ANSA/ Lega:Umberto Bossi rischia processo, 'truffa da 40 mln'
Chiusa inchiesta 'Family', tra spese gioielli,veterinario,lauree
(di Igor Greganti)
(ANSA) - MILANO, 29 NOV - Con oltre mezzo milione di euro di
soldi pubblici, ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali, la
famiglia Bossi si sarebbe pagata le spese private piu' varie:
dalle multe per migliaia e migliaia di euro al carrozziere, fino
all'ormai famosa laurea in Albania di Renzo 'il Trota' e ai
lavori di casa a Gemonio. Cosi' mentre Umberto Bossi ci riprova,
correndo per le primarie del Carroccio fissate per il 7
dicembre, la Procura di Milano si avvia verso la richiesta di
rinvio a giudizio a carico suo e di altre 9 persone, tra cui i
figli Renzo e Riccardo e l'ex vicepresidente del Senato Rosi
Mauro, dopo aver chiuso le indagini su quello scandalo che ha
travolto il partito nella primavera del 2012, portando alle
dimissioni del Senatur da segretario.
''Questa cosa non mi aiuta certo ... una cosa che esce
proprio adesso e mi lascia sconcertato'', ha commentato lo
storico leader. Intanto, dall'avviso di conclusione delle
indagini emergono due nuovi elementi che aggravano la sua
posizione: a Bossi, infatti, viene contestata anche l'
appropriazione indebita, oltre alla truffa aggravata ai danni
dello Stato che sarebbe stata messa in atto attraverso i falsi
rendiconti-spese presentati a Camera e Senato per far incassare
illecitamente al partito circa 40 milioni di euro di rimborsi
(per gli anni 2008-2009-2010), molto piu' di quei 18 milioni
emersi finora. Soldi poi utilizzati in parte, stando
all'inchiesta del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei pm
Roberto Pellicano e Paolo Filippini, a fini privati dalla
cosiddetta 'The Family' (dall'intestazione della cartelletta che
venne trovata nella cassaforte dell'ex tesoriere Francesco
Belsito).
Tra il 2009 e il 2011, Umberto Bossi avrebbe speso, secondo i
pm, oltre 208 mila euro di soldi pubblici: significativo
l'assegno da 20 mila con la dicitura 'Casa Capo Lavori'. E poi
cartelle esattoriali, ''lavori edilizi'' per la casa di Gemonio
(1.583 euro), assegni da 50 mila euro, 160 euro per ''acquisto
regalo di nozze'', 27 mila euro per ''abbigliamento'', gioielli,
1.500 euro di dentista, 81 mila euro per lavori in una casa a
Roma. Per Renzo piu' di 145mila euro di spese: migliaia di euro
in multe, 3mila euro di assicurazione auto, 48mila euro per
comprarsi una macchina e 77mila euro per la ''laurea albanese''.
Riccardo, invece, ha speso quasi 158mila euro per pagare
''debiti personali'', ''noleggi auto'', le rate dell'Universita'
dell'Insubria, l'affitto, il ''mantenimento dell'ex moglie'',
l'abbonamento della pay-tv, ''luce e gas'' e anche il
''veterinario per il cane''.
Rosi Mauro poi, 77mila euro degli oltre 99mila contestati, li
ha usati per far prendere la ''laurea albanese'' anche a
Pierangelo Moscagiuro, suo ex bodyguard. Belsito si e' ritagliato
la fetta principale delle spese: 2,4 milioni di euro, di cui
1.500 euro usati per ''acquisto di armi e munizioni''. L'ex
tesoriere avrebbe fatto anche tanti prelievi in assegni dalle
casse del partito, soldi finiti chissa' dove. Altri 5,7 milioni,
invece, sono volati con i famosi investimenti in Tanzania e
Cipro.
I pm descrivono il tutto come un ''cerchio magico, che
sarebbe stato alimentato con favoritismi ed elargizioni a danno
del patrimonio della Lega''. Da via Bellerio, nel frattempo,
fonti qualificate fanno notare che il movimento ''e' parte lesa,
vittima'' del quadro emerso dall'inchiesta e che ''dal 2011, da
quando segretario e' Roberto Maroni, i bilanci della Lega sono
certificati''.
Tirando le fila di una complicata indagine i pm milanesi e
gli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Gdf
hanno cercato il piu' possibile di ricostruire la ''contabilita'''
della Lega. Definita negli atti ''del tutto inattendibile e in
larga misura priva di documenti giustificativi di spesa''. Fatta
di ''nero''e di un '''fiume di denaro contante in uscita'' per
quasi 4 milioni di euro tra il 2008 e il 2011. Gli inquirenti,
in ogni caso, hanno applicato una ''rigorosa regola
probatoria'': le uscite di cassa, anche se non contabilizzate,
non sono state contestate se sono servite a coprire iniziative
del ''partito''. E alla fine hanno chiesto l'archiviazione per
Manuela Marrone, la moglie di Bossi, per Roberto Calderoli e per
l'ex consulente legale Matteo Brigandi'. I pagamenti per
''l'abitazione di Roma di Calderoli'', ad esempio, possono
rientrare nelle spese per ''l'attivita' politica''. (ANSA).
Y6N-BRU
29-NOV-13 20:07 NNNN
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