Riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo
COCER
GDF: POSITIVO IL LAVORO FATTO PER CAMBIARE I TRASFERIMENTO DEI
FINANZIERI, MA CI SONO ANCORA PROBLEMI. BASTA CON I DISTACCHI DI
PERSONALE CHE CREANO MALCONTENTO TRA I COLLEGHI
COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA
Consiglio Centrale di Rappresentanza
MOBILITÃ? DEL PERSONALE
Lo
sviluppo delle risorse umane è uno delle necessità di ogni
organizzazione moderna e funzionale, che voglia conseguire obiettivi
coerenti rispetto alle esigenze del contesto in cui opera.
Per
la gestione delle risorse umane una valenza importante è rivestita,
indubbiamente, dalle procedure di mobilità del personale sul
territorio, a riguardo delle quali si deve cercare di coniugare al
meglio le esigenze delle amministrazioni con quelle delle persone che vi
lavorano. Ne deriva che deve essere considerata non solo la
distribuzione quantitativa del personale sul territorio, ma anche il
profilo qualitativo che tenga in considerazione, contestualmente, i
compiti da svolgere, i percorsi formativi seguiti, nonché le attitudini
e le aspirazioni dei singoli.
Per
quanto concerne la mobilità del personale del Corpo, per una serie di
ragioni, si è seguita sin qui una metodologia tendente più ad una
flessibilità nell’impiego e nell’interscambiabilità delle mansioni che
al soddisfacimento di tali esigenze.
Le
cause di ciò sono molteplici e risiedono non solo in ragioni
organizzative, ma anche nella provenienza geografica degli appartenenti
al Corpo che, come è noto, hanno origine, in prevalenza, dalle Regioni
centromeridionali e aspirano a ritornarvi.
Per
altro verso il tema della mobilità , con il passare del tempo, si è
ulteriormente complicato anche a causa della riforma del sistema
pensionistico che ha rivisitato i criteri per l’accesso al trattamento
di quiescenza posticipando in modo significativo l’età di uscita dal
mondo del lavoro, nonché per il blocco del turnover che non ha più
permesso di alimentare, come avveniva in precedenza, i vuoti d’organico
e, quindi, d’inserire nell’organizzazione personale giovane da poter
utilizzare per sostituire quell’aliquota di dipendenti più anziani che
aspirava ad un trasferimento.
A
causa di ciò, oggi ci troviamo di fronte ad una realtà estremamente
mutata, che da un lato ancora non consente di ottimizzare l’impiego
delle risorse umane, anche in relazione ai gradi ed alle qualifiche
possedute e, dall’altro, relega il piano degli impieghi a procedure di
mobilità ancora più rigide e riferite ad un esiguo numero di personale
da movimentare.
Altro
fattore critico, è stato anche quello delle difficoltà nel far
veramente decollare procedure di reclutamento innovative, riferite, ad
esempio, alle esigenze delle singole Regioni nelle quali assegnare il
personale ISAF con ferma pluriennale, esaminando le esperienze maturate
da altre amministrazioni.
Al
riguardo, i Consigli di rappresentanza ai vari livelli, interpretando
il pensiero del personale, hanno auspicato la rivisitazione dei criteri e
delle procedure connesse alla mobilità .
Questa
esigenza, tra l’altro, è apparsa più marcata dal momento in cui si è
ridotto, per le ragioni già esposte, il numero delle persone che ogni
anno viene movimentato in ambito nazionale. Mentre, nel contempo, si era
creato un appiattimento nelle mansioni, con conseguente svilimento del
grado ricoperto.
Con
riguardo al tema della mobilità i Vertici del Corpo, considerando
anche le sollecitazioni della rappresentanza militare, hanno assunto la
decisione di costituire un gruppo di lavoro al quale è stato conferito
un circoscritto mandato ad occuparsi delle procedure di pianificazione
della mobilità .
Le
conclusioni alle quali il gruppo è giuntosono state illustrate, a
questo Consiglio, a cura dei vertici del I Reparto, in data 23 Luglio
u.s..
Al riguardo, si valuta positivamente, anche perché recepiscono questioni da tempo sottoposte dal Consiglio all’attenzione della Gerarchia:
· le
innovazioni introdotte con riguardo al superamento del vecchio piano
degli impieghi, distinto a livello nazionale e regionale, con un nuovo modello che consente di far interfacciare le esigenze nazionali con quelle locali, con conseguente possibilità di ridurre il verificarsi di ingiustizie verso coloro che hanno un punteggio più alto;
· l’aver
aumentato il punteggio inerente l’anzianità , di circa tre punti per
ogni anno di servizio prestato, nonché aver introdotto lo scorrimento
delle graduatorie. In
merito a quest’ultimo punto, si evidenzia comunque la necessità di
ricercare, prima di avviare la procedura, ulteriori soluzioni che
consentano in ogni caso lo scorrimento delle graduatorie in presenza di
rinunce da parte degli aventi titolo, ad esempio facendo confluire nel
piano degli impieghi, al termine della procedura centralizzata, un
numero più elevato di personale rispetto al quadro esigenziale della
Regione richiesta, che sia potenzialmente idoneo a poter subentrare in
graduatoria in caso di eventuali rinunce.
Peraltro,
una definitiva valutazione delle ricadute delle novità introdotte
potrà essere effettuata all’esito della prevista sperimentazione.
Altresì, permangono, a giudizio del Consiglio, le
seguenti esigenze che non sono state ricomprese nella delega oggetto
dei lavori e che meriterebbero, invece, una specifica considerazione:
· dare
immediata attuazione alle previsioni dell’art. 33 della Legge 104/92
cosi come modificata dall’art. 24 comma 2 della Legge 183/10, e alla
disposizione che prevede il rientro del militare al reparto di provenienza nel momento in cui viene meno l’esigenza assistenziale;
· abolire la pratica del distacco - che, nel tempo, ha creato e crea un forte malumore tra il personale – definendo con il Consiglio i criteri per la chiusura del periodo pregresso;
· riesaminare
i criteri di accesso alle domande di trasferimento a carattere
eccezionale, al fine di dare maggiore certezze a coloro che presentano
problematiche familiari o personali di natura rilevante;
· riconsiderare i criteri generali per la mobilità degli Ufficiali.
Ritenendo,
infine, che i criteri generali della mobilità del personale e i
connessi profili legati al trattamento economico e al benessere del
personale rientrino appieno nelle materie di competenza degli Organismi
della Rappresentanza, valutiamo che ulteriori ipotesi di modifiche o di
ottimizzazione debbano essere oggetto di un preventivo confronto con
questo Consiglio.
Roma, 24 luglio 2013
IL CONSIGLIO CENTRALE DI RAPPRESENTANZA
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