Margherita Hack e il rischio asteroidi-La nuova data per la fine del mondo:15 febbraio 2013
L’oggetto è piccolo in termini astronomici, appena 45 metri di diametro, ma fa già il suo effetto se diciamo che la sua massa è di 120 mila tonnellate, più o meno come 5000 grossi autobus. Dobbiamo preoccuparci? La risposta è rassicurante: “c’è una probabilità cumulativa dello 0,031 per cento che questo asteroide colpisca il nostro pianeta tra il 2020 e il 2082”.
Secondo gli astronomi, che ormai hanno imparato bene a calcolare le orbite dei Near-Earth Object, la traittoria di 2012 DA14 non sarà influenzata dalla gravità terrestre. Il corpo celeste, dopo aver fatto il suo “inchino” alla Terra (sic!), proseguirà indisturbato la sua rotta orbitale attorno al sole. Solo nel 2020 si potrebbe riverificare la remota possibilità di una collisione con la Terra, ma si spera che per quella data, l’umanità abbia messo a punto un sistema efficace per dirottate o distruggere gli “asteroidi canaglia” che ultimamente sono molto frequenti nel nostro Sistema Solare.
Quali danni potrebbe provocare un oggetto simile?
L’asteroide 2012 DA14, sebbene le sue dimensioni non siano state appurate con certezza assoluta, non è un corpo celeste molto massiccio. Si stima che le sue dimensioni si aggirino intorno ai 45 metri di diametro. Eppure, il suo impatto con la superficie terrestre sarebbe simile allo scoppio di una bomba termonucleare capace di distruggere un’intera metropoli.
Ciò che più preoccupa è che se veramente l’asteroide fosse stato in rotta di collisione con la Terra, non avremmo avuto abbastanza tempo per costruire un veicolo spaziale in grado di collidere con l’asteroide per distruggerlo o madarlo fuori rotta. Secondo gli esperti, la progettazione e la costruzione di un veicolo del genere richiederebbe almeno due anni.
Dobbiamo preoccuparci per il 2020?
L’astronomo Donald Yeomans, direttore della NASA Near-Earth Object Program Office al Jet Propulsion Laboratory, sull’eventualità di un impatto nel 2020 con l’asteroide 2012 DA14, ha dichiarato che una previsione precisa sull’esito del prossimo incontro ravvicinato con il corpo celeste sarà possibile solo dopo il passaggio del febbraio 2013, aggiungendo: “C’è una grande incertezza sull’orbita di 2012 DA14. La possibilità di un impatto nel 2020 sono di circa una su 83mila. Le osservazioni aggiuntive che otterremo nel febbraio del 2013 potranno diminuire drasticamente le incertezze sull’orbita dell’oggetto e la completa eliminazione della possibilità di impatto nel 2020″.
Ma cosa sappiamo dell’asteroide 2012 DA14?
2012 DA14 è stato avvistato, per la prima volta, dagli astronomi dell’Osservatorio Astronomico de La Sagra in Spagna nei primi mesi del 2012. L’asteroide ha un’orbita molto simile a quella della Terra e per questo motivo, per lungo tempo, è sfuggito all’attenzione degli astronomi. L’orbita di 2012 DA14 è un’ellisse inclinata. L’astronomo Phil Plait, il quale ha tracciato al computer l’orbita dell’asteroide, ha precisato:
“L’asteroide 2012 DA14 passa la maggior parte del suo tempo lontano dal nostro pianeta. Tuttavia, la sua traettoria porta la roccia ad avvicinarsi al nostro pianeta due volte ogni orbita, ovvero circa ogni sei mesi. L’ultima volta che è passato vicino alla Terra è stata il 16 febbraio 2012, quando era a circa 2,5 milioni di chilometri di distanza, pari a circa 6 volte la distanza dalla luna”.
In verità, l’orbita di 2012 DA14 non è del tutto chiara. I ricercatori del Near-Earth Object Program Office, della NASA Jet Propulsion Laboratory di Pasadena, in California, in un comunicato del 6 marzo hanno dichiarato: “Il 15 febbraio 2012 l’asteroide 2012 DA14 passerà ad una distanza di 20mila chilometri dalla Terra” (meno di un quarto della distanza Terra-Luna). Una distanza talmente minima, da catturare l’attenzione di quasi tutti gli abitanti della Terra.
Ci saranno effetti al passaggio di 2012 DA14
Secondo i ricercatori, non succederà nulla di speciale. La maggior parte di noi, se non è a conoscenza del suo passaggio, non lo vedrà in alcun modo. Il passaggio dell’asteroide non modificherà le maree, non causerà eruzioni vulcaniche, nè terremoti. L’unico modo per osservarlo sarà grazie a telescopi e binocoli utilizzati da osservatori esperti, capaci di leggere le mappe stellari. Noi, comuni osservatori ad occhio nudo, speriamo solo di non dover ricordare in futuro questa data.
Fonte: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2012/11/05/dopo-i-maya-la-nuova-data-per-la-fine-del-mondo-15-febbraio.html#more
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