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venerdì 29 dicembre 2023

Sanità, Fadoi: quasi un medico su due valuta pensione anticipata

 VENERDÌ 29 DICEMBRE 2023 11.21.32


Sanità, Fadoi: quasi un medico su due valuta pensione anticipata

Sanità, Fadoi: quasi un medico su due valuta pensione anticipata Sanità, Fadoi: quasi un medico su due valuta pensione anticipata Indagine della Federazione: il 38,7% pensa di lasciare il pubblico Milano, 29 dic. (askanews) - Quasi la metà dei medici italiani pensa di appendere in anticipo il camice bianco al chiodo, soprattutto per evitare presenti e futuri tagli alle loro pensioni, ma anche per i carichi di lavoro eccessivi. Secondo quanto emerge da un'indagine condotta da Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri, su un campione rappresentativo di camici bianchi di tutte le regioni italiane, l'idea di tagliare in anticipo il traguardo della pensione sta passando per la testa del 46,15% di loro. Una percentuale così alta che se pure nel 10% dei casi si trasformasse in realtà significherebbe la fuoriuscita anticipata dai nostri ospedali di decine di migliaia di professionisti. A spingere il 57,14% dei medici al pensionamento anticipato è la paura di subire un taglio alla propria pensione, magari con misure retroattive come quelle introdotte nella manovra, anche se poi alleggerite con un successivo emendamento. Per il 30,95% la causa sarebbero gli eccessivi carichi di lavoro, mentre la bassa retribuzione motiva solo il 2,38% e la voglia di chiudere la carriera all'estero il 9,53%. Anche chi non è in età di pensione nel 38,71% dei casi sta pensando di lasciare il servizio pubblico. Il 21,82 % per andare nel privato, il 4,55% all'estero, mentre un preoccupante 12,33% di scoraggiati pensa di cambiare del tutto attività. Uno scoramento che trova conferma nel 36,43% che alle condizioni attuali tornando indietro nel tempo non sceglierebbe più di fare il medico. Le motivazioni di chi si sente ancora legato al servizio pubblico restano forti, con il 59,2% che motiva la sua scelta con la coscienza di voler garantire a tutti il diritto alla salute, seguito dal 17,46% che percepisce ancora come un valore la sicurezza del posto di lavoro, mentre per il 13,66% a non sciogliere il legame con il Ssn è il fatto che le esigenze assistenziali nel pubblico vengano prima delle ragioni economiche. Un altro 9,68% da invece come motivazione la qualità dei nostri ospedali, che resta ancora alta. "L'indagine rivela, forse a sorpresa per chi non conosce a fondo la realtà medica, che per continuare a tenere legati i medici al servizio pubblico non sono tanto le più alte retribuzioni, che pur andrebbero almeno avvicinate a quelle europee, quanto piuttosto il miglioramento delle condizioni di lavoro e di carriera, oltre che la garanzia del rispetto dei diritti pensionistici acquisiti - afferma il Presidente di Fadoi, Francesco Dentali -. Certo, preoccupa quel 40% che pensa di lasciare il servizio pubblico, ma sono gli stessi medici nelle loro risposte a indicare la via della rinascita: un Ssn che torni a garantire a tutti il diritto alla salute, apponendo le esigenze assistenziali davanti a quelle economiche, indicate da oltre il 70% dei medici come elemento che ancora li lega al pubblico". fcz 20231229T112127Z

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