Translate

martedì 7 gennaio 2020

R. STAMPA / TRASPARENZA, CANTONE: I VETRI OPACHI DELLE ISTITUZIONI


MARTEDÌ 07 GENNAIO 2020 10.32.05


R. STAMPA / TRASPARENZA, CANTONE: I VETRI OPACHI DELLE ISTITUZIONI

9CO1029943 4 POL ITA R01 R. STAMPA / TRASPARENZA, CANTONE: I VETRI OPACHI DELLE ISTITUZIONI (9Colonne) Roma, 7 gen - "Il cosiddetto Milleproroghe è di per sé una prassi anomala, sconosciuta infatti negli altri Paesi, perché la proroga di un termine dovrebbe essere un'eccezione giustificata da situazioni imprevedibili. Quando diventa più o meno la regola rende meno credibili legge e legislatore, perché il cittadino si abitua all'idea che le scadenze siano ballerine. A questo aspetto negativo se ne accompagna spesso un altro ancora più pericoloso: quello di agganciare alle proroghe norme che introducono modifiche legislative a volte anche rilevanti. Le nuove norme sono spesso contenute nelle 'pieghe' del provvedimento, occultate nei rimandi e rinvii ad altre disposizioni e vengono approvate, vista l'urgenza, senza nemmeno un dibattito parlamentare vero; un comportamento tante volte stigmatizzato dalla Corte Costituzionale. Anche nel decreto Milleproroghe dell'antivigilia di Capodanno ce sono alcune". Così Raffaele Cantone, ex presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, in un intervento su Repubblica dal titolo "I vetri opachi delle istituzioni". In particolare il magistrato si focalizza sulla miniriforma in materia di trasparenza che prevede l'obbligo degli open data sulla situazione patrimoniale degli amministratori pubblici. "A parte la discutibile scelta di declassare la materia a livello regolamentare, sono i criteri dettati dal decreto al governo (e quindi dal governo a sé stesso!) che lasciano a dir poco perplessi - scrive -. Accanto all'indicazione di dover graduare gli obblighi per i dirigenti e accanto alla previsione di deroghe per i dirigenti delle forze di polizia (deroga questa assolutamente sacrosanta, anche sedi fatto rilasciata 'in bianco' al governo) si introduce, con la lettera b) una novità apparentemente solo tecnica. Tutti i dirigenti, e quindi anche quelli apicali per i quali la Consulta aveva considerato giusta la normativa vigente, non dovranno più pubblicare redditi e situazione patrimoniale sul sito, bastando che li comunichino all'amministrazione. In tal modo chi vorrà conoscerli sarà costretto a utilizzare l'accesso civico e quindi a recarsi presso l'amministrazione per averne notizia, con tutto quello che ciò comporta e con i rischi di trovarsi anche dinanzi a dinieghi strumentali", "la casa dell'amministrazione rischia, a differenza dei proclami giornalieri che si fanno, di avere da domani sempre più vetri opachi ed oscurati". (red) 071031 GEN 20    

Nessun commento: