Riceviamo da Ficiesse e pubblichiamo
SAREBBE DAVVERO COSI’ GRAVE SE PER PREVENIRE E REPRIMERE LE VIOLAZIONI
TRIBUTARIE I FINANZIERI TORNASSERO A FARE I “POLIZIOTTI”? – di Giovanni
Barrale
Amiche ed amici, negli anni, la Guardia di Finanza sembra essere
diventata un doppione dell’Agenzia delle Entrate: statistiche, numeri, verifiche
ed ancora statistiche. Si perde più tempo a fare resoconti e, per l’appunto,
statistiche che a tutelare le entrate (da qualche anno anche le
uscite).
Lo sforzo esasperato, persino ossessivo in taluni casi, di “raggiungere
il budget” sembra mettere in secondo piano tutto il resto. L’Agenzia delle
Entrate lavora già egregiamente nel controllare i contribuenti sia dal punto di
vista formale che sostanziale e negli ultimi periodi, forse grazie ai suoi
successi, si è occupata di tipologie di controlli prima
appannaggio esclusivo dei finanzieri, come ad esempio i controlli sul “campo” in
materia di scontrini e ricevute, senza tacere dei blitz che hanno fatto così
tanto clamore l’inverno scorso.
Ma anche se l’Agenzia dovesse essere resa più efficiente - e non lo
penso - non capisco perché non si intervenga direttamente su di essa piuttosto
che creare un doppione che, come tutti i doppioni, crea più problemi di quelli
che potenzialmente potrebbe risolvere.
La Guardia di Finanza, a mio avviso, non è nata per fare verifiche
fiscali o controllare le dichiarazioni dei redditi dei contribuenti con modalitÃ
meramente ragionieristiche. Altrimenti non si capisce perché l’Agenzia assume
laureati in economia e commercio e giurisprudenza mentre i finanzieri, alla
stessa stregua delle Forze Armate, prepara i propri dipendenti presso scuole
militari come l’Accademia (giusto per citare quella del ruolo
apicale).
Penso, quindi, che sia ovvio a tutti come per analizzare un bilancio sia
più utile una laurea in economia e commercio che un’ora di addestramento
formale in una delle tante caserme di addestramento della Guardia di Finanza
sparse per l’Italia.
In passato molta stampa specializzata e addirittura persino alcuni
parlamentari – sbagliando - hanno duramente messo in dubbio la necessità di
avere un Corpo siffatto, auspicandone lo scioglimento. Costoro mostrano numeri,
dati e costi della Guardia di Finanza mettendo, a volte, a dura prova la
capacità di difesa di un Corpo che dell’autonomia ha fatto la sua bandiera e che
adesso invece diventa il suo tallone d’Achille non avendo, a differenza di tutte
le altre articolazioni dello Stato, un ministero che ne possa prenderne le
difese o al quale poter chiedere un reale “sostegno”.
Non mi interessa entrare nel merito della questione se la Guardia di
Finanza abbia operato bene o male e se il Corpo debba essere
sciolto o meno. Tali argomentazioni, ammesso che siano necessarie ed utili,
spettano ad altri , non certo a me, e, personalmente, scendere su questo terreno
non mi interessa affatto. Io vado oltre.
Quando i cittadini invocano l’aiuto e l’intervento dei finanzieri
intendono, o no, riferirsi a coloro che mettono in galera i ladri ed i corrotti,
che salvano in mare i naufraghi costretti dalla fame e dalle malattie a migrare,
che arrestano e sequestrano i beni dei mafiosi? Oppure si riferiscono a dei
burocrati, sia pure bravi, che controllano la veridicità dei dati di un
bilancio?
Io credo che la gente chieda che i finanzieri facciano i
“poliziotti”,che scatenino la loro “rabbia
costruttiva”, maturata nelle dure giornate di addestramento militare
e formale, contro la mafia, i contrabbandieri, i trafficanti di droga, gli
evasori che fanno giusta mostra di sé in tutti i salotti buoni di ogni cittÃ
italiana. I cittadini, cioè, chiedono che i finanzieri vadano in strada e
contribuiscano come sanno e come possono a portare un po’ di legalità a questo
bistrattato Paese che, peraltro, ne ha costantemente bisogno.
Non fraintendetemi, non sostengo che la
Guardia di Finanza non debba più occuparsi di “verifiche” ma che al contrario
non lo debba più fare secondo gli schemi dell’Agenzia bensì secondo la sua
mentalità di forza di polizia.
I controlli devono scaturire dall’attività sul campo di
intelligence, da proprie iniziative dovute alla conoscenza capillare del
territorio in cui opera e non provenire dalle decisioni dell’alta
burocrazia secondo rigidi canoni di spartizione di controlli che servono ad
esibire solo numeri, ai quali ormai credono sempre meno persone e meno operatori
del settore.
La Guardia di Finanza deve usare il suo enorme potenziale, sia in termini
di mezzi che di uomini, per dare un servizio reale a questo Paese.
Altrimenti perché i cittadini ne sostengono i costi? Servizio che deve
comprendere anche il controllo alle frontiere marittime e terrestri
e che deve essere soprattutto un controllo capillare sul territorio e non certo
stare dietro le scrivanie difendendo una militarità che così come è praticata
non ha più senso.
A che serve infatti avere un controllore fiscale militare? A nulla!
Serve invece un moderno ed efficiente poliziotto
economico/finanziario che si occupi di reprimere innanzitutto reati quali mafia,
contrabbando, droga, evasione e che quindi ha necessità di utilizzare tutti i
mezzi di cui dispone compresi quelli marittimi e aerei.
In questo Paese c’è tanto da fare per reprimere reati quali la
concussione, la corruzione, l’evasione internazionale, lo sfruttamento della
povera gente, sempre più costretta a lavorare in nero da personaggi senza
scrupoli che si definiscono imprenditori. Questo paese ha sempre più bisogno
della Guardia di Finanza per riportare equità e giustizia in campi vitali non
solo per l’economia ma soprattutto per la dignità stessa dei cittadini come
nella sanità in cui troppo va ai furbi, siano essi corrotti e corruttori,
operatori del settore che forse dovrebbero fare altro o semplicemente falsi
malati e falsi invalidi, e poco e male a chi ha materialmente bisogno e diritto
ad un’assistenza migliore e reale soprattutto al Sud. Questo solo per fare un
breve volo pindarico su alcuni dei settori ove un intervento della Guardia di
Finanza intesa come vera forza di polizia non è solo necessario ma
inderogabile.
Questo Paese ha ancora bisogno della Guardia di Finanza ed è venuto il
momento che i finanzieri escano dalle caserme e dagli uffici per incontrare la
gente e difenderla da questo marciume imperante che non è, né può essere, la
vera Italia.
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