Repubblica di giovedì 2 gennaio 2020, pagina 25
Quegli schiaffi a Venezia in nome del Duce - Quegli schiaffi del Duce a Venezia
Quegli schiaffi a Venezia in nome del Duce di Paolo Berizzi L' acqua alta della democrazia si misura all'alba degli anni Venti del terzo millennio: e che sia accaduto in piazza San Marco è l'ultima beffa del caso.
• a pagina 25 L'aggressione a Scotto Quegli schiaffi del Duce a Venezia di Paolo Berizzi L' acqua alta della democrazia si misura all'alba degli anni Venti del terzo millennio: e che sia accaduto in piazza San Marco, proprio lì, è l'ultima beffa del caso. 11 branco di vigliacchi che allo scoccare della mezzanotte del 2020 in mezzo alla folla gioiosa di Venezia ha pestato Arturo Scotto al grido di «Anna Frank sei finita nel forno» e «Duce duce», non è solo il pessimo esordio del nuovo anno. E l'ennesimo segnale di un fenomeno preoccupante e (ancora) sottovalutato: lo squadrismo nazifascista 2.0. Gruppi di estremisti che, persino in una notte di festa, e dunque un contesto neutro, scevro dalla contaminazione dell'odio politico, si calano in testa il cappuccio dell'infamia e dalle parole - le più vomitevoli, quelle che lordano i social e rimbalzano nelle curve nere degli stadi - passano ai fatti. Stavolta è toccato a un politico. La notte del 31 dicembre è in piazza con la moglie e il figlio quattordicenne per brindare al Capodanno: da padre di famiglia, tra decine di migliaia di persone. C'è l'uomo e basta, non il politico. E tutto avrebbe immaginato, Scotto, aspettando il rituale countdown e i fuochi di artificio, tranne che ritrovarsi con il volto tumefatto dai cazzotti di otto ragazzi; otto picchiatori travestiti da festa che colpiscono l'ex parlamentare di Sel (oggi dirigente di Articolo 1-Mdp) per fargli pagare la sua colpa: avere difeso i valori della democrazia nata dall'antifascismo. La violenza cieca deflagra quando Scotto osa l'inosabile, almeno per chi rimpiange i dittatori e si esprime con le mani: chiedere alla comitiva di piantarla di gridare «Duce Duce» e intonare cori nazisti. Giù pugni.----segue sulla testata--------
• a pagina 25 L'aggressione a Scotto Quegli schiaffi del Duce a Venezia di Paolo Berizzi L' acqua alta della democrazia si misura all'alba degli anni Venti del terzo millennio: e che sia accaduto in piazza San Marco, proprio lì, è l'ultima beffa del caso. 11 branco di vigliacchi che allo scoccare della mezzanotte del 2020 in mezzo alla folla gioiosa di Venezia ha pestato Arturo Scotto al grido di «Anna Frank sei finita nel forno» e «Duce duce», non è solo il pessimo esordio del nuovo anno. E l'ennesimo segnale di un fenomeno preoccupante e (ancora) sottovalutato: lo squadrismo nazifascista 2.0. Gruppi di estremisti che, persino in una notte di festa, e dunque un contesto neutro, scevro dalla contaminazione dell'odio politico, si calano in testa il cappuccio dell'infamia e dalle parole - le più vomitevoli, quelle che lordano i social e rimbalzano nelle curve nere degli stadi - passano ai fatti. Stavolta è toccato a un politico. La notte del 31 dicembre è in piazza con la moglie e il figlio quattordicenne per brindare al Capodanno: da padre di famiglia, tra decine di migliaia di persone. C'è l'uomo e basta, non il politico. E tutto avrebbe immaginato, Scotto, aspettando il rituale countdown e i fuochi di artificio, tranne che ritrovarsi con il volto tumefatto dai cazzotti di otto ragazzi; otto picchiatori travestiti da festa che colpiscono l'ex parlamentare di Sel (oggi dirigente di Articolo 1-Mdp) per fargli pagare la sua colpa: avere difeso i valori della democrazia nata dall'antifascismo. La violenza cieca deflagra quando Scotto osa l'inosabile, almeno per chi rimpiange i dittatori e si esprime con le mani: chiedere alla comitiva di piantarla di gridare «Duce Duce» e intonare cori nazisti. Giù pugni.----segue sulla testata--------
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