G8: GABRIELLI, FU UNA CATASTROFE, MAI PIU' UNA NUOVA GENOVA =
Il capo della Polizia, a Bolzaneto ci fu tortura - Al posto di
De Gennaro mi sarei dimesso per il bene della Polizia
Roma, 19 lug. (AdnKronos) - "Il G8 di Genova fu una catastrofe" , in
futuro, "non ci sarà mai più una nuova Genova: questo tempo non è
passato invano". Lo assicura il capo della Polizia, Franco Gabrielli
in un'intervista a 'Repubblica' nella quale dice chiaramente: "a
Bolzaneto ci fu tortura".
"A Genova - ricorda Gabrielli pensando a Carlo Giuliani - morì un
ragazzo. Ed era la prima volta dopo gli anni della notte della
Repubblica che si tornava ad essere ucci in piazza. Un'infinità di
persone, incolpevoli, subirono violenze fisiche e psicologiche che
hanno segnato le loro vite. E se tutto questo, ancora oggi, è motivo
di dolore, rancore, diffidenza, beh allora vuol dire che in questi
sedici anni la riflessione non è stata sufficiente. Nè è stato
sufficiente chiedere scusa a posteriori. Dopo dieci anni e e dopo le
sentenze di condanna definitive per la Diaz e Bolzaneto". (segue)
(Sin/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
19-LUG-17 09:11
NNNN
G8: GABRIELLI, FU UNA CATASTROFE, MAI PIU' UNA NUOVA GENOVA (2) =
(AdnKronos) - Della gestione dell'ordine pubblico a Genova, Gabrielli
dice che "fu semplicemente una catastrofe. E per una somma di fattori,
se vogliamo dirla tutta. Innanzitutto per la scelta sciagurata da
parte del vertice del Dipartimento di pubblica sicurezza di esautorare
la struttura locale, la Questura di Genova, dalla gestione dell'ordine
pubblico. Quindi, per la scelta infelice della città, che per
struttura urbanistica rendeva tutto più complicato. E da ultimo perchè
si scommise sulla capacità dei 'Disobbedienti' di Casarini e Agnoletto
di poter in qualche modo governare e garantire per l'intera piazza.
Capacità che dimostrarono purtroppo di non avere. Insomma, la dico in
una battuta. A Genova saltò tutto e saltò tutto da subito. Fino alla
scelta esiziale dell'irruzione nella Diaz".
Parlando delle condanne per i fatti di Genova, Gabrielli osserva:
"abbiamo assistito a condanne esemplari per la Diaz e a condanne
modeste per Bolzaneto, dove l'assenza di una norma che configurasse il
reato di tortura e l'improvviso evaporare della catena di comando e di
responsabilità che aveva posto le premesse per cui una caserma del
reparto mobile della polizia si trasformasse in un 'garage Olimpo' ha
fatto sì che oggi si continui a parlare di Diaz e pochi ricordino
Bolzaneto. Dove, lo dico chiaro, ci fu tortura. Tortura".
Gabrielli parla da "uomo e capo della Polizia libero". E dice: "Se io
fossi stato Gianni De Gennaro (all'epoca del G8 capo della Polizia,
ndr) mi sarei assunto le mie responsabilità senza se e senza ma. Mi
sarei dimesso. Per il bene della Polizia. Perchè ci sono dei momenti
in cui è giusto che il vertice compia un gesto necessario a restituire
la necessaria fiducia che un cittadino deve avere nell'istituzione cui
è affidato in via esclusiva il monopolio legittimo della forza. E,
contemporaneamente, a non fare sentire le migliaia di donne e uomini
poliziotto dei 'fusibili' sacrificabili per la difesa di dinamiche a
assetti interni all'apparato".
(Sin/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
19-LUG-17 09:11
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R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (3)
9CO786770 4 POL ITA R01
R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (3)
(9Colonne) Roma, 19 lug - "Se dovessi dare un giudizio lapidario - continua poi il capo della Polizia -, direi che a impedire (. . .) la 'costruzione della memoria condivisa' è stata la rappresentazione abnorme e strumentale, spesso speculare e contrapposta, di quanto è accaduto. Le faccio due esempi, tra i molti che potrei fare. È falso — e sottolineo falso — che nell'accertamento della verità giudiziaria sui fatti di Genova abbia influito una magistratura ideologizzata. La Polizia italiana non è stata perseguitata dal procuratore Enrico Zucca per motivi ideologici. Non solo perché non è vero. Ma perché i magistrati che si sono occupati nella fase delle indagini e in quella del giudizio di merito di quanto accaduto in quei giorni sono stati decine. E hanno lavorato con imparzialità. Del resto, cosa avrebbe dovuto pensare un pm che, di fronte ad un verbale firmato da 14 poliziotti, scopriva che ad essere identificabili erano solo in 13? Non poteva che pensare che non avesse di fronte funzionari dello Stato ma una consorteria. Detto questo, è altrettanto falso che Genova fu la prova generale di una nuova gestione politica dell'ordine pubblico, orientata alla nuova Italia del nascente berlusconismo. Ricordo a tutti, infatti, che Genova 2001 fu preceduta, in marzo, dai fatti di Napoli in piazza Plebiscito. Dalle retate negli ospedali alla ricerca dei feriti in piazza. Governava il centro-sinistra. Quindi, il problema, non era politico. Ma di una cultura dell'ordine pubblico che scommetteva sul 'pattuglione'. Una modalità di polizia transitata dalla stagione del centro-sinistra a quella del centro-destra". (Red)
190911 LUG 17
G8: Gabrielli, al posto di De Gennaro mi sarei dimesso ++
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++ G8: Gabrielli, al posto di De Gennaro mi sarei dimesso ++
'A Bolzaneto fu tortura, ma non ci sara' mai piu' un'altra Genova'
(ANSA) - ROMA, 19 LUG - "Se fossi stato Gianni De Gennaro mi
sarei assunto le mie responsabilita' senza se e senza ma. Mi
sarei dimesso. Per il bene della Polizia". In una lunga
intervista in apertura di prima pagina di Repubblica, il capo
della Polizia Franco Gabrielli parla dei fatti del G8 a Genova
di sedici anni fa. E ricorda anche il caso di Bolzaneto. "Dove,
lo dico chiaro, ci fu tortura". Ma se "fu una catastrofe",
aggiunge che "non ci sara' mai piu' una nuova Genova: questo tempo
non e' passato invano, la nostra istituzione e' sana, non deve
temere leggi e controlli".(ANSA).
GN
19-LUG-17 08:30 NNNN
G8: Gabrielli, catastrofe ma non ci sara' piu' un'altra Genova =
(AGI) - Milano, 19 lug. - La gestione dell'ordine pubblico a
Genova durante il G8 del luglio 2001 "fu semplicemente una
catastrofe" ma "questi 16 anni non sono passati inutilmente. Il
nostro sistema di prevenzione e sicurezza e' oggi quello che
conosciamo anche perche' c'e' stata Genova. Oggi il nostro
baricentro e' spostato sulla prevenzione prima che sulla
repressione". Lo sostiene, in un'intervista a 'Repubblica' il
capo della Polizia Franco Gabrielli secondo il quale "dobbiamo
liberarci della maledizione di camminare in avanti con lo
sguardo rivolto all'indietro. Consegniamo quel G8 alla Storia.
Perche' questo ci rendera' tutti piu' liberi. E quando dico
tutti penso al Paese e alla Polizia che di questo Paese e'
figlia".
Gabrielli non nasconde che "un'infinita' di persone
subirono violenze che hanno segnato le loro vite" e che in
questi 16 anni "non si e' riflettuto a sufficienza. E chiedere
scusa a posteriori non e' bastato" ma "e' falso - aggiunge
Gabrielli - che nell'accertamento della verita' giudiziaria
abbia influito una magistratura ideologizzata". Il processo
pero' "accerta singoli fatti" ma "sfuggono quelle che a me
piace definire responsabilita' sistemiche" e quindi ci sono
statate "condanne esemplari per la Diaz e condanne modeste per
Bolzaneto", dove "lo dico chiaro, ci fu tortura".
Per quanto riguarda infine l'allora capo della Polizia
Gianni De Gennaro "anche se ci lega un antico rapporto
personale", "io al suo posto mi sarei dimesso senza
esitazioni". "la Polizia pero' e' sana - ribadisce - lo e' oggi
come lo era in quel luglio 2001. E lo posso dire perche' io
sono cresciuto in questa Polizia". (AGI)
Red/Car
190820 LUG 17
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R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (1)
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R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (1)
(9Colonne) Roma, 19 lug - "La nottata non è mai passata. A Genova morì un ragazzo. Ed era la prima volta dopo gli anni della notte della Repubblica che si tornava ad essere uccisi in piazza. A Genova, un'infinità di persone, incolpevoli, subirono violenze fisiche e psicologiche che hanno segnato le loro vite. E se tutto questo, ancora oggi, è motivo di dolore, rancore, diffidenza, beh, allora vuol dire che, in questi sedici anni, la riflessione non è stata sufficiente. Né è stato sufficiente chiedere scusa a posteriori. Dopo dieci anni e dopo le sentenze di condanna definitive per la Diaz e Bolzaneto. Se infatti ciclicamente e invariabilmente si viene risucchiati a quei giorni, se il G8 di Genova è diventato un benchmark cui si è condannati a restare crocefissi, questo vuol dire non solo che non è stato messo un punto. Ma, soprattutto, che il momento di mettere questo punto è arrivato. Per non continuare a dover camminare in avanti con lo sguardo rivolto all'indietro": così il capo della Polizia, Franco Gabrielli, in un'intervista a Repubblica. Secondo Gabrielli la gestione dell'ordine pubblico a Genova "fu semplicemente una catastrofe. E per una somma di fattori, se vogliamo dirla tutta. Innanzitutto per la scelta sciagurata da parte del vertice del Dipartimento di pubblica sicurezza di esautorare la struttura locale, la Questura di Genova, dalla gestione dell'ordine pubblico. Quindi, per la scelta infelice della città, che per struttura urbanistica rendeva tutto più complicato. E, da ultimo, perché si scommise sulla capacità dei 'Disobbedienti' di Casarini e Agnoletto di poter in qualche modo governare e garantire per l'intera piazza. Capacità che dimostrarono purtroppo di non avere. Insomma, la dico in una battuta. A Genova saltò tutto. E saltò tutto da subito. Fino alla scelta esiziale dell'irruzione nella Diaz". (SEGUE)
190845 LUG 17
R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CASTASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (2)
9CO786764 4 POL ITA R01
R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CASTASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (2)
(9Colonne) Roma, 19 lug - Gabrielli sottolinea inoltre che "per il G8 di Genova abbiamo assistito a condanne esemplari per la Diaz e a condanne modeste per Bolzaneto, dove l'assenza di una norma che configurasse il reato di tortura e l'improvviso evaporare della catena di comando e di responsabilità che aveva posto le premesse per cui una caserma del reparto mobile della polizia si trasformasse in un 'garage Olimpo' ha fatto sì che oggi si continui a parlare di Diaz e pochi ricordino Bolzaneto. Dove, lo dico chiaro, ci fu tortura. Tortura. Per altro, parlando di Bolzaneto, il destino è curioso. Quella caserma, molti anni fa, fu la mia prima destinazione da poliziotto". Poi Gabrielli parla dell'allora ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro: "Non ho nessuna difficoltà a farlo, anche se ci lega un antico rapporto personale. E tuttavia con una premessa, che non è necessariamente una clausola di stile. E sempre complicato e soprattutto rischia di suonare supponente dire quello che qualcun altro avrebbe dovuto fare. Anche perché non sempre si conoscono il contesto e gli equilibri in cui determinate decisioni sono state prese. Detto questo, siccome non ho nessuna intenzione di sottrarmi, perché sono un uomo e un capo della Polizia libero, le dico che se io fossi stato Gianni De Gennaro mi sarei assunto le mie responsabilità senza se e senza ma. Mi sarei dimesso. Per il bene della Polizia. Perché ci sono dei momenti in cui è giusto che il vertice compia un gesto necessario a restituire la necessaria fiducia che un cittadino deve avere nell'istituzione cui è affidato in via esclusiva il monopolio legittimo della forza. E, contemporaneamente, a non far sentire le migliaia di donne e uomini poliziotto dei 'fusibili' sacrificabili per la difesa di dinamiche e assetti interni all'apparato". (SEGUE)
190855 LUG 17
R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (3)
9CO786770 4 POL ITA R01
R. STAMPA / G8 GENOVA, GABRIELLI: FU CATASTROFE, A BOLZANETO TORTURA (3)
(9Colonne) Roma, 19 lug - "Se dovessi dare un giudizio lapidario - continua poi il capo della Polizia -, direi che a impedire (. . .) la 'costruzione della memoria condivisa' è stata la rappresentazione abnorme e strumentale, spesso speculare e contrapposta, di quanto è accaduto. Le faccio due esempi, tra i molti che potrei fare. È falso — e sottolineo falso — che nell'accertamento della verità giudiziaria sui fatti di Genova abbia influito una magistratura ideologizzata. La Polizia italiana non è stata perseguitata dal procuratore Enrico Zucca per motivi ideologici. Non solo perché non è vero. Ma perché i magistrati che si sono occupati nella fase delle indagini e in quella del giudizio di merito di quanto accaduto in quei giorni sono stati decine. E hanno lavorato con imparzialità. Del resto, cosa avrebbe dovuto pensare un pm che, di fronte ad un verbale firmato da 14 poliziotti, scopriva che ad essere identificabili erano solo in 13? Non poteva che pensare che non avesse di fronte funzionari dello Stato ma una consorteria. Detto questo, è altrettanto falso che Genova fu la prova generale di una nuova gestione politica dell'ordine pubblico, orientata alla nuova Italia del nascente berlusconismo. Ricordo a tutti, infatti, che Genova 2001 fu preceduta, in marzo, dai fatti di Napoli in piazza Plebiscito. Dalle retate negli ospedali alla ricerca dei feriti in piazza. Governava il centro-sinistra. Quindi, il problema, non era politico. Ma di una cultura dell'ordine pubblico che scommetteva sul 'pattuglione'. Una modalità di polizia transitata dalla stagione del centro-sinistra a quella del centro-destra". (Red)
190911 LUG 17
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