Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-11331
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-11331
DI BATTISTA Alessandro
testo di
Martedì 1 dicembre 2015, seduta n. 533
DI BATTISTA e MASSIMILIANO BERNINI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
il Corpo forestale dello Stato è una forza di polizia dello Stato ad ordinamento civile, specializzata nella tutela dell'ambiente e dell'ecosistema;
l'articolo 3, comma 4, della legge 36 del 2004 dispone testualmente che «Il capo del Corpo forestale dello Stato è nominato ai sensi dell'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1972, n. 748»;
l'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 748 del 1972 prevede che: «La nomina a dirigente generale, o a qualifiche superiori, è conferita, nei limiti delle disponibilità di organico, con decreto del Presidente della Repubblica previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro competente. La nomina può essere conferita anche ad impiegati di altri ruoli o di altre Amministrazioni, ovvero a persone estranee all'Amministrazione dello Stato, salvo le riserve di posti previste da speciali disposizioni in favore di funzionari delle Amministrazioni interessate»;
l'attuale Capo del Corpo forestale dello Stato è Cesare Patrone, nominato dal Consiglio dei ministri in data 28 aprile 2004, oltre 11 anni e mezzo fa;
gli interroganti hanno già sottoposto, con precedenti atti di sindacato ispettivo, alcuni aspetti al Governo che dovrebbero portare ad un avvicendamento al vertice del Corpo forestale dello Stato;
innanzitutto, la permanenza al vertice di una forza di polizia per un periodo pari ad oltre 11 anni risulta assolutamente priva di giustificazione;
a ciò si aggiungano una serie di vicende personali che vedono coinvolto l'ingegner Cesare Patrone;
in primo luogo, come già esposto in precedenti interrogazioni, nelle selezioni ai concorsi di allievi e agenti e di vice ispettori del Corpo forestale dello Stato sono risultati vincitori numerosi figli di comandanti, dirigenti o persone legate al Capo del Corpo forestale, Cesare Patrone;
in particolare alla nipote del Capo del Corpo forestale, nel 2008, sarebbe stata riconosciuta l'idoneità al concorso da primo dirigente, nonostante si sia classificata quarta su tre posti disponibili nonché, con riferimento al concorso per il grado di «vice-ispettore» le cui selezioni si sono tenute a Roma in data 7, 8, e 9 maggio 2008, sempre secondo quanto riportato nella suddetta inchiesta giornalistica, tra i vincitori risulterebbero esserci persone riconducibili al Capo del Corpo forestale come il fratello, la cognata, l'autista nonché diverse persone provenienti dalla sua segreteria;
in secondo luogo, l'ingegner Cesare Patrone è stato condannato per danno erariale in due differenti pronunce dalla Corte dei Conti: con una prima sentenza (n.148/2012/R) la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale della Basilicata, ha condannato l'ingegner Cesare Patrone al pagamento in favore del Corpo Forestale della Stato della somma di 16.307,08 euro, per aver disposto e mantenuto, al di fuori delle previsioni di legge, in oneroso distacco a Roma, presso la Cassa Mutua del Corpo, un assistente in servizio presso il Coordinamento locale di Lagonegro; con una seconda sentenza (n. 454/2012) la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale del Lazio, ha condannato l'ingegner Patrone a risarcire allo Stato la somma di 50.000,00 euro oltre interessi e rivalutazione, per aver affidato ad uno studio legale l'incarico di consulenza per la gestione della flotta elicotteristica ed il contenzioso radicato per contrasti insorti con società fornitrici, affidamento che, secondo la magistratura contabile, è risultata in larga parte inutile in quanto avente ad oggetto attività che rientrano «indubbiamente nell'ambito delle funzioni ordinarie, per lo svolgimento delle quali l'amministrazione pubblica non può fare ricorso a contratti di collaborazione e consulenza esterna» ... e che «avrebbe potuto essere svolta da funzionari del Corpo Forestale»;
a ciò si aggiunga, in terzo luogo, che l'ingegner Cesare Patrone ha altresì subito un procedimento penale per il reato p. e p. dall'articolo 361 del codice penale perché, in qualità di pubblico ufficiale, quale Capo del Corpo Forestale dello Stato, ometteva di denunciare all'autorità giudiziaria i fatti costituenti reato di cui aveva avuto notizia nell'esercizio delle sue funzioni;
in esito al predetto procedimento l'ingegner Patrone, è stato condannato dal tribunale ordinario di Roma, sezione penale, in composizione monocratica, con sentenza portante n. 14351/13 del 19/07/2013, che ha dichiarato «Patrone Cesare colpevole del reato ascrittogli e, concesse le attenuanti generiche, lo condanna alla pena di gg. Venti di reclusione, oltre che al pagamento delle spese processuali»;
in aggiunta a quanto appena esposto sono emersi nuovi aspetti di rilievo che devono necessariamente essere portati a conoscenza del Governo dal quale, questa volta, sarebbe finalmente utile ricevere delle risposte che, ad oggi, non sono mai arrivate;
in particolare organi di stampa hanno riportato come l'ingegner Cesare Patrone sembra non aver detto la verità davanti alla Commissione di inchiesta antimafia in merito ai suoi rapporti con Cipriano Chianese, condannato in primo grado per estorsione nonché sotto processo per associazione mafiosa, disastro ambientale e avvelenamento delle acque in Campania;
organi di stampa riportano addirittura come la procura consideri Chianese «l'inventore e ideatore dell'Ecomafia in Campania» che, insieme al vertice del clan dei Casalesi, in particolare Francesco Bidognetti, conosciuto come Cicciotto ‘e mezzanotte, avrebbe imbastito il grande affare del pattume tossico;
nello specifico, nel mese di luglio 2015, l'attuale capo del Corpo forestale avrebbe dichiarato, davanti alla predetta Commissione bicamerale, di non ricordare chi fosse Cipriano Chianese;
organi d'informazione, primo fra tutti Il Fatto Quotidiano, hanno però dato atto dell'informativa consegnata alla procura di Napoli nel marzo 2013 dal poliziotto Roberto Mancini, dalla quale emergerebbero familiarità proprio tra Patrone e Chianese;
da alcune intercettazioni, sempre secondo Il Fatto Quotidiano nell'articolo a firma di Luca Ferrari e Nello Trocchia, risalenti al 1994, emergerebbe come i rapporti tra i due fossero assolutamente familiari e colloquiali: Patrone si riferisce a Cipriano Chianese con espressioni del tipo «Come stai caro ?», «Cipriano ti abbraccio»;
la vicenda appena esposta è stata altresì oggetto di un altro atto di sindacato ispettivo e, nello specifico dell'interrogazione a risposta in Commissione, a prima firma della deputata Terzoni, n. 5-07062;
a prescindere dai rilievi penali della vicenda appena esposta, gli interroganti ritengono comunque inopportuno, da un lato, che il capo del Corpo forestale possa non aver detto la completa verità innanzi alla Commissione bicamerale d'inchiesta e, dall'altro lato, ove confermati, che esistano rapporti, anche se datati, tra un soggetto coinvolto in processi di ecomafie e chi è invece, a capo di un corpo di polizia specializzato nella tutela dell'ambiente e dell'ecosistema che ha il compito di perseguire reati ambientali;
la questione assume ancor più importanza laddove si consideri che i tre Ministri competenti in materia di controlli nella cosiddetta «Terra dei fuochi», il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, e il Ministro della salute, unitamente all'allora presidente della regione Campania, hanno concordato di individuare, nella persona del Capo del Corpo forestale, ingegner Cesare Patrone, il nuovo coordinatore del gruppo di lavoro (istituito in base alla direttiva interministeriale del 23 dicembre 2013) relativo agli interventi necessari al rapido completamento delle indagini (dirette e indirette) nei siti classificati come a rischio –:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti di cui in premessa ed in particolare della sentenza di condanna per danno erariale e della sentenza di condanna per il reato di cui all'articolo 361 del codice penale emesse nei confronti dell'ingegner Cesare Patrone;
quali siano le ragioni per cui l'ingegner Cesare Patrone continui a ricoprire l'incarico di capo del Corpo forestale dello Stato, nonostante le circostanze evidenziate in premessa e quelle portate in evidenza da ormai numerosi atti di sindacato ispettivo, presentati anche dagli interroganti;
quali iniziative il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali abbia assunto ed intenda assumere alla luce delle vicende descritte, tenuto conto che il Corpo forestale dello Stato è posto alle sue dirette dipendenze ai sensi dell'articolo 3 della legge 6 febbraio 2004, n. 36;
se il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali non consideri opportuno, sulla base delle argomentazioni di cui in premessa, sottoporre immediatamente la proposta di un nuovo capo del Corpo forestale dello Stato al Consiglio dei ministri;
se i Ministri interrogati, alla luce di quanto esposto nelle premesse che precedono, non ritengano di procedere alla revoca dell'incarico dell'ingegner Cesare Patrone quale coordinatore del gruppo di lavoro sulla «Terra dei Fuochi». (4-11331)
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