da Enrico Corti
| 13 set 2024, 15:02 (18 ore fa) |
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Lavoratori e migranti globalizzati
Grazie al compagno Michele Tedesco, abbiamo letto un’interessante recensione fatta dallo scrittore Roberto Vallepiano su Sahra Wagenknecht, tedesca ex DDR, studiosa del Marxismo e dirigente dell’ex Partito Socialista Unificato; dalla lettura, l’occasione per alcuni approfondimenti riflessivi.
Diversi fatti e affermazioni fanno onore a Sahra; quando definisce la caduta del muro di Berlino del 1998 una disgrazia sociale; “fu la morte del paese Europeo che, nella sua breve fase di sviluppo, è stato il più pacifico: più sociale e più umano; dove si cercava di costruire una società non guidata dal profitto“.
La storia successiva alla caduta del muro e l’attualità europea/tedesca, con zero indipendenza dagli USA, non fa che comprovare il giudizio sulla disgrazia compiuta su input da CIA/USA, che già nel 1953 organizzarono un tentato golpe che fu sventato da Walter Ulbricht e per questo costretto a dare le armi agli operai; in Occidente la “disgrazia venne narrata con il falso slogan della “libertà democratica“. Come sempre fanno gli USA
Sul tema Palestina/Israele, già nel 1973 al Bundenstag la Wagenknecht non si alzò in piedi e non applaudì l’ex premier israeliano Ehud Olmert; anticipando i segnali della sua crisi identitaria, la socialdemocrazia conservatrice tedesca l’ha accusata di antisemitismo; come succede anche attualmente quando si critica il sionismo dell’attuale Israele e non gli ebrei in quanto tali; come è profondamente onesta intellettualmente nello schierarsi
frontalmente contro l’invio di armi e finanziamenti al regime di Kiev, individuando negli USA e nella Nato il disegno di imprigionare, geograficamente, economicamente e politicamente la Russia rispetto al continente in cui fa parte; anche per continuare a tenere sotto scacco l’Europa.
Fondando un partito innanzitutto motivato contro questa Europea del liberismo sfrenato e della guerra; ipocriticamente e criminalmente chiamata “pace giusta“; con il 15% dei consensi ha sorpassato i socialdemocratici; donatori di armi e aiuti economici all’Ucraina.
Quando è Giorgia Meloni quella che si fa nemica l’Europa, lo fa anche per il suo DNA; istintivamente portato al caporalato anche nei rapporti internazionali; il suo servilismo USA/Nato è solo tattico finalizzato alla sua personale sete di potere, che nulla a che fare con il principio della democrazia partecipativa.
Ritengo invece molto problematico il pensiero di Sahra Wagenknecht sul fenomeno migratorio; innanzitutto considero errato accusare le ONG quali strumenti di sradicamento dei popoli, sono semmai volontari della solidarietà; lo fa invocando un “modello sovietico“ che riconosca i diritti dei lavoratori, occupazionali, salariali, professionali, sociali, ecc“; ma nella realtà del momento si usano gli stessi argomenti usati da Matteo Salvini; “stiano a casa loro a lavorare“.
Sulle migrazioni va innanzitutto considerato il lato umano; in un pianeta diviso in 207 Stati in un sistema fondato sulla competitività estrema e sulla conflittualità, si deve avere ben in testa prima di formulare ipotesi; soprattutto sul come gestire il fenomeno migratorio, che a causa del sistema nel futuro riguarderà forzatamente più di due miliardi di terrestri.
Qui il sistema globalizzato è quello del profitto dominato dagli imprenditori; per restare a quelli Italiani, negli anni 90 tra diretto e indotto le aziende del settore automobilistico occupavano 300 mila lavoratori; attualmente la Stellantis in Italia ne occupa 22.000; dal 2020 in poi le aziende italiane sono aumentate di 50.00 unità; ma nello stesso periodo i lavoratori addetti sono diminuiti di 300.000; a fine 2023 le imprese italiane delocalizzate all’estero dagli Istituti preposti risultavano 24.887; emigrate non certo per professionalizzare i lavoratori; ma per ridurre i salari e i diritti.
Enrico Corti
13 settembre 2024
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