Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-01567
presentato da
Interrogazione a risposta in commissione 5-01567
COLLETTI Andrea
testo di
Martedì 26 novembre 2013, seduta n. 125
l'8 dicembre del 2011 la polizia municipale di Pescara elevava un verbale di contravvenzione a carico del questore Paolo Passamonti la cui autovettura era posteggiata nello spazio riservato alla fermata dell'autobus in una via del centro della città; la vettura di proprietà del questore veniva rimossa assieme ad altre tre parcheggiate in divieto nella stessa via e veniva trasportata presso il deposito della polizia municipale pescarese;
successivamente, però, lo stesso questore veniva autorizzato a riprendere possesso della propria vettura senza corrispondere alcun importo né a titolo di sanzione amministrativa né per le spese di rimozione e custodia/deposito del mezzo. La contravvenzione a suo carico, peraltro, non risulterebbe ad oggi essere mai stata riportata nel libro mastro dei verbali dei vigili urbani di Pescara;
anche ponendo il caso che la violazione del codice della strada fosse avvenuta per ragioni di servizio, ben avrebbe potuto il questore presentare ricorso al prefetto contro il verbale di accertamento – così come è nella facoltà di tutti i cittadini – e vederselo accogliere con ogni probabilità;
vi è il grave sospetto che al questore Passamonti sia stato invece riservato un trattamento di ingiustificato privilegio (i proprietari delle altre tre vetture in contravvenzione hanno pagato tutti la multa e le spese accessorie, come da verbale) che ha suscitato l'indignazione dei cittadini pescaresi i quali hanno presentato nel marzo del 2013 un esposto-denuncia ai carabinieri censurando l'operato della polizia municipale e del questore; la presentazione dell'esposto ha indotto il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l'assessore con delega alla polizia municipale Giovanni Santilli a richiedere un chiarimento ufficiale al comandante dei vigili urbani, colonnello Carlo Maggitti;
detto chiarimento, ad oggi, non è stato ancora formalizzato e, mentre il questore Passamonti tace, le istituzioni (tanto la polizia municipale quanto il comune di Pescara) sembrano essere inerti a dispetto dei diritti dei cittadini e del principio di uguaglianza costituzionalmente garantito;
per di più — e qui si arriva all'epilogo più assurdo della vicenda – in data 4 aprile 2013 la procura della Repubblica di Pescara ha disposto la perquisizione dell'abitazione e dell'ufficio di Marco Patricelli, giornalista del quotidiano Il Tempo ed autore dell'inchiesta sulla «multa fantasma» di cui sopra. A suo carico la procura ha ipotizzato il reato di violazione del segreto investigativo (articoli 114 e 329 del codice di procedura penale); agli interroganti tale iniziativa appare assolutamente impropria considerata la necessità ai garantire adeguatamente la piena manifestazione della libertà di stampa, della libertà di espressione e del diritto di cronaca;
sulla vicenda erano già stati pubblicati articoli di stampa e non è escluso che la documentazione acquisita nella perquisizione fosse la stessa di cui la procura era già in possesso in quanto oggetto di esposto-denuncia;
il giornalista di fronte agli ufficiali di polizia giudiziaria si è avvalso del segreto professionale a tutela della fonte;
le istituzioni, che appaiono poco operative quando si tratta di tutelare i diritti dei cittadini tutti uguali di fronte alla legge, ad avviso degli interroganti hanno di fatto finito per limitare la libertà di stampa e la ricerca della verità, imprescindibili baluardi della democrazia;
in data 6 maggio 2013 è già stata depositata una interrogazione in materia a cui, dopo 7 mesi, non è stata ancora data risposta;
in data 31 ottobre 2013 l'autore degli articoli Marco Patricelli è stato identificato dalla Digos di Pescara su mandato della procura di Roma dove pende una querela per diffamazione a mezzo stampa inoltrata dal questore Paolo Passamonti per gli articoli pubblicati su il Tempo il 31 marzo, il 2, il 3 e il 4 aprile, e specificamente solo quelli a firma del giornalista e non gli altri successivamente pubblicati sulla vicenda (5, 6, 7, 8, 12 e 13 aprile);
all'interrogante sembra che siano stati travalicati i limiti dell'obbligatorietà dell'azione penale, disponendo un decreto di perquisizione e sequestro nella redazione del Tempo e domiciliare nei confronti del caposervizio dottor Marco Patricelli di documenti pubblicati e già in possesso dei magistrati in quanto oggetto di un esposto-denuncia, e in quanto riferiti al questore e al comandante della municipale, perquisizione e sequestro che risultano vietati dalla Corte di Strasburgo con numerose e reiterate pronunce in tal senso, poiché configurabili, a giudizio dell'interrogante, come limitazione del diritto di cronaca e come tali già considerati nel caso specifico dall'Ordine nazionale dei giornalisti e dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) –:
se il Ministro dell'interno intenda convocare il questore di Pescara Paolo Passamonti per ottenere un formale e definitivo chiarimento dei fatti sopra esposti;
se il Ministro della giustizia ritenga di promuovere iniziative ispettive presso la procura di Pescara ai fini dell'esercizio di tutti i poteri di propria competenza.
(5-01567)
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