Salute: cardiologi, scarsa aderenza a terapie aumenta rischi =
(AGI) - Roma, 18 mar. - In ambito di prevenzione
cardiovascolare, l'aderenza e la persistenza al trattamento
sono fattori fondamentali per il successo della terapia. I dati
dell'Organizzazione Mondiale della Sanita', tuttavia,
denunciano come in Italia per i farmaci antipertensivi
l'aderenza dei pazienti sia del 55%, contro un valore ottimale
che dovrebbe aggirarsi intorno all'80%, e come per le statine
la percentuale sfiori appena il 40%. "Il problema non e' solo
italiano, e' strutturale e perfettamente sovrapponibile agli
altri Paesi occidentali", commenta Luca Degli Esposti, relatore
del 13° Congresso Nazionale della Societa' Italiana per la
Prevenzione Cardiovascolare (SIPREC), che si e' tenuto a Napoli
dal 12 al 14 marzo. (AGI)
Red/Pgi (Segue)
181539 MAR 15
Salute: cardiologi, scarsa aderenza a terapie aumenta rischi (2)=
(AGI) - Roma, 18 mar. - "Il paziente non aderente e non
persistente - prosegue il dott. Degli Esposti - non solo ha un
rischio significativamente superiore di sviluppare eventi
cardiovascolari e decesso, ma ha un costo di gestione molto
piu' alto". Le cause che spingono i pazienti a non assumere
correttamente i farmaci sono diverse: "Spesso sono associati a
malattie asintomatiche, come l'ipertensione o
l'ipercoleterolemia - spiega l'esperto - e non sentendosi
malato il paziente tende a dimenticare di assumere i farmaci".
Ci sono pero' fattori legati alla terapia, per cui gli effetti
indesiderati, la ridotta tollerabilita' di alcuni farmaci o il
fatto che vengano assunti piu' medicinali contemporaneamente,
sono deterrenti alla buona aderenza. Anche la Societa' Italiana
per la Prevenzione Cardiovascolare sottolinea che sono molti i
fattori alla base della scarsa aderenza attribuibili non solo
al paziente ma anche al sistema sanitario e al medico. Negli
ultimi anni ad esempio per effetto delle numerose scadenze
brevettuali soprattutto in ambito cardiovascolare, e'
notevolmente aumentato il numero di farmaci equivalenti
disponibili per i diversi principi attivi. Questo, unitamente
alla normativa vigente che ne consente la sostituibilita', ha
generato una crescente abitudine a quello che viene definito
"zapping farmacologico". Quindi il passaggio da un farmaco
originator a generico, da generico a originator, oppure da
generico a generico, spesso senza la consultazione del medico e
senza che si conoscano patologie e piani terapeutici specifici,
e' un fenomeno che non puo' essere ignorato in quanto fattore
correlato a una ridotta aderenza al trattamento. (AGI)
Red/Pgi
181539 MAR 15
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