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martedì 8 maggio 2018

RICERCA: PIU' DISTRATTI CON L'ETA', ECCO PERCHE'

LUNEDÌ 07 MAGGIO 2018 19.30.41
SALUTE

RICERCA: PIU' DISTRATTI CON L'ETA', ECCO PERCHE' =

Ricerca, 7 mag. (AdnKronos Salute) - Dalle telefonate ai messaggini, con il passare degli anni ci si distrae più facilmente. Lo dimostra anche uno studio scientifico: gli anziani vengono distratti più facilmente da informazioni irrilevanti rispetto ai giovani, specie mentre sono sotto stress o sperimentano forti emozioni. E la colpa sarebbe di un circuito cerebrale recentemente identificato come l'epicentro di Alzheimer e demenza. Uno studio dell'University of Southern California ha scoperto che i cali di attenzione dei senior sono associati al locus coeruleus, una regione del tronco cerebrale. Il locus coeruleus aiuta a focalizzare l'attività cerebrale durante i momenti di stress o eccitazione, ma evidentemente dopo una certa età perde colpi. L'aumento di distraibilità è un segno di invecchiamento cognitivo, spiega Mara Mather, autore senior dello studio pubblicato su 'Nature Human Behaviour'. La ricerca ha scoperto anche che gli anziani sono più inclini a distrarsi sotto stress o in caso di forti emozioni, indice del fatto che una capacità che si indebolisce nel tempo. "Cercare in tutti i modi di completare un compito aumenta l'eccitazione emozionale, così quando i giovani ce la mettono tutta questo aumenta la loro capacità di ignorare le informazioni irrilevanti - dice Mather, responsabile dell'Usc Emotion and Cognition Lab - Ma per gli anziani" le cose sembrano funzionare in modo diverso. In pratica, si viene distratti più facilmente da pensieri o rumori molesti. Precedenti ricerche dello stesso team avevano messo in luce il ruolo di quest'area del cervello in memoria e apprendimento, mentre ora Mather e il suo gruppo si stanno focalizzando su come la funzione del locus coeruleus cambia nel corso dell'Alzheimer. (segue) (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-MAG-18 19:30 NNNN
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(AdnKronos Salute) - "Iniziali segni di questa patologia sono evidenti nel locus coeruleus in molte persone entro i 30 anni", dice la studiosa. Il team in questo caso ha monitorato e sottoposto a scanner l'attività cerebrale di 28 giovani adulti e 24 anziani, misurando anche la dilatazione della pupilla, mentre tutti osservavano coppie di foto manipolate e non, e i soggetti dovevano stabilire quali erano quelle 'ritoccate'. In alcuni casi lo studio iniziava con un suono che indicava che i soggetti potevano ricevere un piccolo shock elettrico alla fine del trial. Ebbene, quanto i soggetti si aspettavano la 'scossa', le loro pupille si dilatavano di più e aumentava la sudorazione, indice di una maggior eccitazione fisiologica. Ebbene, nei giovani l'attesa di un piccolo shock aumentava l'area dell'attività cerebrale che entra in gioco mentre guardavano la foto artefatta, riducendosi nell'altro caso. In pratica, la reazione del cervello fotografata dai ricercatori è quella di consentire la concentrazione, eliminando le informazioni non importanti. Nel caso degli anziani l'attivazione della rete cerebrale 'chiave' è molto più debole, dunque questi ultimi rischiano più facilmente dei giovani di incappare in distrazioni. "Decifrare esattamente come si verificano questi cambiamenti nel cervello quando invecchiamo, un giorno potrà aiutarci a scoprire come proteggere il cervello dal declino cognitivo", conclude Mather. (Mal/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-MAG-18 19:30 NNNN

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