Giorgio Bianchi Photojournalist
Gianandrea Gaiani: “Armi a lungo raggio? Kiev ci vuole in guerra”
Il direttore di Analisi Difesa - “Nel conflitto non sono risolutive: ma, per usarle, serviranno militari Nato in Ucraina”
Di Riccardo Antoniucci
Il dibattito sull’uso dei missili a lungo raggio in territorio russo per il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, è “esclusivamente politico”. E anche molto rischioso: “Non ci sono obiettivi strategici significativi nel raggio degli Storm Shadow e degli Atacms. È un pretesto che Kiev sta usando per trascinare la Nato nel conflitto, mi stupisce che molti leader europei non se ne rendano conto”.
Eppure, Zelensky ha legato l’ok sull’uso dei missili a lunga gittata occidentali in Russia al piano di pace…
Militarmente, è un dibattito sterile. Non ci sono obiettivi strategici russi nel raggio di Atacms, Storm Shadow e Scalp francesi, e i russi hanno già dimostrato di poterli abbattere, in Crimea. Inoltre, nei nostri arsenali queste testate iniziano a scarseggiare, per costruirne altre servono anni e, soprattutto, gli ucraini hanno sempre meno aerei da cui lanciare gli Storm Shadow: i Sukhoi sono stati abbattuti in gran numero, gli F-16 non sono più di mezza dozzina. Di contro, l’uso dei missili a lungo raggio richiede tecnici occidentali sul campo. Kiev punta solo per coinvolgere Usa, Regno Unito e Francia nella guerra. Il motivo è che non ha abbastanza risorse per resistere ancora a lungo.
Non è in campo anche l’interesse delle aziende produttrici di armi, per cui gli arsenali vuoti sono un’opportunità?
L’industria della Difesa occidentale ha difficoltà a stare dietro alla marea di commesse che stanno arrivando dagli Stati e non riesce a produrre rapidamente i pezzi richiesti perché mancano impianti e personale specializzato. La Russia aveva lo stesso problema, ma l’ha risolto più velocemente e aveva grande disponibilità di risorse e mezzi. Non c’è interesse dell’industria della Difesa a coinvolgere l’Occidente in una guerra diretta con la Russia, perché metterebbe in luce i limiti delle forze armate europee. Nessun esercito europeo ha dotazioni per resistere a un conflitto come quello ucraino per più di una settimana. Era così prima del 2022, ora è peggio visto che abbiamo svuotato gli arsenali per Kiev.
I raid ucraini più efficaci in Russia sembrano quelli con i droni: sono più utili dei missili?
Gli ucraini hanno sempre cercato di colpire in profondità basi russe con i droni. Già un anno e mezzo fa riuscirono a mettere a segno un attacco contro depositi di aerei. Oggi ne producono in casa di nuovi, con raggio maggiore e più potenti. L’attacco al deposito di munizioni di mercoledì non è una novità: gli arsenali sono bersagli quasi quotidiani nella guerra. I droni però hanno testate ridotte, quindi in assoluto non possono sostituire i missili, soprattutto contro i bunker.
L’esercitazione Nato sulla guerra con i droni cui ha preso parte l’Ucraina è un altro passo verso il nostro coinvolgimento diretto nella guerra?
L’uso estensivo di droni di tutti i formati e tipologie sul campo di battaglia è una novità degli ultimi anni. Non c’era nelle guerre precedenti, e russi e ucraini sono gli unici ad avere esperienza diretta di questo tipo di warfare. Mi sembra normale che la Nato abbia chiesto a un alleato che già aiuta molto di condividere la sua esperienza sul campo.
Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
Il direttore di Analisi Difesa - “Nel conflitto non sono risolutive: ma, per usarle, serviranno militari Nato in Ucraina”
Di Riccardo Antoniucci
Il dibattito sull’uso dei missili a lungo raggio in territorio russo per il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, è “esclusivamente politico”. E anche molto rischioso: “Non ci sono obiettivi strategici significativi nel raggio degli Storm Shadow e degli Atacms. È un pretesto che Kiev sta usando per trascinare la Nato nel conflitto, mi stupisce che molti leader europei non se ne rendano conto”.
Eppure, Zelensky ha legato l’ok sull’uso dei missili a lunga gittata occidentali in Russia al piano di pace…
Militarmente, è un dibattito sterile. Non ci sono obiettivi strategici russi nel raggio di Atacms, Storm Shadow e Scalp francesi, e i russi hanno già dimostrato di poterli abbattere, in Crimea. Inoltre, nei nostri arsenali queste testate iniziano a scarseggiare, per costruirne altre servono anni e, soprattutto, gli ucraini hanno sempre meno aerei da cui lanciare gli Storm Shadow: i Sukhoi sono stati abbattuti in gran numero, gli F-16 non sono più di mezza dozzina. Di contro, l’uso dei missili a lungo raggio richiede tecnici occidentali sul campo. Kiev punta solo per coinvolgere Usa, Regno Unito e Francia nella guerra. Il motivo è che non ha abbastanza risorse per resistere ancora a lungo.
Non è in campo anche l’interesse delle aziende produttrici di armi, per cui gli arsenali vuoti sono un’opportunità?
L’industria della Difesa occidentale ha difficoltà a stare dietro alla marea di commesse che stanno arrivando dagli Stati e non riesce a produrre rapidamente i pezzi richiesti perché mancano impianti e personale specializzato. La Russia aveva lo stesso problema, ma l’ha risolto più velocemente e aveva grande disponibilità di risorse e mezzi. Non c’è interesse dell’industria della Difesa a coinvolgere l’Occidente in una guerra diretta con la Russia, perché metterebbe in luce i limiti delle forze armate europee. Nessun esercito europeo ha dotazioni per resistere a un conflitto come quello ucraino per più di una settimana. Era così prima del 2022, ora è peggio visto che abbiamo svuotato gli arsenali per Kiev.
I raid ucraini più efficaci in Russia sembrano quelli con i droni: sono più utili dei missili?
Gli ucraini hanno sempre cercato di colpire in profondità basi russe con i droni. Già un anno e mezzo fa riuscirono a mettere a segno un attacco contro depositi di aerei. Oggi ne producono in casa di nuovi, con raggio maggiore e più potenti. L’attacco al deposito di munizioni di mercoledì non è una novità: gli arsenali sono bersagli quasi quotidiani nella guerra. I droni però hanno testate ridotte, quindi in assoluto non possono sostituire i missili, soprattutto contro i bunker.
L’esercitazione Nato sulla guerra con i droni cui ha preso parte l’Ucraina è un altro passo verso il nostro coinvolgimento diretto nella guerra?
L’uso estensivo di droni di tutti i formati e tipologie sul campo di battaglia è una novità degli ultimi anni. Non c’era nelle guerre precedenti, e russi e ucraini sono gli unici ad avere esperienza diretta di questo tipo di warfare. Mi sembra normale che la Nato abbia chiesto a un alleato che già aiuta molto di condividere la sua esperienza sul campo.
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