VISITE MEDICHE IMPOSSIBILI? IL TRUCCO C’È’.
Il problema delle
visite mediche, ormai impossibili da prenotare, è forse la piaga più
evidente del nostro fallimentare sistema sanitario.
Da molti anni
ormai chi si rivolge ad una struttura pubblica con la richiesta di una
vista medica si sente rispondere “fra tre mesi”, “fra sei mesi”, oppure
addirittura “riprovi più avanti, perchè non abbiamo date disponibili”.
Questo
naturalmente non è casuale: è il risultato di una lenta e cinica
manovra di distruzione del nostro sistema pubblico, operata con la
complicità di tutti i recenti governi, per favorire progressivamente la
sanità privata.
Mentre infatti chi vuole fare una TAC a spese
dello stato deve aspettare sei mesi o un anno, se si rivolge ad una
struttura privata scopre che con 100 o 200 euro la può fare
immediatamente. Peccato che quel cittadino abbia già pagato le tasse,
per cui la TAC gli spetterebbe di diritto, senza dover pagare più
niente.
A questo problema Mario Giordano ha dedicato alcune
puntate di Fuori dal Coro. E nell’ultima, quella di ieri sera, ha
rivelato una cosa che quasi nessuno sapeva: esiste una legge che impone
allo stato di rimborsare il cittadino che abbia dovuto rivolgersi ad una
struttura privata, quando quella pubblica non fosse stata in grado di
soddisfare le sue esigenze entro i tempi previsti.
In altre
parole, se un paziente si reca alla struttura pubblica con una ricetta
che richiede una TAC “entro dieci giorni”, ove la struttura pubblica non
fosse in grado di eseguire gli esami nei tempi previsti, il paziente
può farli privatamente, e poi farsi rimborsare dall’ospedale la spesa
sostenuta.
Ma questo, naturalmente, ai pazienti nessuno lo dice.
Nella
trasmissione di ieri sera hanno mostrato una giornalista che si fingeva
una paziente, e cercava di prenotare una visita. Di fronte alla solita
risposta “non abbiamo posti disponibili”, lei ha chiesto allora quale
fosse la procedura da seguire per ottenere il rimborso della visita
privata. A quel punto, magicamente, si è scoperto che la disponibilità
c’era, e le hanno detto che sarebbe stata richiamata presto per avere
l’appuntamento richiesto.
In trasmissione hanno anche mostrato le
interviste a due persone che hanno fatto le visite privatamente e che
hanno poi richiesto il rimborso. In un caso sono passati tre mesi,
nell’altro sei, ma il rimborso è stato comunque ottenuto.
Se
questo tipo di informazione si diffondesse rapidamente, e tutti gli
italiani sapessero che esiste questa legge, presumo che il nostro
sistema sanitario diventerebbe, di colpo, molto più efficiente.
Massimo Mazzucco
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