Da Scelba a Piantedosi
Sull’Ordine Pubblico, Giorgia Meloni ha recentemente dichiarato al suddito Maurizio Belpietro: “molti studenti manifestanti sono dei professionisti in materia che provocano le forze dell'ordine“; "c’è assenza di solidarietà pubblica e rispetto verso le forze dell'ordine "; “non è il governo che dà le indicazioni alle forze dell'ordine di usare i manganelli“;
Il Ministro dell’Interno Piantedosi ha cinicamente e odiosamente seminato una pianta di gramigna dichiarando specularmente, cinicamente e pubblicamente; "l'antisemitismo può alimentare forme di terrorismo tra i manifestanti" (l’argomento erano gli studenti).
Da giorni e quotidianamente, su Facebook vengono pubblicati degli spot propagandistici sulla professionalità alta e integerrima di Polizia di Stato e Carabinieri; palesando in modo macroscopico l’operatività propagandistica organica del Governo attraverso speculari veline; smascherando ancora una volta il regime delle falsità del Governo.
Con queste modalità il gregge deve intendere che l’attacco all’ordine democraticamente inteso non proviene dai manganelli (ora chiamati dai neo fascisti sfollagenti); ma dai libri scolastici per la formazione e la cultura che gli studenti nascondono nelle cartelle o negli zainetti.
L’ex dirigente della Squadra Mobile di Ravenna Marcello Immordino mi ha recentemente ricordato che nel 1977, in una riunione di poliziotti fatta in quella città, Luciano Lama disse pubblicamente; “grazie anche a Cgil, Cisl e Uil e ai lavoratori delle altre categorie che hanno scioperato per voi, il vostro sindacato è fatto; solo voi lo potrete distruggere“.
Dopo i numerosi guasti democratici prodotti dalla gestione dei Reparti Celere negli anni 50/60; più che la sindacalizzazione dei poliziotti la Riforma della PS mirava a democratizzare la gestione dell’ordine pubblico e del Ministero; riconoscendo al sindacato un ruolo non solo contrattuale ma anche di controllo sulla professionalità; infatti al Capo VII° Art. 95 la Legge 121/1981 recita; “formano oggetto degli accordi sindacali anche i criteri di massima per la formazione e l’aggiornamento professionale“.
Sul merito il primo tema da affrontare era il rapporto tra divisa e cittadino comune; il Ministero lo ha sempre gestito propagandisticamente con lo slogan “poliziotti a fianco dei cittadini“; nella realtà la divisa in quanto tale simboleggia la diversità tra che deve far rispettare (dispone, comanda in nome di una entità superiore Istituzionale al cittadino comune quale sottoposto.
Pertanto lo slogan è un’ipocrisia; lo provano le numerose violazioni civili con soprusi violenti che si commettono nelle carceri, dove la sudditanza psicologica del carcerato verso il carceriere è ben superiore a quella del cittadino comune che viene fermato per accertamenti ad un posto di blocco stradale dai Carabinieri; P.S.; G.d.F. o altre F. d. O. Quando il comportamento dell’Agente è civile ed educato, ciò è più dovuto all’indole e al carattere personale dell’operatore più che alla formazione e all’aggiornamento professionale.
Per di più, le attuali decisioni governative sul tema della sicurezza stanno riproponendo un clima quasi pari a quello degli 50/60, (prima Scelba poi Tambroni), dove disposero che quando un oratore non si atteneva all’argomento prefissato e autorizzato veniva ammonito e poi interrotto da un commissario di PS, mentre gli agenti disperdevano la folla con la forza. (Vedi oggi Pisa, Roma, Torino, ecc.)
Come ombrello al burrascoso clima che si sta creando, quotidianamente appaiono su Facebook degli spot tipo “la Polizia è bella e brava“, palesamene organizzati e propagandati con veline da Governo e Ministero dell’Interno. Non so se questa è la auto distruzione del Sindacato dei poliziotti come aveva immaginariamente preavvertito Luciano Lama nel 1977; ma affinché ciò non accadesse; ai sindacati non rimane che dire qualcosa di non corporativo anche sui manganelli; traguardato ad un avvio di un confronto serio sulla formazione professionale.
Enrico Corti – 22 maggio 2024
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