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giovedì 19 marzo 2015

"Coalizione Sociale, non è Coalizione politica nel senso di un nuovo partito politico..a cura di Pietro Soldini"



Che la Coalizione Sociale, non è Coalizione politica nel senso di un nuovo partito politico , lo dice la parola stessa. La prova provata sta nel fatto che alla riunione di lancio, non c'erano ne i partiti della sinistra, ne le minoranze di sinistra dei partiti di centro. Poi ad abbundanziam ci sono le cose dette da Landini che parlano di un alleanza di associazioni e soggetti collettivi della società civile che si pongono l'obbiettivo di unificazione del mondo del lavoro moderno dei precari, dei disoccupati, dei giovani, degli studenti, dei soggetti deboli sempre più impoveriti dalla crisi e dalle scelte classiste dei governi, e Landini è uno che si fa capire molto bene. Associazioni che si battono quotidianamente contro la corruzione, le mafie, la speculazione, le discriminazioni, per i diritti dei più deboli, degli immigrati; Contro la speculazione finanziaria, la distruzione ambientale, l'evasione fiscale, se discriminazioni, le ingiustizie. Sono Libera Legambiente, Da sud, Arci, Sbilanciamoci, Sindacati di base, associazioni umanitarie laiche e cattoliche. Che rispetto a questa iniziativa si voglia ingenerare equivoci, ambiguità e confusione da parte degli avversari politici e da parte del sistema mediatico asservito al governo ed ai poteri forti di questo paese è comprensibile. Che ci sia una interpretazione forzatamente politicista da parte di una sinistra, debole ed incapace di darsi una nuova casa comune ed una nuova identità valoriale e comportamentale, è un errore ed una ulteriore prova di debolezza, quasi alla ricerca di scorciatoie, con qualcuno che tira fuori le castagne dal fuoco. Ma che la Cgil e in prima persona la sua Segretaria Generale, si renda protagonista di questo tentativo di manipolazione della proposta, lo considero gravissimo e decisamente stonato rispetto alla storia, al profilo ed al ruolo della più grande confederazione del Lavoro del nostro Paese. Penso che ciò sia il frutto di uno scarto che si sta producendo in questa fase fra, il ruolo storico della nostra Confederazione e l'attuale gruppo dirigente. Se guardiamo lucidamente alla fase politica e sociale di attacco senza precedenti al mondo del lavoro, ed alla sua rappresentanza, ai corpi intermedi della società, alla torsione autoritaria della nostra democrazia ed alle scelte classiste del Governo Renzi, la Proposta di Coalizione sociale è una proposta non solo legittima, ma assolutamente necessaria. Essa è determinante anche a produrre quegli elementi d'innovazione e discontinuità rispetto alla retorica ormai incomprensibile e velleitaria dell'Unità Sindacale con Cisl e Uil, che potrebbe avere una scossa soltanto se si espande il perimetro della dialettica e del dialogo con altre formazioni sociali ed anche sindacali di base. Se la Cisl non ci sta, sarà lei che si isola e se lo fa è perchè ha scelto di militare in un altro campo, contrario alla idea di riunificazione solidale del mondo del lavoro e degli interessi dei ceti più deboli. Mutatis Mutandis, Lama avrebbe avanzato una proposta simile e magari l'avrebbe chiamata Unità delle classi lavoratrici. Trentin avrebbe avanzato una proposta analoga e presumibilmente l'avrebbe chiamata Patto dei produttori per il lavoro e i diritti. Cofferati l'avrebbe chiamata Nuova costituente del lavoro. Il limite di oggi è che questa proposta non sia stata fatta dalla cgil (non solo dalla Fiom e se si vuole superare questo limite, la cgil deve immediatamente aderire e farla propria dandogli tutto lo spessore confederale di cui ha un naturale bisogno.

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