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venerdì 2 agosto 2024
LA RISPOSTA IRANIANA PARLERÀ O MENO DI GUERRA? Dopo l'attacco alla residenza diplomatica iraniana a Damasco (ma c'è forse, a parte gli USA, uno stato più terrorista di Israele?), l'Iran si prese il suo tempo per dare una risposta. L'attacco del 14 aprile - non solo preavvertito, ma anche articolato in modo tale da dare tutto il tempo alle difese israelo-americane - aveva sostanzialmente tre obiettivi: il primo, ovvio, dimostrare che Teheran non ha alcun timore reverenziale verso Israele, e se ritiene giusto farlo non esita a colpire; il secondo, più sostanziale, dimostrare ad Israele
ISRAELE CONTINUA A SCAVARSI LA FOSSA La banda di fanatici messianici che guida Israele non ha più freni inibitori, ma questo - al contrario di quel che si potrebbe pensare - non è segno di un potere senza limiti, ma di un delirio senza limiti. La pratica dell'assassinio terroristico, portato a segno ovunque nel mondo (ed appresa dai loro padroni statunitensi), il genocidio della popolazione civile, la tortura dei prigionieri... Tel Aviv non ha più linee rosse, perché - forse ancora confusamente - avverte di aver superato una ben più significativa linea nera.
DISCORSO AL REICHSTAG Il Führer israeliano ha tenuto il suo discorso al Reichstag statunitense, tra gli applausi scroscianti delle due ali del Partito Unico Nazisionista Americano. 58 standing ovation, una al minuto. Solo cinquanta rappresentanti hanno deciso di non partecipare, e tra questi la candidata dem alla presidenza, Kamala Harris. Squallida mossa elettoralistica, per la vice-presidente di un fanatico guerrafondaio, autodefinitosi sionista nell'anima, che ha sostenuto attivamente con armi e denaro la campagna genocida contro i civili palestinesi a Gaza.
Si era capito sin da subito che i criminali israeliani avessero come obiettivo quello di aprire "ufficialmente" un altro fronte in Libano. L'ufficio di Netanyahu dopo la riunione del gabinetto di guerra (non di sicurezza come la chiamano i pennivendoli del TG5) comunica testualmente: "I membri del gabinetto politico di sicurezza hanno autorizzato il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant a decidere le modalità e le tempistiche contro l'organizzazione terroristica di Hezbollah". Non si è fatta attendere la luce verde dagli altri criminali di oltre oceano, gli Usa che attraverso il Consiglio di Sicurezza dichiarano: "Gli Stati Uniti continueranno a sostenere gli sforzi per porre fine a questi terribili attacchi lungo la Linea Blu, che deve essere una priorità.
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