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martedì 5 dicembre 2017

Er Mattonella

Il Fatto Quotidiano di martedì 5 dicembre 2017, pagina 1

Er Mattonella


di Travaglio Marco


» MARCO TRMwIGuO iu che alla tradizione del bue che dà del cornuto all'asino (anzi al bue), la campagna contro le fake news lanciata dal noto spara-balle Matteo Renzi fa venire in mente un brevissimo film dei fratelli Lumière, L'arroseur arrosé (L'innaffiatore innaffiato). O una frase di Carmelo Bene in Un Amleto di meno: "È bello al minatore saltare in aria della sua stessa mina!". L'altro giorno, sullo scandalo Etruria, il noto bufalaro pensava di aver chiuso la partita grazie alla testimonianza del procuratore di Arezzo alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, esattamente come quest'estate si illudeva di aver liquidato l'altra affaireche gli leva il sonno, Consip, grazie all'audizione del procuratore di Modena Lucia Musti al Csm. Purtroppo per lui, nel breve volgere di un paio di giorni, si è scoperto che entrambi i casi sono più aperti che mai. Su Consip, mentre Renzi e i suoicari strillavano al golpe militar-giudiziario, bastò leggere il verbale della Musti per scoprire che mai la pm aveva dettociòche i renziani e i giornaloni al seguito le avevano attribuito: e cioè che il capitano Scafarto e il colonnello Ultimo del Noe l'avevano sollecitata a colpire Renzi con la frase "Lei se vuole ha una bomba in mano e può farla esplodere. Scoppierà un casino, arriviamo a Renzi". La prima parte della presunta frase sarebbe di Ultimo, datata 2015 e riferita a un filone dell'indagine Cpl Concordia (estraneo a Renzi) passato a Modena. La seconda sarebbe invece di Scafarto, risalente a12016e riguardante l'inchiesta Consip, a cui l'ufficiale stava lavorando per i pm di Napoli e in cui emergevano i nomi di Renzi, babbo Tizianoe altri del Giglio Magico. Fine del golpe. Ora, su Etruria, si replica sullo stesso copione. Venerdì il capo della Procura di Arezzo Roberto Rossi, già noto per le bugie e le omissioni rifilate al Csm sul suo conflitto d'interessi di consulente del governo Renzie di titolare dell'azione penale su Etruria, viene audito in Commissione. Attacca Bankitalia per una storia priva di rilevanza peEr Mattonella naie (il presunto tentativo di fondere Etruria a Pop Vicenza) ed estranea alla sua competenza territoriale (degli organi di vigilanza si occupa la Procura di Roma). E rivela che, nelle sue indagini sulla bancarotta dell'istituto aretino, non è emersa alcuna responsabilità di papà Boschi. Questi infatti era "solo" membro del Cda dal 2011 e vicepresidente dai 2014, mentre i crediti non garantiti erano stati deliberati fino a12010 (e le successive proroghe firmate dai suoi Cda? Boh). Siccome Rossi non invoca il segreto investigativo, l'opposizione gli domanda degli altri filoni d'inchiesta su Etruria......continuazione su Il Fatto Quotidiano

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