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venerdì 17 gennaio 2020

>>>ANSA/ Testati super antibiotici,eviterebbero 3mila morti anno

VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 18.44.19

>>>ANSA/ Testati super antibiotici,eviterebbero 3mila morti anno

ZCZC8073/SXB XSP27181_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/ Testati super antibiotici,eviterebbero 3mila morti anno Mortalita' ridotta dal 50% al 10% (di Livia Parisi) (ANSA) - GENOVA, 17 GEN - I nuovi super antibiotici permettono di ridurre le morti causate da super batteri dal 50-55% al 10-15%: una diminuzione di un terzo che equivarrebbe, se fossero utilizzati, a evitare circa 3.000 morti l'anno in Italia. Lo dimostrano recenti studi clinici, presentati al convegno organizzato a Genova dalla Fondazione Internazionale Menarini, che vede riuniti i massimi esperti per fare il punto sull'antibioticoresistenza. Le infezioni causate da batteri che resistono agli antibiotici uccidono ogni anno 700.000 persone nel mondo, 33.000 in Europa, 10.000 in Italia. Numeri destinati ad aumentare drammaticamente ma che, "utilizzando al meglio e piu' precocemente gli antibiotici piu' innovativi, alcuni gia' esistenti e altri in fase di approvazione, si potrebbero ridurre gia' oggi", osserva Matteo Bassetti, presidente della Societa' Italiana Terapia Antinfettiva (Sita). Per esempio, una decina di studi clinici di fase 3 e che hanno coinvolto complessivamente un migliaio di persone con Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, mostrano, spiega Bassetti, "che i nuovi antibiotici diminuiscono la mortalita' dal 50-55% al 10-15%. Una riduzione di un terzo che, solo nel nostro Paese, equivarrebbe a salvare circa 3.000 vite l'anno", oltre 10.000 in Europa. Queste nuove molecole agiscono inattivando il 'veleno' prodotto dai batteri per 'uccidere' l'antibiotico (ovvero inibiscono gli enzimi betalattamasi). Tuttavia, denunciano gli esperti, fanno fatica ad arrivare ai pazienti. "Alcune di queste sono gia' state approvate dalla Food and Drug Administration (Fda) e dall'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), pero' trovano un ostacolo all'utilizzo nella pratica clinica, per una serie di ragioni, anche economiche", spiega Marin Kollef, professore di medicina presso la Washington University School of Medicine. C'e' poi un problema di scarsa ricerca. Lo dimostra il fatto che, prosegue Bassetti, ordinario di Malattie Infettive presso l'Universita' di Genova, "sono soltanto 12, nel mondo, le nuove molecole in fase avanzata di sviluppo clinico in antibioticoterapia, a fronte delle oltre 700 in oncologia. Il paradosso e' che i progressi in chirurgia, trapiantologia e oncologia permettono oggi di salvare molte piu' vite. Vite che pero' rischiamo di perdere a causa di infezioni ospedaliere da germi resistenti". Per contrastare questa "minaccia, che mai come ora e' stata piu' immediata", l'Organizzazione mondiale della sanita' e' tornata a chiedere oggi di "potenziare la ricerca". Ma, affermano gli esperti, e' necessario anche incentivare l'utilizzo di nuovi antibiotici che gia' esistono, "veri salvavita come gli antitumorali", conclude Bassetti, "che dovrebbero essere utilizzati piu' precocemente, anche in maniera empirica, soprattutto per i pazienti piu' gravi, in cui un ritardo nell'inizio di una terapia giusta puo' essere fatale". Anche per questo gli esperti propongono di equiparare i requisiti regolatori dei nuovi antibiotici a quelli dei farmaci oncologici, creando percorsi regolatori accelerati e semplificati. (ANSA). YQX-CR 17-GEN-20 18:43 NNNN

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