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venerdì 28 settembre 2018

NEWS MINORI-PEDIATRIA. Adolescenti e salute mentale, "risposte arrivano tardi"


VENERDÌ 28 SETTEMBRE 2018 08.16.09
SALUTE

NEWS MINORI-PEDIATRIA. Adolescenti e salute mentale, "risposte arrivano tardi"

NEWS MINORI-PEDIATRIA. Adolescenti e salute mentale, "risposte arrivano tardi" A Bologna il documento Aismi; dai professionisti a 11-16 anni. (DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 28 set. - Un documento per riflettere sul tema della salute mentale degli adolescenti e fare il punto sulle risposte che i territori offrono. Si chiama "La salute mentale degli adolescenti" ed e' stato elaborato dal gruppo di lavoro attivato all'interno della Consulta delle associazioni e delle organizzazioni istituita e presieduta dalla Garante per l'infanzia e l'adolescenza Filomena Albano. E' stato presentato questo pomeriggio all'Opificio Golinelli di Bologna, iniziativa curata da Aismi, Associazione italiana per la salute mentale infantile, e Cismai, Coordinamento italiano servizi contro maltrattamento e abuso all'infanzia. La ricerca e' stata condotta attraverso focus group territoriali, per fotografare la realta'. La prevenzione. "L'adolescenza e' un'eta' complessa- spiega Gloria Soavi, presidente di Cismai- Certo porta con se' fragilita' tipiche, che possono pero' trasformarsi anche in un disagio vero e proprio, che come tale deve essere preventivamente intercettato e affrontato". Come riporta il documento, la prima necessita' su cui lavorare e' la prevenzione: "Non e' un termine molto di moda, ma e' fondamentale. Il disagio mentale fisiologico va distinto da un disagio piu' strutturato. E prima lo si fa meglio e'". L'ascolto e gli adulti. Le ricerche condotte per redigere il documento confermano quanto emerso da una ricerca del Cismai del 2015: i ragazzi con problemi arrivano all'attenzione dei professionisti tra gli 11 e i 16 anni. "Spesso e' troppo tardi, e le difficolta' aumentano". Il perche' di questo ritardo va ricercato anche in una scarsa attenzione da parte degli adulti: "È necessario che il canale di comunicazione adulti-adolescenti rimanga aperto perche' il ragazzo si senta libero di chiedere aiuto. Ci sono fattori di rischio: maltrattamenti, abusi, certo. Ma anche una delle nuove forme di violenza e' quella sul web. Se ignorato, il malessere del giovane puo' condurre anche a qualcosa di piu' grave: una dipendenza, l'abbandono scolastico. La depressione, il rischio suicidario, solo per fare qualche esempio". Dalla mappatura emerge che il ruolo degli adulti stia vivendo un momento di crisi. Scuola e famiglia si sentono in difficolta' e chiedono aiuto. "Va garantito un dialogo integrato e gli adulti devono essere competenti. Spesso e' stata riscontrata una difficolta' a reperire personale con esperienza specifica nel campo". Msna e minori autori di reato i piu' a rischio. In piu' di un gruppo sono emerse problematiche nella gestione e nella presa in carico delle persone migranti di minore eta', che richiedono approfondimenti specifici e percorsi mirati. Il disagio psichico e i disturbi psichiatrici sono inoltre particolarmente presenti tra le persone di minore eta' coinvolte in fatti con rilevanza penale. Si riscontrano, in questo ambito, assenza di protocolli specifici, difficolta' di relazione con l'autorita' giudiziaria, difficolta' a condividere una "flessibilita'" di intervento, in modo che i tempi dei provvedimenti dell'autorita' giudiziaria minorile tengano conto dei tempi di crescita e di sviluppo del minorenne con disagio psichico. "Complessivamente il documento evidenzia come gli adolescenti a maggior rischio per la salute mentale (adottivi, migranti, utenti del penale ecc.) siano paradossalmente quelli per i quali le risposte sono maggiormente insufficienti e aspecifiche, pur esistendo alcune buone pratiche locali meritevoli di diffusione", continua Soavi. Tra le altre criticita' emerse dal protocollo, anche i tempi della presa in carico, spesso non adeguati alle esigenze del ragazzo e della famiglia. "È cosa nota la situazione di criticita' che il welfare sta affrontando in questi anni, ma ci sono anche molte buone prassi", continua Soavi. Tra di esse, la multidisciplinarieta' con cui si affrontano i casi (a livello sanitario, sociale e scolastico), le competenze e i saperi specifici. "In alcune zone ci sono servizi di consulenza immediata per decodificare il problema, ci sono modelli di screening per gli adottivi. Ma non basta: per funzionare davvero, tutto cio' deve essere messo a sistema". Il documento si conclude con una serie di raccomandazioni. In primis, e' fondamentale rispettare i principi di specificita', partecipazione, continuita' e autonomia. Da evitare, il ricovero di minorenni con disturbi psichiatrici in strutture dedicate agli adulti. Occorrono poi investimenti in prossimita' e lavoro qualificato in rete, oltre che una visione complessiva che valorizzi l'apporto di ciascuna professionalita' (assistente sociale, pediatra, pedagogista, educatore, psicologo). Va garantita la continuita' dei percorsi intrapresi in ambito sociale ed educativo; serve un sistema di monitoraggio della salute mentale di bambini e adolescenti, l'integrazione della rete educativa e sociale con la rete specialistica e dedicata. Infine, e' necessario lavorare per fornire risposte flessibili e rapidamente attivabili. "Questo documento e' un punto di arrivo, certo- conclude Soavi- ma anche di partenza: ora e' necessario ridiscuterlo nei territori e spostare l'attenzione su questi temi". Gli adolescenti e i bambini saranno al centro anche del convegno "La cassetta degli attrezzi: tecniche e strumenti per la prevenzione e la cura della violenza all'infanzia" organizzato da Cismai il 5 e il 6 ottobre a Milano per festeggiare i primi 25 anni dell'associazione. (Wel/ Dire) 08:15 28-09-18 NNNN

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