SALUTE. IN AUMENTO MALATTIE TIROIDE, GIÀ COLPISCONO 10% DONNE
AME: INCREMENTO È DOVUTO A INQUINAMENTO AMBIENTE O CARENZA IODICA
(DIRE) Roma, 25 set. - "Stiamo osservando un incremento delle
malattie della tiroide: e' un trend che vedra', nei prossimi 20
anni, aumentare ulteriormente questi disturbi, che gia' oggi
colpiscono oltre il 10% della popolazione femminile". Cosi'
Enrico Papini, responsabile scientifico Associazione medici
endocrinologi (Ame) e direttore Uoc Endocrinologia e Malattie
Metaboliche dell'Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale.
Le malattie piu' frequenti sono la tiroidite di Hashimoto, una
patologia autoimmune che puo' progressivamente indurre
l'ipotiroidismo, i noduli e i tumori alla tiroide che, grazie
alla diagnosi precoce, vengono guariti nella maggioranza dei
casi. "L'incremento di tali patologie- spiega Papini- e'
attribuibile sia all'inquinamento ambientale che a situazioni
locali, come le radiazioni vulcaniche o la carenza iodica che
caratterizza alcune aree del nostro territorio".
I noduli della tiroide sono molto frequenti nella popolazione
italiana e "giungono ad interessare il 30-50% nelle donne in eta'
fertile- continua l'esperto- L'uso combinato dell'ecografia e
dell'esame citologico con ago sottile ha consentito di
individuare le lesioni a rischio di malignita' e di ridurre il
numero degli interventi di tiroidectomia a scopo
diagnostico-precauzionale". Tuttavia, le casistiche chirurgiche
dimostrano che la "maggioranza degli interventi di asportazione
della tiroide e' tuttora eseguito su casi che si rivelano
benigni".
Secondo Papini "questo dato fa riflettere sull'opportunita' di
evitare ai pazienti interventi non necessari, e le conseguenze
potenzialmente sfavorevoli che talora ne derivano. L'obiettivo e'
quindi limitare gli interventi chirurgici, quando il nodulo alla
tiroide e' benigno, ai soli pazienti che presentino
ipertiroidismo o sintomi compressivi non altrimenti gestibili".
Per questo motivo "sono state recentemente impiegate- spiega-
varie tecniche mini-invasive, eseguibili senza ricovero ne'
necessita' di anestesia generale". Cio' consente di mantenere,
anche se parzialmente, la funzione della tiroide "evitando i
costi sociali e sanitari della chirurgia- conclude- e la
necessita' di una terapia sostitutiva per tutta la vita".
(Com/Wel/ Dire)
12:25 25-09-13
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