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mercoledì 1 agosto 2018
RICERCA: PIU' RISCHI DEMENZA DOPO TRAUMA CRANICO, ITALIANI SCOPRONO MECCANISMO
MERCOLEDÌ 01 AGOSTO 2018 14.13.54
SALUTE
RICERCA: PIU' RISCHI DEMENZA DOPO TRAUMA CRANICO, ITALIANI SCOPRONO MECCANISMO =
Studio dell'Istituto Mario Negri di Milano Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) - Più chiaro il meccanismo che fa del trauma cranico, anche lieve, un fattore di rischio per la demenza. Uno studio realizzato dall'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, e pubblicato su 'Brain', dimostra che questo tipo di lesione induce la formazione di un'anomalia della proteina tau che si propaga nel cervello causando perdita di memoria e danni ai neuroni. "Il trauma cranico grave - spiega Elisa Zanier che insieme a Roberto Chiesa ha coordinato lo studio pubblicato la ricerca - è la principale causa di morte e disabilità permanente nei giovani adulti. Inoltre, anche quando di lieve entità, rappresenta un importante fattore di rischio per l'insorgenza di demenze come l'Alzheimer e l'encefalopatia cronica post-traumatica, malattia tipica degli sport da contatto, come la boxe. Comprendere il meccanismo responsabile della transizione da danno cerebrale acuto a malattia cronica neurodegenerativa consentirebbe di sviluppare nuove terapie". (segue) (Com-Ram/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 01-AGO-18 14:13 NNNN
MERCOLEDÌ 01 AGOSTO 2018 14.13.54
SALUTE
RICERCA: PIU' RISCHI DEMENZA DOPO TRAUMA CRANICO, ITALIANI SCOPRONO MECCANISMO (2) =
(AdnKronos Salute) - "Analizzando il cervello di individui deceduti anni dopo un singolo trauma cranico grave, abbiamo notato che si formavano depositi diffusi di una forma anomala della proteina tau, tipica di alcune demenze", continua William Stewart neuropatologo dell'università di Glasgow che ha partecipato allo studio. "Lo stesso fenomeno - precisa Chiesa - lo abbiamo riprodotto nel topo in cui abbiamo visto che la proteina tau anomala si formava inizialmente nella zona attigua al trauma ma, col tempo, si diffondeva alle altre aree del cervello. Questo fenomeno ricordava la propagazione dei prioni, le proteine infettive scoperte dal premio Nobel Americano Stanley Prusiner. Proprio come un prione, la tau generata dal trauma, propagandosi nel cervello, induceva perdita di memoria e danni alle cellule nervose". "Il fatto che un singolo trauma generi una forma di tau in grado di auto-propagarsi contribuendo al danno a lungo termine, spiega come un evento meccanico acuto possa evolvere in una malattia progressiva neurodegenerativa", conclude Zanier. In Europa più di 5 milioni di persone vivono con una disabilità fisica e/o psicologica conseguente a trauma cranico moderato o grave. Lo studio dell'Irccs Mario Negri identifica la propagazione della tau quale meccanismo alla base della disabilità permanente nel paziente traumatizzato e suggerisce che interferire con questo meccanismo possa avere effetti terapeutici. (Com-Ram/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 01-AGO-18 14:13 NNNN
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