BASTA
CON QUESTA SPECIFICITA’ DA QUATTRO SOLDI CHE PIACE SOLO AI GENERALI, PER I
FINANZIERI E’ TEMPO DI SINDACATO ANCHE A COSTO DELLA SMILITARIZZAZIONE. - di
Gianluca Taccalozzi
Pubblichiamo una libera manifestazione di pensiero di Gianluca Taccalozzi, presidente del Direttivo nazionale di Ficiesse. Il titolo è della redazione del sito Ficiesse
Lo “status” militare comporta una serie impressionante di limitazioni e di compressioni di diritti fondamentali riconosciuti a tutti i cittadini (di associazione, di manifestazione del pensiero, diritti politici, di tutela individuale, ecc.), in genere compensata da altrettanto sensibili vantaggi economici e previdenziali. E’ questo il condensato della c.d. “specificità ”: a “tot” di minori diritti, corrispondono “tot” soldi in più.
Pubblichiamo una libera manifestazione di pensiero di Gianluca Taccalozzi, presidente del Direttivo nazionale di Ficiesse. Il titolo è della redazione del sito Ficiesse
Lo “status” militare comporta una serie impressionante di limitazioni e di compressioni di diritti fondamentali riconosciuti a tutti i cittadini (di associazione, di manifestazione del pensiero, diritti politici, di tutela individuale, ecc.), in genere compensata da altrettanto sensibili vantaggi economici e previdenziali. E’ questo il condensato della c.d. “specificità ”: a “tot” di minori diritti, corrispondono “tot” soldi in più.
Tali
limitazioni dei diritti fondamentali sono giustificate dalla delicatezza e dalla
peculiarità della funzione di difesa demandata ai militari. In Italia, però, la
situazione è molto diversa, visto che a militari sono demandate anche funzioni
di polizia e di sicurezza interna e, caso unico, anche la funzione di polizia
economico-finanziaria, compiti che non giustificano affatto tutte le limitazioni
di diritti imposte dallo “status” militare, soprattutto se si considera
che le stesse identiche funzioni di polizia sono assegnate anche a poliziotti
civili.
Prima
della crisi, si era quindi già in presenza di una situazione anomala e
contraddittoria, che prevedeva limitazioni di diritti molto diverse tra
poliziotti civili e poliziotti militari (carabinieri e finanzieri), a fronte di
compensazioni economico/previdenziali del tutto identiche.
Con
la crisi economica ed i conseguenti provvedimenti di stabilizzazione della
finanza pubblica, la situazione è ulteriormente peggiorata, in quanto quasi
tutti i vantaggi economico/previdenziali di poliziotti e militari sono stati
eliminati o si stanno per eliminare (armonizzazione pensioni) mentre si è
paradossalmente assistito ad un’ulteriore compressione dei diritti dei militari
(legge 104, Codice dell’Ordinamento, trasferimenti, proroghe della
rappresentanza, ecc.). Come dire, oltre al danno la beffa.
La
colpa non è solo della crisi economica o di “gelosi” burocrati ministeriali e
di ministri dell’Economia poco riconoscenti verso i cittadini in divisa, ma
piuttosto di chi (precedente Governo e Stati Maggiori) ha riproposto la teoria
della “specificità ” in un periodo in cui le casse dello Stato erano
praticamente vuote e, soprattutto, delle rappresentanze militari che, con alcune
rare ed illuminate eccezioni, hanno acriticamente ed avventatamente avallato, ed
in alcuni casi addirittura osannato, questa specificità , senza comprenderne la
reale portata ed i reali effetti. Senza contare che la specificità era giÃ
pienamente applicata prima del 1981 ed anche allora. in una situazione economica
ben più fl orida, non era certo foriera di vantaggi economici per i cittadini
con le stellette.
GiÃ
, perché la specificità , quella vera, quella che realmente compenserebbe tutte
le limitazioni imposte ai militari, non vale i quattro miseri denari dell’una tantum, tra l’altro finanziati in
larga parte con risorse già accantonate per il riordino, in una sorta di
beffardo gioco delle tre carte, ma varrebbe molto, molto di più, come è negli
altri paesi occidentali (diciamo pure qualche centinaio di euro al mese ed una
vita lavorativa molto più breve).
E
allora, oggi, di fronte all’ennesimo svuotamento delle compensazioni
economico/previdenziali (perché di compensazioni si tratta e non di vantaggi o
privilegi) riconosciuti ai militari, ci chiediamo se vale ancora la pena
andare a richiedere la remunerazione della “specificità ” per ottenere quattro
miseri euro (perché tanto permette l’attuale stato del bilancio statale) che
servirebbero poi a giustificare la “specificità ” nelle sempre maggiori
limitazioni dei diritti, così come è già avvenuto per l’una tantum.
Per i tutti i militari e, soprattutto, per
carabinieri e finanzieri, non sarebbe invece il caso di richiedere con forza e
decisione l’armonizzazione dei diritti rispetto ai poliziotti civili?
Una richiesta che, in quanto “a costo zero”, potrebbe oggi incontrare
l’appoggio di quella parte della politica e delle istituzioni che è intenta a
ridurre il debito pubblico.
Al
contrario, accodandosi alla strategia dei sindacati di polizia (che sono giÃ
sindacalizzati e con la specificità mirano ad ottenere solo vantaggi economici e
l’opportunità di accorpare i carabinieri) e quella del Cocer Carabinieri o del
Cocer Esercito (che minacciano smilitarizzazione e mobilitazioni solo adesso che
hanno constatato la vacuità della “specificità ” e con il solo fine di ottenere
ancora qualche altro misero beneficio da spendere magari nella prossima campagna
elettorale) si correrebbe il rischio di trovarsi domani con una condizione di
specificità molto più gravosa in termini di diritti e molto meno compensata in
termini di vantaggi economico/previdenziali.
Vi
siete mai chiesti come mai questa “specificità ” piace tanto agli Stati Maggiori
e ad una certa parte di politica ultra-conservatrice? E come mai quando si
manifesta o si fanno comunicati, anche forti e polemici (come l’ultimo del Cocer
CC) che richiedono il pagamento della specificità , nessun generale si oppone o
è preoccupato? Mentre, al contrario, se si manifesta o si fanno comunicati che
tendono a richiedere maggiori diritti, vi è subito l’obiezione di qualche
generale o di qualche Stato Maggiore?
La
risposta è abbastanza semplice, dietro la “specificità ” si cela l’interesse di
mantenere isolati i militari dal resto del mondo civile e le amministrazioni
militari dalle regole di trasparenza amministrativa. Già perché, più i
militari sono specifici, isolati, poco tutelati e meno liberi di manifestare il
proprio pensiero, più chi comanda ha le mani libere.
E’
per questo che oggi , dopo la sostanziale armonizzazione dei trattamenti
economici e previdenziali, è necessaria l’armonizzazione dei diritti e la
sindacalizzazione della Guardia di Finanza, anche a costo di richiederne la
smilitarizzazione.
A
chi poi afferma che le stellette (e la conseguente assenza del sindacato) sono
comunque la migliore tutela per il personale, si può tranquillamente rispondere
che i tagli imposti al personale del comparto sicurezza e difesa con le ultime
manovre economiche sono maggiori rispetto al resto del pubblico impiego e che,
almeno per il momento, gli unici esuberi della pubblica amministrazione (oltre
40mila) li hanno individuati proprio nell’unico comparto non sindacalizzato, il
comparto Difesa.
GIANLUCA
TACCALOZZI
Presidente
Direttivo Nazionale Ficiesse
gianlucataccalozzi@alice.it
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