VENERDÌ 28 SETTEMBRE 2018 08.10.06
SICUREZZASALUTE
NEWS MINORI-PEDIATRIA. Sin: 10% neonati pretermine, in 42% casi con problemi respiratori
NEWS MINORI-PEDIATRIA. Sin: 10% neonati pretermine, in 42% casi con problemi respiratori
Contribuiscono a 50% morti in epoca neonatale e 40% infantile. Dati Nnsin
(DIRE-Notiziario settimanale Minori e Pediatria) Roma, 28 set. -
Le problematiche di tipo respiratorio interessano il 42% dei
neonati pretermine, fra queste la sindrome da distress
respiratorio (RDS) e' quella piu' frequente (29%).
Poi c'e' la PDA (Pervieta' del Dotto Arterioso) che riguarda il
7,9% e le Sepsi 6,3%. I neonati di Eta' Gestazionale (EG)
inferiore alle 37 settimane, pur rappresentando una popolazione
numericamente piccola, circa il 10% delle nascite (quelle sotto
le 32 settimane circa l'1%), contribuiscono a piu' del 50% delle
morti in epoca neonatale e a circa il 40% di quella infantile.
Questi neonati presentano inoltre un elevato rischio di gravi
esiti a distanza (neurosensoriali, cognitivi, respiratori, etc.)
e richiedono un importante impegno di risorse da parte del SSN
sia durante la degenza ospedaliera che dopo la dimissione. Queste
sono alcune delle informazioni che emergono dalla prima analisi
dei dati del Neonatal Network della Societa' italiana di
neonatologia (Sin) relativi agli anni 2015-2017, presentata nei
giorni scorsi, in occasione del XXIV Congresso Nazionale.
Il Neonatal Network della Societa' Italiana di Neonatologia
(NNSIN), il primo network italiano che raccoglie informazioni su
tutti i nati pretermine dei centri aderenti, e' stato creato per
disporre di dati epidemiologici affidabili, finalizzati al
miglioramento della qualita' e della sicurezza delle cure
neonatali, mettendo in rete tutti i reparti di Patologia
neonatale e/o Terapia Intensiva Neonatale (TIN) italiani.
Pur con i limiti fisiologici di una collaborazione ancora nella
sua fase di crescita, i risultati presentati, sia sulla
prevalenza di alcune patologie, che di procedure assistenziali,
che di esiti, mettono in evidenza aspetti clinici ed
assistenziali di notevole interesse per i professionisti, la
comunita' scientifica ed i "policy-makers". Per questi ultimi
potra' essere rilevante il contributo del Network alle attivita'
di programmazione delle reti regionali neonatologiche cosi' come
delineate nell'accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010
(Percorso nascita), nel DM n. 70/2015 (nuovo regolamento sugli
standard dell'assistenza ospedaliera), nonche' nel recente
accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2018 sulle reti cliniche
tempo-dipendenti.
Il Neonatal Network della Sin si propone, inoltre, di consentire
la partecipazione a programmi coordinati di ricerca e di
formazione e di promuovere collaborazioni con esperienze simili a
livello internazionale.
In Italia sono operativi 241 reparti di Patologia neonatale
e/o Terapia Intensiva Neonatale, di cui il 54,2% al Nord, il
22,8% al Centro ed il 32% al Sud/Isole. Considerando i primi tre
anni di attivita' 2015-2017, hanno aderito in totale al Network
68 centri. I neonati registrati sono stati rispettivamente 4.801
(2015), 5.119 (2016) e 5.236 (2017) con un incremento percentuale
pari al 9%. Fra i 58 centri che hanno inviato dati nel 2017, 17
erano collocati al Nord, 24 al Centro e 17 al Sud/Isole.
"Pur rilevando un chiaro incremento di adesione in questo
triennio- si legge nel comunicato della Sin- la partecipazione al
Network dovra' essere ulteriormente promossa. Considerata l'ampia
eterogeneita' clinica della popolazione dei nati pretermine sotto
le 37 settimane di eta' gestazionale, tutte le analisi sono state
stratificate per gruppi maggiormente omogenei: 22-24, 25-27,
28-31, 32-33 e 34-36 settimane di EG".
Alcuni dati rilevanti. I nati da procreazione medicalmente
assistita (PMA), esclusa l'induzione farmacologica
dell'ovulazione, erano il 14,3% nell'intera popolazione, con
valori piu' elevati nelle classi di EG fra 28 e 33 settimane
(circa 18%). Rispetto alla popolazione generale (tutte le EG) si
conferma nei pretermine un eccesso di nascite plurime che aumenta
in modo costante dalle EG piu' basse fino a raggiungere un valore
del 40% nella classe 32-33 settimane. Incrociando i dati fra PMA
e nati plurimi si evidenziano, in tutte e cinque le classi di EG,
percentuali di plurimi significativamente piu' alte fra i nati
esposti a tecniche di procreazione artificiale rispetto ai non
esposti.
Riguardo al sesso, si osserva una lieve prevalenza del sesso
maschile rispetto alle femmine senza particolari andamenti
associati all'eta' gestazionale. Il 35.2% di tutti i pretermine
con una qualsiasi forma di affezione respiratoria ha necessitato
di ossigenoterapia dopo la sala parto. Il ricorso
all'ossigenoterapia si mantiene elevato sotto le 32 settimane e
va progressivamente a ridursi con l'aumentare dell'EG. Il
supporto respiratorio utilizzato piu' spesso e' risultato essere
la ventilazione non invasiva in nasal-CPAP (29.4%)".
Passando agli esiti neonatali, la Sin rileva che "e'
importante precisare che il numero di nati per i quali sono state
calcolate le frequenze delle patologie e' variabile a causa di
dati mancanti. Inoltre per particolari patologie sono esclusi dal
denominatore i deceduti prima della manifestazione dell'esito (in
particolare displasia broncopolmonare e retinopatia). Le
problematiche di tipo respiratorio sono sicuramente le piu'
frequenti tra quelle registrate nel network (42% sotto le 37
settimane). Seguono, in ordine di frequenza, le crisi di apnea,
la tachipnea transitoria, la pervieta' del dotto arterioso, le
sepsi tardive, la broncodisplasia, la leucomalacia
periventricolare e le sepsi precoci.
Analizzando i dati per classe di EG si confermano prevalenze
piu' alte nei neonati di EG < 31 settimane nei quali aumenta
anche la gravita' delle manifestazioni cliniche.
Nell'intero campione dei casi raccolti nel triennio, la
mortalita' "intra-ospedaliera" e' stata pari al 2,4% (422
decessi). Come atteso i valori piu' alti si sono osservati nella
classe di EG 22-24 settimane (55,6%) e 25-27 settimane (21,3%)
con un decremento significativo in quelle 28-31 (4,6%), 32-33
(0,6%) e 32-36 (0,2%). Per tutte e tre le classi di EG e
complessivamente sotto le 32 settimane, se pur con differenze
importanti in termini di sopravvivenza, le prime settimane di
degenza rappresentano il periodo a maggior rischio di mortalita'.
Insieme alla mortalita', gli esiti alla dimissione costituiscono
un indicatore importante delle condizioni di salute dei neonati
pretermine. Tra gli esiti gravi alla dimissione: emorragia
intraventricolare di III e IV grado, leucomalacia
periventricolare, broncopneumodisplasia, retinopatia di III e IV
grado, altri esiti sono: tachipnea transitoria, sindrome da
distress respiratorio, crisi di apnea, pneumotorace, pervieta'
del dotto arterioso, enterocolite necrotizzante, sepsi early e
late.
Sotto le 25 settimane la mortalita' ha rappresentato l'esito
prevalente nell'indagine, a fronte di un 42% di neonati con esiti
importanti; questa proporzione si inverte nel gruppo 25-27
settimane di EG, ma sia nella prima classe che nella seconda
classe di EG piu' del 75% dei neonati o non sopravvive o
sopravvive con un esito grave. Va rilevato che nel gruppo dei
"late preterm" il 75% dei neonati non ha presentato durante il
ricovero nessuna delle condizioni definite "minori" come altri
esiti.
La variabilita' degli indici di mortalita' e morbosita' fra le
varie regioni italiane e fra i vari centri riflettono non solo
diversita' nel case-mix dei neonati assistiti, ma anche
differenze nell'organizzazione dei servizi di assistenza
perinatale. In questo contesto la disponibilita' di un database
neonatale nazionale, frutto della collaborazione dei centri che
assistono neonati pretermine, rappresenta uno strumento di
conoscenza epidemiologica utile sia per una adeguata
programmazione dei servizi perinatali a livello nazionale e
regionale che per un miglioramento delle cure in ambito clinico
anche a livello di singolo reparto.
(Wel/ Dire)
08:09 28-09-18
NNNN
Nessun commento:
Posta un commento