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domenica 5 settembre 2021

Covid: studio,pandemie molto piu' frequenti di quanto crediamo =

 



LUNEDÌ 23 AGOSTO 2021 12.31.49


Covid: studio,pandemie molto piu' frequenti di quanto crediamo =


(AGI) - Roma, 23 ago. - (NOTIZIA CON EMBARGO ORE 21.00) L'analisi storica sull'incidenza delle grandi epidemie mondiali condotta tramite nuovi strumenti statistici mostra come la loro comparsa sia piu' frequente di quanto ci si possa attendere. Lo dimostra un nuovo studio pubblicato su PNAS che evidenzia che la distribuzione di probabilita' delle epidemie intense emersa dai dati analizzati permette di stimare che la probabilita' che una persona si trovi a fronteggiare, nel corso della propria vita, una pandemia simile al COVID-19 e' attualmente di circa il 38% (con un possibile aumento fino all'80% nei prossimi decenni). Fino a oggi le stime della probabilita' di epidemie intense sulla base della lunga storia epidemica osservata sono carenti o del tutto mancanti. La ricerca, condotta dal professor Marco Marani del Dipartimento Ingegneria, civile, edile e ambientale (ICEA) dell'Universita' di Padova, in collaborazione con Anthony Parolari (Marquette University, USA), Gaby Katul e William Pan (Duke University, USA) ha raccolto e analizzato un dataset globale di grandi epidemie storiche che copre circa quattro secoli (1600-2020).(AGI)Sci/Mld (Segue) 231231 AGO 21 NNNN

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Covid: studio,pandemie molto piu' frequenti di quanto crediamo (2)=

(AGI) - Roma, 23 ago. - Le analisi si sono focalizzate sul periodo 1600-1945, per indagare la dinamica delle epidemie in assenza di interventi medici significativi. Il dataset generato contiene quasi 500 epidemie storiche causate da diverse malattie epidemiche: Vaiolo, Peste, Colera, Tifo, virus influenzali sono tra i principali responsabili delle grandi epidemie del passato, antico e recente. L'epidemia di maggiori dimensioni, e che ha causato il maggior numero di morti/anno, e' senza dubbio l'Influenza "Spagnola", che ha ucciso piu' di 30 milioni di persone (alcuni sostengono fino a 100 milioni) tra il 1918 e il 1920. In un periodo in cui la popolazione mondiale era circa 1.8 miliardi di persone, le vittime costituiscono circa il 1.7% della popolazione totale e l'intensita' (definita come il numero di vittime diviso per la durata dell'epidemia e normalizzata rispetto alla popolazione mondiale del tempo) dell'epidemia e' stata di circa il 5.7 per mille/anno. "In confronto alle precedenti epidemie, l'epidemia di COVID-19 conta al momento circa 3.5 milioni di vittime (dati ECDC di luglio 2021) - spiega il professor Marani -, con una intensita' di circa lo 0.3 per mille/anno. Date queste proporzioni c'e' da stupirsi che si sia persa cosi' rapidamente memoria di un evento epocale come quello dell'Influenza Spagnola, circa 20 volte piu' intenso dell'epidemia che stiamo vivendo. Se la memoria collettiva fosse stata piu' presente forse non saremmo forse stati cosi' impreparati alla gestione di questo evento". Altre epidemie importanti sono state quella di Tifo in Europa del 1813 (la quarta epidemia di sempre per intensita') e quella di Peste in Italia e Francia iniziata nel 1628 (la "Peste Manzoniana", nona pandemia per intensita', che pero' secondo alcune fonti uccise il 60% della popolazione di Padova e circa un terzo della popolazione di Venezia, la quale eresse la Basilica della Salute come ringraziamento per la fine dell'epidemia avvenuta nel 1631). Marani, analizzando questo nuovo set di dati, e utilizzando alcuni strumenti statistici recentemente sviluppati dal suo gruppo di ricerca nel contesto degli eventi di pioggia e di piena estremi, ha scoperto che la frequenza con cui le epidemie di dimensioni globali si verificano e' molto variabile nei secoli, ma che la distribuzione di probabilita' della loro intensita' ha una forma generale, indipendente dal tempo e dal tipo di malattia. Questa forma generale indica che le epidemie estreme, quelle di cui la memoria personale diretta tende a perdersi (per esempio sono ormai pochi i testimoni diretti dell'epidemia di Spagnola ancora viventi) sono piu' frequenti di quanto si puo' intuitivamente pensare. Tale circostanza e' esemplificata dal fatto che la probabilita' di vivere un'epidemia come quella del COVID-19 era, per la popolazione nata attorno all'anno 2000 di circa il 38%: una probabilita' che avrebbe dovuto indurre una maggior preparazione a livello medico e sociale.(AGI)Sci/Mld (Segue) 231231 AGO 21 NNNN

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