerie è dotata da anni di TASER, ma anche di defibrillatori semi-automatici, in modo che in caso di malore pericoloso per la vita i poliziotti possano prestare subito un primo soccorso, e non limitandosi a chiamare il 911 come accade negli Stati Uniti con il rischio che l'ambulanza arrivi tardi". A proposito degli Usa, dove il TASER è in uso dal 2001, l'esperto riporta che il TASER "ha provocato moltissime morti, forse centinaia, anche se sono solo 12 quelle per le quali è stato accertato il nesso causale". Il presidente del Giec riferisce infine di aver inviato all'Istituto superiore di sanità, a gennaio 2019, la richiesta di creare un tavolo di lavoro medico-scientifico sull'uso del TASER in Italia, senza però aver avuto nessuna risposta. (Fei/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 17-GEN-20 18:20 NNNN
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