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giovedì 3 dicembre 2015

Atto Camera Interrogazione a risposta in commissione 5-07062 presentato da TERZONI Patrizia testo di Venerdì 20 novembre 2015, seduta n. 526   TERZONI, MASSIMILIANO BERNINI, GALLINELLA, BENEDETTI, PARENTELA, GAGNARLI, L'ABBATE, ZOLEZZI, DAGA, BUSTO, DE ROSA, MANNINO, COZZOLINO e LUPO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:    l'ingegnere Cesare Patrone risulta essere protagonista di numerosi atti di sindacato ispettivo che sotto diversi profili mettono in luce le criticità connesse alla modalità della sua nomina a Capo del Corpo forestale dello Stato, alla permanenza al vertice della struttura per oltre 11 anni a partire dal 2004, alla circostanza che durante tale arco temporale risulti coinvolto in inchieste e procedimenti giudiziari dai quali emergono molteplici profili che avrebbero raccomandato un suo avvicendamento, considerata anche la delicata attività investigativa e di intelligence che il Corpo svolge nel contrasto ai crimini ambientali e ai traffici illeciti internazionali;



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07062
presentato da
TERZONI Patrizia
testo di
Venerdì 20 novembre 2015, seduta n. 526

TERZONI, MASSIMILIANO BERNINI, GALLINELLA, BENEDETTI, PARENTELA, GAGNARLI, L'ABBATE, ZOLEZZI, DAGA, BUSTO, DE ROSA, MANNINO, COZZOLINO e LUPO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   l'ingegnere Cesare Patrone risulta essere protagonista di numerosi atti di sindacato ispettivo che sotto diversi profili mettono in luce le criticità connesse alla modalità della sua nomina a Capo del Corpo forestale dello Stato, alla permanenza al vertice della struttura per oltre 11 anni a partire dal 2004, alla circostanza che durante tale arco temporale risulti coinvolto in inchieste e procedimenti giudiziari dai quali emergono molteplici profili che avrebbero raccomandato un suo avvicendamento, considerata anche la delicata attività investigativa e di intelligence che il Corpo svolge nel contrasto ai crimini ambientali e ai traffici illeciti internazionali;
   nessuna delle predette interrogazioni parlamentari ha ricevuto risposta da parte del Ministro interrogato;
   i primi rilievi venivano sollevati proprio in merito alla legittimità del procedimento di nomina di Cesare Patrone a dirigente superiore del Corpo forestale dello Stato da parte dell'allora Ministro delle politiche agricole e forestali, Gianni Alemanno, avvenuta, secondo quanto riportato dalle fonti di stampa, applicando parametri tali da favorire l'ingegnere Cesare Patrone a danno degli altri concorrenti aventi maggiore anzianità e più rilevanti titoli (http://www.europaquotidiano.it);
   nel maggio 2009 il Ministro delle politiche agricole e forestali veniva ulteriormente interrogato in merito alle risultanze di un'inchiesta pubblicata in data 13 maggio 2009 dal quotidiano La Stampa (http://www.lastampa.it) dalla quale emergevano anomalie nelle selezioni ai concorsi di allievi e agenti e di vice ispettori del Corpo forestale dello Stato, all'esito dei quali risultavano vincitori numerosi figli di comandanti, dirigenti o persone legate al Capo del Corpo forestale. Inoltre, secondo quanto riportato nella suddetta inchiesta giornalistica, tra i vincitori del concorso a 182 posti per il grado di «vice-ispettore» del maggio 2008 risultavano esserci persone strettamente riconducibili a Cesare Patrone, come il fratello, la cognata, l'autista nonché diverse persone provenienti dalla sua segreteria;
   ulteriore vicenda, ancora portata all'attenzione del Ministro con atto di sindacato ispettivo, riguardava il giudizio di responsabilità contabile promosso dal procuratore regionale della Corte dei conti per la regione Lazio nei confronti del Capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone, concernente l'affidamento di un incarico di consulenza legale, con impegno di spesa spropositato, relativo al contenzioso radicato per i contrasti insorti con le società fornitrici di elicotteri. La Corte dei conti condannava il Capo del Corpo forestale dello Stato al pagamento della somma di 50.000 euro (sentenza n. 454 del 27 aprile 2012);
   faceva seguito, nello stesso anno, un'ulteriore sentenza di condanna per danno erariale (sentenza n. 148 del 2012) pronunciata dalla Corte dei conti della Basilicata, nei confronti del Capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone, per aver disposto e mantenuto, per circa tre anni, l'oneroso distacco a Roma, presso la cassa mutua del Corpo, di un assistente in servizio presso il coordinamento locale di Lagonegro (Potenza), con condanna al pagamento di una somma di euro 16.307,08 in favore del Corpo forestale dello Stato;
   nell'atto di sindacato ispettivo n. 4-02296, presentato dall'On. Di Battista, alla Camera il 24 ottobre 2013, venivano ripercorse le predette vicende e si chiedeva per quali ragioni l'ingegner Patrone continuasse a ricoprire l'incarico di Capo del Corpo forestale dello Stato, tenuto conto che il Corpo è posto alle dirette dipendenze del titolare del Ministero, ai sensi dell'articolo 3 della legge 6 febbraio 2004, n. 36, e se il Ministro interrogato non intendesse procedere immediatamente alla proposta di un nuovo Capo del Corpo forestale dello Stato. Alla predetta interrogazione, così come alle precedenti, non è stato mai risposto e, oggi, è ancora l'ingegnere Cesare Patrone a ricoprire il ruolo del Capo del Corpo forestale dello Stato, portando così ad 11 anni e mezzo il suo incarico;
   è ancora privo di risposta anche l'ulteriore atto di sindacato ispettivo depositato alla Camera n. 4-08162 il 26 febbraio 2015, con il quale l'interrogante, onorevole Lombardi, portava all'attenzione del Governo i fatti emergenti dell'inchiesta pubblicata su Il Fatto Quotidiano del venerdì 20 febbraio 2015, a firma di Luca Ferrari e Nello Trocchia, in merito a preesistenti contatti tra il capo del Corpo forestale dello Stato, ingegnere Cesare Patrone, scelto dai Ministri competenti anche come coordinatore del gruppo di lavoro sulla Terra dei Fuochi, e Cipriano Chianese, ritenuto dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli, l'inventore dell'ecomafia in Campania, l'artefice della Terra dei Fuochi (condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi per estorsione e sotto processo per associazione mafiosa, disastro ambientale e avvelenamento delle acque);
   nell'informativa preliminare depositata nel 2013 dal poliziotto Roberto Mancini, morto a causa di un tumore contratto per aver fronteggiato la criminalità ambientale, emerge la «familiarità» tra Patrone e Chianese, che Mancini data al 1994, quando Cesare Patrone era un funzionario del Corpo forestale, sezione aree protette, e Cipriano Chianese era un avvocato imprenditore di Parete, provincia di Caserta. Nella predetta informativa, firmata dallo scomparso Roberto Mancini, si legge a proposito dell'ingegnere Cesare Patrone: «Questo è un personaggio che partecipa in prima persona agli incontri tra Chianese e i suoi interlocutori politici (...)»;
   tuttavia, nel corso dell'audizione del capo del Corpo forestale dello Stato in Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie, nella seduta n. 105 del 14 luglio 2015, alla richiesta di chiarimenti da parte del deputato M5S, Francesco D'Uva, in merito ai suoi rapporti con Chianese, Cesare Patrone rispondeva: «non ricordo assolutamente chi sia Chianese. (...) Non ricordo mai di avere incontrato venti o trent'anni fa il dottor Chianese»;
   il 27 settembre 2015 Il Fatto Quotidiano pubblicava un'intercettazione telefonica risalente al 24 agosto 1994, tra l'avvocato Cipriano Chianese e l'attuale capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, che confermerebbe i rapporti tra i due;
   il 21 ottobre 2015 il giornale online La Stampa Novara pubblica il seguente articolo: «Indagato a Novara il comandante nazionale della Forestale. L'ingegner Cesare Anselmo Patrone, 61 anni, di Roma, tra i 27 indagati in un'inchiesta della procura di Novara che riguarda il Consorzio d'irrigazione e bonifica Est Sesia, il più grosso in Italia con oltre 200 dipendenti; l'inchiesta, partita tre anni fa, riguarda rimborsi non dovuti chiesti dal Consorzio al Ministero. Nel mirino della procura altre 23 persone, oltre ai tre funzionari già arrestati in passato. Tra i nuovi indagati (contabili, collaudatori, tecnici, progettisti e imprenditori), a vario titolo per falso, turbativa d'asta e truffa, anche Patrone: secondo l'accusa nell'aprile 2012 avrebbe fatto parte della commissione collaudatrice nelle opere riguardanti ponti sul canale Quintino Sella, tentando di redigere un verbale non corrispondente al vero in relazione al giorno dell'attività»;
   il 4 agosto 2015 è stato approvato il così detto «disegno di legge Madia» recante «Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche», in cui si prevede all'articolo 8, comma 1, lettera a), il «riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, conseguente alla riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra Forza di polizia»;
   il 25 settembre 2015 l'agenzia stampa Adnkronos pubblica: «con la riforma della pubblica amministrazione circa 7 mila forestali passeranno nell'arma dei Carabinieri»;
   il 14 ottobre 2015 le sigle sindacali Sapaf, Ugl-CFS, Fns-Cisl, Cgil-Fp, Uil-Pa e Dirfor si sono riunite in conferenza stampa per annunciare i risultati del sondaggio interno al Corpo, dove risulta che il 98 per cento del personale, sia contrario ai provvedimenti di riordino di polizia ambientale e agroalimentare previsti nella legge di riforma della pubblica amministrazione (legge n. 124 del 2015) e alla militarizzazione del Corpo forestale;
   il 5 novembre 2015 il Presidente del Consiglio Renzi dichiara a Il Sole 24 Ore radiocor: «Il Corpo Forestale Nazionale finirà dentro l'arma dei Carabinieri con delle collaborazioni con gli altri corpi»;
   durante la seduta n. 464 del 17 luglio 2015 è stato presentato l'ordine del giorno Terzoni n. 9/3098-A/120, che impegnava il Governo a prevedere adeguate misure affinché nella stesura dei decreti legislativi, di cui al predetto articolo 7 della «legge Madia», siano coinvolte tutte le rappresentanze sindacali nell'ambito idei Corpo forestale dello Stato, al fine di tenere nella debita considerazione ogni istanza da esse proveniente. Tale ordine del giorno è stato respinto con parere contrario del Governo, il quale, a giudizio degli interroganti, ha implicitamente ammesso di non aver alcuna intenzione di audire le sigle sindacali in fase di stesura dei decreti attuativi;
   le sigle sindacali dei forestali hanno manifestato attraverso numerosi comunicati le problematiche relative all'assorbimento del Corpo forestale dello Stato previsto dalla legge n. 124 del 2015, e la loro distanza rispetto alle posizioni espresse dal Capo del Corpo (http://sapa.it/notiziario), denunciando il loro mancato coinvolgimento nel dialogo con il Governo e l'Arma dei carabinieri per la riforma dello stesso Corpo forestale nazionale che vede come principale interlocutore l'ingegnere Cesare Patrone (http://www.uglcorpoforestale.it) –:
   se non ritenga opportuno assumere le iniziative di competenza al fine di procedere celermente alla sostituzione dell'ingegnere Cesare Patrone nell'incarico di capo del Corpo forestale dello Stato, poiché una permanenza di undici anni appare agli interroganti quanto meno ingiustificata, se non ingiusta, in considerazione peraltro del suo coinvolgimento in numerose vicende giudiziarie, e di certo incoerente con il rinnovo generazionale propugnato dal Presidente del Consiglio, nonché con la necessità che la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato venga affidata ad una figura in grado di offrire idonee garanzie di correttezza e imparzialità nello, svolgimento delle proprie funzioni. (5-07062)

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