DOMENICA 08 SETTEMBRE 2019 11.11.21
= Luna: individuata la sonda indiana, ma non ci sono segnali =
(AGI) - Bangalore (India), 8 set. - L'agenzia spaziale indiana
ISRO annuncia di aver individuato la sonda Vikram sul suolo
lunare. Sono arrivate a Terra "le prime immagini termiche. Ma
le comunicazioni non sono ancora stabilite", ha detto K. Sivan,
capo dell'agenzia. (AGI)
Ant
081111 SET 19
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domenica 8 settembre 2019
Brexit: le Drian, 'no' a nuovo rinvio in queste circostanze
DOMENICA 08 SETTEMBRE 2019 10.51.42
(Rpt) = Brexit: le Drian, 'no' a nuovo rinvio in queste circostanze =
(AGI/AFP) - Parigi, 8 set. - Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha respinto ogni ulteriore ritardo nell'uscita della Gran Bretagna dall'UE, ora prevista per il 31 ottobre ma offuscata dalle turbolenze politiche a Londra. "Nelle attuali circostanze, e' no! Non lo faremo ogni tre mesi", ha detto Le Drian sul programma Le Grand Rendez-vous Europe1/CNEWS/Les Echos. (AGI) Ant 081051 SET 19 NNNN
DOMENICA 08 SETTEMBRE 2019 11.25.45
Brexit: le Drian, 'no' a nuovo rinvio in queste circostanze (2)=
(AGI/AFP) - Parigi, 8 set. - "Loro dicono di voler proporre altre soluzioni, soluzioni alternative per garantire il ritiro. Non li abbiamo visti, quindi no, non lo faremo di nuovo ogni tre mesi. Lasciamo che le autorita' britanniche ci dicano la strada", ha sottolineato il ministro. Il Parlamento britannico ha approvato questa settimana un progetto di legge che obbliga il Primo Ministro Boris Johnson a rinviare di tre mesi la data di Brexit, prevista per il 31 ottobre, se non raggiungera' un accordo di divorzio con l'Unione europea entro il 19 ottobre, subito dopo il prossimo Consiglio europeo. "Gli inglesi devono assumersi la responsabilita' della loro situazione. Devono dirci cosa vogliono", ha insistito il ministro degli esteri francese. "Fondamentalmente, c'e' una sorta di conflitto di legittimita' tra il popolo che, attraverso il referendum, ha detto 'Voglio uscire' e il Parlamento, espressione anche del popolo, che non sa come uscire", ha osservato Jean-Yves Le Drian. "Per il momento non sappiamo cosa vogliono fare perche' non c'e' una maggioranza per nessuna delle opzioni", ha continuato. "C'e' ora una situazione di stallo, che si traduce in rischi per il Regno Unito, poiche' la Scozia sta ventilando la possibilita' di indipendenza".(AGI) Ant 081125 SET 19 NNNN
(Rpt) = Brexit: le Drian, 'no' a nuovo rinvio in queste circostanze =
(AGI/AFP) - Parigi, 8 set. - Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian ha respinto ogni ulteriore ritardo nell'uscita della Gran Bretagna dall'UE, ora prevista per il 31 ottobre ma offuscata dalle turbolenze politiche a Londra. "Nelle attuali circostanze, e' no! Non lo faremo ogni tre mesi", ha detto Le Drian sul programma Le Grand Rendez-vous Europe1/CNEWS/Les Echos. (AGI) Ant 081051 SET 19 NNNN
DOMENICA 08 SETTEMBRE 2019 11.25.45
Brexit: le Drian, 'no' a nuovo rinvio in queste circostanze (2)=
(AGI/AFP) - Parigi, 8 set. - "Loro dicono di voler proporre altre soluzioni, soluzioni alternative per garantire il ritiro. Non li abbiamo visti, quindi no, non lo faremo di nuovo ogni tre mesi. Lasciamo che le autorita' britanniche ci dicano la strada", ha sottolineato il ministro. Il Parlamento britannico ha approvato questa settimana un progetto di legge che obbliga il Primo Ministro Boris Johnson a rinviare di tre mesi la data di Brexit, prevista per il 31 ottobre, se non raggiungera' un accordo di divorzio con l'Unione europea entro il 19 ottobre, subito dopo il prossimo Consiglio europeo. "Gli inglesi devono assumersi la responsabilita' della loro situazione. Devono dirci cosa vogliono", ha insistito il ministro degli esteri francese. "Fondamentalmente, c'e' una sorta di conflitto di legittimita' tra il popolo che, attraverso il referendum, ha detto 'Voglio uscire' e il Parlamento, espressione anche del popolo, che non sa come uscire", ha osservato Jean-Yves Le Drian. "Per il momento non sappiamo cosa vogliono fare perche' non c'e' una maggioranza per nessuna delle opzioni", ha continuato. "C'e' ora una situazione di stallo, che si traduce in rischi per il Regno Unito, poiche' la Scozia sta ventilando la possibilita' di indipendenza".(AGI) Ant 081125 SET 19 NNNN
sabato 7 settembre 2019
USA: 5 LE MORTI ASSOCIATE A SIGARETTA ELETTRONICA =
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 19.11.42
USA: 5 LE MORTI ASSOCIATE A SIGARETTA ELETTRONICA =
ADN0804 7 EST 0 ADN EST NAZ NAM USA: 5 LE MORTI ASSOCIATE A SIGARETTA ELETTRONICA = Cdc, oltre 450 i casi di malattia polmonare grave in 33 Stati Milano, 7 set. (AdnKronos Salute) - Sono oltre 450 in 33 Stati Usa i casi di malattia polmonare grave riportati in persone accomunate da una storia di utilizzo di sigaretta elettronica, con 5 morti confermate tra California, Illinois, Indiana, Minnesota e Oregon. Lo riferiscono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, in un report sul tema aggiornato al 6 settembre. I Cdc spiegano che nelle persone colpite "non è stata riscontrata evidenza di patologie infiammatorie, pertanto le malattie polmonari sono probabilmente associate a esposizione chimica". Le indagini finora condotte hanno mostrato "similarità cliniche fra i casi. I pazienti hanno segnalato l'uso di sigaretta elettronica, sintomi e risultati clinici simili". Fra i sintomi "tosse, fiato corto o dolore toracico; nausea, vomito o diarrea; affaticamento, febbre o perdita di peso", elencano i Cdc che mettono in guardia soprattutto "giovani, giovani adulti e donne in gravidanza". Se ieri il 'Washington Post' ha riferito che ricercatori della Food and Drug Administration (Fda) hanno scoperto in campioni di prodotti e-cig un composto - vitamina E acetato - che potrebbe essere collegato all'aumento di malattie polmonari gravi negli States, i Cdc precisano che al momento "non è stata identificata alcuna specifica sostanza o prodotto e-cig associato a tutti i casi" di patologia registrati. "La maggior parte dei pazienti riferisce di avere utilizzato sigarette elettroniche con liquidi contenenti prodotti cannabinoidi come il tetraidrocannabidiolo (Thc)". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 19:10 NNNN
USA: 5 LE MORTI ASSOCIATE A SIGARETTA ELETTRONICA =
ADN0804 7 EST 0 ADN EST NAZ NAM USA: 5 LE MORTI ASSOCIATE A SIGARETTA ELETTRONICA = Cdc, oltre 450 i casi di malattia polmonare grave in 33 Stati Milano, 7 set. (AdnKronos Salute) - Sono oltre 450 in 33 Stati Usa i casi di malattia polmonare grave riportati in persone accomunate da una storia di utilizzo di sigaretta elettronica, con 5 morti confermate tra California, Illinois, Indiana, Minnesota e Oregon. Lo riferiscono i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani, in un report sul tema aggiornato al 6 settembre. I Cdc spiegano che nelle persone colpite "non è stata riscontrata evidenza di patologie infiammatorie, pertanto le malattie polmonari sono probabilmente associate a esposizione chimica". Le indagini finora condotte hanno mostrato "similarità cliniche fra i casi. I pazienti hanno segnalato l'uso di sigaretta elettronica, sintomi e risultati clinici simili". Fra i sintomi "tosse, fiato corto o dolore toracico; nausea, vomito o diarrea; affaticamento, febbre o perdita di peso", elencano i Cdc che mettono in guardia soprattutto "giovani, giovani adulti e donne in gravidanza". Se ieri il 'Washington Post' ha riferito che ricercatori della Food and Drug Administration (Fda) hanno scoperto in campioni di prodotti e-cig un composto - vitamina E acetato - che potrebbe essere collegato all'aumento di malattie polmonari gravi negli States, i Cdc precisano che al momento "non è stata identificata alcuna specifica sostanza o prodotto e-cig associato a tutti i casi" di patologia registrati. "La maggior parte dei pazienti riferisce di avere utilizzato sigarette elettroniche con liquidi contenenti prodotti cannabinoidi come il tetraidrocannabidiolo (Thc)". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 19:10 NNNN
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.09
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia Indagine del Congresso su spese militari e proprietà Trump Roma, 7 set. (askanews) - All'inizio del primavera un aereo della Guardia nazionale aerea Usa ha fatto un volo di routine dagli Usa in Kuwait per consegnare del materiale militare. Ma non di routine è stata la tappa che l'equipaggio ha effettuato durante il volo: al golf club del presidente Donald Trump a Turnberry, in Scozia, a un'ottantina di chilometri da Glasgow. Da aprile la commissione che vigila sui conti pubblici della Camera Usa chiede il motivo per cui l'equipaggio dell'aereo da trasporto militare C-17 si sia fermato nel resort di lusso sul mare sia all'andata sia al ritorno dal Medio Oriente, secondo varie fonti ascoltate dal sito Politico. Ma dal Pentagono finora non è arrivata nessuna spiegazione. (Segue) Bea 20190907T114507Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.21
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -2-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -2- Roma, 7 set. (askanews) - La richiesta della commissione fa parte di un'inchiesta più ampia, finora rimasta sotto silenzio, sulle spese militari Usa presso il resort scozzese di Trump e nelle vicinanze. Secondo una lettersa spedita dal Pentagono alla Commissione a giugno le forze armate hanno speso 11 milioni di dollari presso l'aeroporto scozzese di Prestwick, il più vicino a Trump Turnberry, da ottobre 2017 per comprare carburante che avrebbero potuto acquistare a prezzi più bassi nelle basi militari in prossimità. La lettera cita anche una notizia del Guardian secondo cui l'aeroporto offriva ai membri delle forze armate Usa camere scontate e partite di golf gratuite a Turnberry.(Segue) Bea 20190907T114514Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.27
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -3-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -3- Roma, 7 set. (askanews) - Le due vicende insieme sollevano il dubbi che il Pentagono abbia contribuito a tenere a galla il resort di Trump, che nel 2017 perdeva 4,5 milioni, mentre l'anno dopo ne guadagnava tre. "Il dipartimento della Difesa non ha prodotto un singolo documento nell'indagine" ha detto una fonte democratica della commissione a Politico. "La commissione dovrà studiare mezzi alternativi se il Pentagono non accoglie volontariamente le richieste nei prossimi giorni". Pentagono, Aeronautica e Casa Bianca non hanno commentato.(Segue) Bea 20190907T114521Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.33
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -4-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -4- Roma, 7 set. (askanews) - Nei precedenti voli in Medio Oriente il C-17 di solito aveva fatto tappa a Ramstein in Germania o alla base navale di Rota in Spagna. Qualche volta si era fermato nelel Azzorre e una volta a Sigonella, in Italia, dove ci sono basi militari Usa. Ma quella volta l'aereo è atterrato a Glasgow, per la prima volta secondo i cinque uomini dell'equipaggio con alle spalle decine di voli in Medio Oriente. L'aeroporto è lontano da basi Usa e dista varie decine di chilometri dal resort dove i cinque uomini hanno passato la notte. Se fosse stato previsto uno stop in Gran Bretagna, l'equipaggio avrebbe potuto fermarsi presso la base aerea britannica di Lakenheath, dove tra l'altro il carburante costa di meno per gli aerei militari.(Segue) Bea 20190907T114528Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.39
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -5-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -5- Roma, 7 set. (askanews) - Un membro dell'equipaggio è rimasto così colpito dalla scelta dell'albergo, diversa dagli holtel delle grandi catene a cui la squadra era abituata, che ha mandato messaggi ad amici con delel fotografie e sottolienado che la sua diaria non basta va per co'prire i costi di cibo e bevande al Turnberry. La scorsa settimana il vicepresidente Mike Pence è stato accusato di corruzione dai democratici per aver soggiornato durante una visita ufficiale in irlanda prsso il resort di Trump di Doonbeg, distante centinaia di chilometri dai luoghi dove aveva impegni ufficiali. Bea 20190907T114535Z
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia Indagine del Congresso su spese militari e proprietà Trump Roma, 7 set. (askanews) - All'inizio del primavera un aereo della Guardia nazionale aerea Usa ha fatto un volo di routine dagli Usa in Kuwait per consegnare del materiale militare. Ma non di routine è stata la tappa che l'equipaggio ha effettuato durante il volo: al golf club del presidente Donald Trump a Turnberry, in Scozia, a un'ottantina di chilometri da Glasgow. Da aprile la commissione che vigila sui conti pubblici della Camera Usa chiede il motivo per cui l'equipaggio dell'aereo da trasporto militare C-17 si sia fermato nel resort di lusso sul mare sia all'andata sia al ritorno dal Medio Oriente, secondo varie fonti ascoltate dal sito Politico. Ma dal Pentagono finora non è arrivata nessuna spiegazione. (Segue) Bea 20190907T114507Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.21
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -2-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -2- Roma, 7 set. (askanews) - La richiesta della commissione fa parte di un'inchiesta più ampia, finora rimasta sotto silenzio, sulle spese militari Usa presso il resort scozzese di Trump e nelle vicinanze. Secondo una lettersa spedita dal Pentagono alla Commissione a giugno le forze armate hanno speso 11 milioni di dollari presso l'aeroporto scozzese di Prestwick, il più vicino a Trump Turnberry, da ottobre 2017 per comprare carburante che avrebbero potuto acquistare a prezzi più bassi nelle basi militari in prossimità. La lettera cita anche una notizia del Guardian secondo cui l'aeroporto offriva ai membri delle forze armate Usa camere scontate e partite di golf gratuite a Turnberry.(Segue) Bea 20190907T114514Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.27
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -3-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -3- Roma, 7 set. (askanews) - Le due vicende insieme sollevano il dubbi che il Pentagono abbia contribuito a tenere a galla il resort di Trump, che nel 2017 perdeva 4,5 milioni, mentre l'anno dopo ne guadagnava tre. "Il dipartimento della Difesa non ha prodotto un singolo documento nell'indagine" ha detto una fonte democratica della commissione a Politico. "La commissione dovrà studiare mezzi alternativi se il Pentagono non accoglie volontariamente le richieste nei prossimi giorni". Pentagono, Aeronautica e Casa Bianca non hanno commentato.(Segue) Bea 20190907T114521Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.33
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -4-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -4- Roma, 7 set. (askanews) - Nei precedenti voli in Medio Oriente il C-17 di solito aveva fatto tappa a Ramstein in Germania o alla base navale di Rota in Spagna. Qualche volta si era fermato nelel Azzorre e una volta a Sigonella, in Italia, dove ci sono basi militari Usa. Ma quella volta l'aereo è atterrato a Glasgow, per la prima volta secondo i cinque uomini dell'equipaggio con alle spalle decine di voli in Medio Oriente. L'aeroporto è lontano da basi Usa e dista varie decine di chilometri dal resort dove i cinque uomini hanno passato la notte. Se fosse stato previsto uno stop in Gran Bretagna, l'equipaggio avrebbe potuto fermarsi presso la base aerea britannica di Lakenheath, dove tra l'altro il carburante costa di meno per gli aerei militari.(Segue) Bea 20190907T114528Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 11.45.39
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -5-
Strane tappe dei voli militari Usa vicino golf club Trump in Scozia -5- Roma, 7 set. (askanews) - Un membro dell'equipaggio è rimasto così colpito dalla scelta dell'albergo, diversa dagli holtel delle grandi catene a cui la squadra era abituata, che ha mandato messaggi ad amici con delel fotografie e sottolienado che la sua diaria non basta va per co'prire i costi di cibo e bevande al Turnberry. La scorsa settimana il vicepresidente Mike Pence è stato accusato di corruzione dai democratici per aver soggiornato durante una visita ufficiale in irlanda prsso il resort di Trump di Doonbeg, distante centinaia di chilometri dai luoghi dove aveva impegni ufficiali. Bea 20190907T114535Z
Trump contro due reporter, non devono stare alla Casa Bianca
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.28.58
Trump contro due reporter, non devono stare alla Casa Bianca
ZCZC3490/SXB ONY90698_SXB_QBXB U EST S0B QBXB Trump contro due reporter, non devono stare alla Casa Bianca Ira del tycoon per un articolo del Wp, 'falso e ripugnante' (ANSA) - WASHINGTON, 7 SET - Donald Trump si scaglia contro il Washington Post e in un tweet suggerisce che due reporter del quotidiano di Jeff Bezos non dovrebbero mettere piu' piede alla Casa Bianca. Nel mirino del presidente americano Philip Rucker e Ashley Parker, rei di aver criticato in un lungo articolo gli scarsi risultati e i passi falsi dell'amministrazione durante l'estate, compresa la vicenda dello "scandalo del pennarello" per estendere all'Alabama l'area a rischio uragano. Il tycoon definisce i due reporter "cattivi e mediocri reporter", e il loro resoconto "ripugnante e falso". (ANSA). CU 07-SET-19 16:28 NNNN
Trump contro due reporter, non devono stare alla Casa Bianca
ZCZC3490/SXB ONY90698_SXB_QBXB U EST S0B QBXB Trump contro due reporter, non devono stare alla Casa Bianca Ira del tycoon per un articolo del Wp, 'falso e ripugnante' (ANSA) - WASHINGTON, 7 SET - Donald Trump si scaglia contro il Washington Post e in un tweet suggerisce che due reporter del quotidiano di Jeff Bezos non dovrebbero mettere piu' piede alla Casa Bianca. Nel mirino del presidente americano Philip Rucker e Ashley Parker, rei di aver criticato in un lungo articolo gli scarsi risultati e i passi falsi dell'amministrazione durante l'estate, compresa la vicenda dello "scandalo del pennarello" per estendere all'Alabama l'area a rischio uragano. Il tycoon definisce i due reporter "cattivi e mediocri reporter", e il loro resoconto "ripugnante e falso". (ANSA). CU 07-SET-19 16:28 NNNN
>ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 18.35.08
>ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti
ZCZC4545/SXB ONY92552_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti Non solo l'Iran, i due divisi su tutto. Arriva stretta rifugiati (ANSA) - WASHINGTON, 7 SET - Oramai, raccontano i ben informati, non si parlano quasi piu', e quando si incrociano si salutano a malapena. Eppure sono due figure chiave dell'amministrazione Trump: il segretario di stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, i massimi responsabili della politica estera americana, quelli che dovrebbero indirizzare in maniera univoca le scelte e le strategie del presidente americano sullo scacchiere internazionale. E invece qualcuno ha addirittura sentito alzare la voce tra i due, perche' non andrebbero d'accordo su quasi nulla. Il risultato - si racconta tra le mura del palazzo - e' che spesso le decisioni sono inevitabilmente affidate all'istinto del tycoon. L'incertezza la farebbe dunque piu' che mai da padrona in questa fase. E se nelle ultime ore e' di nuovo l'Iran ad agitare la Casa Bianca, le sfide da affrontare per Donald Trump sono molte e complesse, contenute nei tanti dossier sulla scrivania dello Studio Ovale: dal tentativo di accordo con i talebani in Afghanistan al difficile nodo della pace in Medio Oriente, dal questione nordcoreana al rebus Venezuela, passando per i delicati e tempestosi rapporti con la Cina. Il presidente ascolta, cerca di capire qual'e' la strada giusta da prendere. Ma i suoi consiglieri sono divisi, da una parte la prudenza e l'inclinazione al negoziato di Pompeo dall'altra il super falco Bolton. E se alcuni mesi fa il tycoon sembrava ai ferri corti col capo della sua diplomazia, oggi - si racconta - appare sempre piu' insofferente verso l'eccessivo interventismo del proprio consigliere per la sicurezza nazionale, troppo in contrasto con la linea isolazionista e di disimpegno che il presidente vorrebbe seguire. Bolton sarebbe dunque sempre piu' isolato al'interno della Casa Bianca, e i suoi rapporti sarebbero pessimi anche con il capo dello staff Mick Mulvaney. Quest'ultimo non si fida piu', tanto che ha deciso di piazzare al fianco del presidente un assistente con competenze specifiche proprio sui temi di sicurezza nazionale, per non dover passare per forza da Bolton. C'e' una persona invece di cui Trump si fida ciecamente, forse al momento la figura a lui piu' vicina all'interno della West Wing, ed e' Stephen Miller, il consigliere politico e architetto della strategia del tycoon sull'immigrazione, dal muro col Messico al pugno duro sugli irregolari passando per la stretta su asilo e visti. L'ultima offensiva potrebbe vedere la luce martedi', quando il presidente dovrebbe annunciare un drastico taglio del numero dei rifugiati a cui ogni anno e' permesso entrare negli Usa. Il piano, dietro cui c'e' proprio Miller, secondo quanto riporta il New York Times e' teso a mandare in soffitta il programma grazie al quale da decenni si accolgono decine di migliaia di profughi da tutto il mondo che fuggono da guerre e persecuzioni. Due le ipotesi sul tavolo: una hard, azzerando il programma e lasciando al presidente la facolta' di decidere di volta in volta in casi di emergenza, la seconda piu' soft, dimezzando il numero degli ingressi a 10.000 ma limitandoli solo a rifugiati di alcuni Paesi o che hanno uno status speciale, come iracheni e afghani che lavorano con le truppe Usa.(ANSA). CU 07-SET-19 18:34 NNNN
>ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti
ZCZC4545/SXB ONY92552_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti Non solo l'Iran, i due divisi su tutto. Arriva stretta rifugiati (ANSA) - WASHINGTON, 7 SET - Oramai, raccontano i ben informati, non si parlano quasi piu', e quando si incrociano si salutano a malapena. Eppure sono due figure chiave dell'amministrazione Trump: il segretario di stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, i massimi responsabili della politica estera americana, quelli che dovrebbero indirizzare in maniera univoca le scelte e le strategie del presidente americano sullo scacchiere internazionale. E invece qualcuno ha addirittura sentito alzare la voce tra i due, perche' non andrebbero d'accordo su quasi nulla. Il risultato - si racconta tra le mura del palazzo - e' che spesso le decisioni sono inevitabilmente affidate all'istinto del tycoon. L'incertezza la farebbe dunque piu' che mai da padrona in questa fase. E se nelle ultime ore e' di nuovo l'Iran ad agitare la Casa Bianca, le sfide da affrontare per Donald Trump sono molte e complesse, contenute nei tanti dossier sulla scrivania dello Studio Ovale: dal tentativo di accordo con i talebani in Afghanistan al difficile nodo della pace in Medio Oriente, dal questione nordcoreana al rebus Venezuela, passando per i delicati e tempestosi rapporti con la Cina. Il presidente ascolta, cerca di capire qual'e' la strada giusta da prendere. Ma i suoi consiglieri sono divisi, da una parte la prudenza e l'inclinazione al negoziato di Pompeo dall'altra il super falco Bolton. E se alcuni mesi fa il tycoon sembrava ai ferri corti col capo della sua diplomazia, oggi - si racconta - appare sempre piu' insofferente verso l'eccessivo interventismo del proprio consigliere per la sicurezza nazionale, troppo in contrasto con la linea isolazionista e di disimpegno che il presidente vorrebbe seguire. Bolton sarebbe dunque sempre piu' isolato al'interno della Casa Bianca, e i suoi rapporti sarebbero pessimi anche con il capo dello staff Mick Mulvaney. Quest'ultimo non si fida piu', tanto che ha deciso di piazzare al fianco del presidente un assistente con competenze specifiche proprio sui temi di sicurezza nazionale, per non dover passare per forza da Bolton. C'e' una persona invece di cui Trump si fida ciecamente, forse al momento la figura a lui piu' vicina all'interno della West Wing, ed e' Stephen Miller, il consigliere politico e architetto della strategia del tycoon sull'immigrazione, dal muro col Messico al pugno duro sugli irregolari passando per la stretta su asilo e visti. L'ultima offensiva potrebbe vedere la luce martedi', quando il presidente dovrebbe annunciare un drastico taglio del numero dei rifugiati a cui ogni anno e' permesso entrare negli Usa. Il piano, dietro cui c'e' proprio Miller, secondo quanto riporta il New York Times e' teso a mandare in soffitta il programma grazie al quale da decenni si accolgono decine di migliaia di profughi da tutto il mondo che fuggono da guerre e persecuzioni. Due le ipotesi sul tavolo: una hard, azzerando il programma e lasciando al presidente la facolta' di decidere di volta in volta in casi di emergenza, la seconda piu' soft, dimezzando il numero degli ingressi a 10.000 ma limitandoli solo a rifugiati di alcuni Paesi o che hanno uno status speciale, come iracheni e afghani che lavorano con le truppe Usa.(ANSA). CU 07-SET-19 18:34 NNNN
Usa 2020: sondaggio, Biden vince nel Wisconsin trumpiano =
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 18.04.22
Usa 2020: sondaggio, Biden vince nel Wisconsin trumpiano =
(AGI) - New York, 7 set. - Joe Biden al 51 per cento contro Trump al 42. E' il risultato dell'ultimo sondaggio realizzato dalla Marquette University Law School in Wisconsin. Il valore di questo rilevamento, secondo gli analisti, e' legato al fatto che si tratta di uno degli stati piu' a destra della media nazionale e quindi un laboratorio di come il voto conservatore potrebbe oscillare verso i liberal. Nonostante qui Trump abbia vinto nel 2016, Biden risulterebbe il piu' votato, con nove punti di percentuale di vantaggio. Meno positive le notizie per gli altri candidati dem: Bernie Sanders risulta in vantaggio su Trump, in un ipotetico faccia a faccia, di soli quattro punti, mentre Kamala Harris e Elizabeth Warren sarebbero in parita' con il repubblicano. L'indicazione del Wisconsin confermerebbe il segnala nazionale: Biden raccoglie i consensi degli ex elettori trumpiani, non tanto per quello che dice o promette, ma perche' e' il piu' rassicurante per una Casa Bianca con un nuovo inquilino. Le gaffe continue, su nomi e citazioni sbagliate, commesse da Biden, se hanno spaventato i democratici, non hanno indebolito la sua immagine tra i conservatori, un po' come e' successo in passato con Trump, a cui gli elettori hanno perdonato qualche scivolone. (AGI) Nwy/Ant 071804 SET 19 NNNN
Usa 2020: sondaggio, Biden vince nel Wisconsin trumpiano =
(AGI) - New York, 7 set. - Joe Biden al 51 per cento contro Trump al 42. E' il risultato dell'ultimo sondaggio realizzato dalla Marquette University Law School in Wisconsin. Il valore di questo rilevamento, secondo gli analisti, e' legato al fatto che si tratta di uno degli stati piu' a destra della media nazionale e quindi un laboratorio di come il voto conservatore potrebbe oscillare verso i liberal. Nonostante qui Trump abbia vinto nel 2016, Biden risulterebbe il piu' votato, con nove punti di percentuale di vantaggio. Meno positive le notizie per gli altri candidati dem: Bernie Sanders risulta in vantaggio su Trump, in un ipotetico faccia a faccia, di soli quattro punti, mentre Kamala Harris e Elizabeth Warren sarebbero in parita' con il repubblicano. L'indicazione del Wisconsin confermerebbe il segnala nazionale: Biden raccoglie i consensi degli ex elettori trumpiani, non tanto per quello che dice o promette, ma perche' e' il piu' rassicurante per una Casa Bianca con un nuovo inquilino. Le gaffe continue, su nomi e citazioni sbagliate, commesse da Biden, se hanno spaventato i democratici, non hanno indebolito la sua immagine tra i conservatori, un po' come e' successo in passato con Trump, a cui gli elettori hanno perdonato qualche scivolone. (AGI) Nwy/Ant 071804 SET 19 NNNN
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' =
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.32.23
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' =
ADN0591 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' = "Nel Regno Unito siamo in mezzo a una crisi istituzionale che non sappiamo come finira'" Mantova, 7 set. - (AdnKronos) - (di Paolo Martini) "Ho appena finito un breve romanzo che tratterà della BREXIT: l'ho già affidato al mio editore e verrà pubblicato rapidamente. Ho terminato il dattiloscritto giovedì scorso e penso che uscirà entro dieci giorni dal giorno della consegna. Per questo romanzo ho un grande debito nei confronti di Franz Kafka: racconta la storia di uno scarafaggio che una mattina si sveglia dopo tanti incubi notturni e scopre che è stato trasformato in una creatura gigantesca: il primo ministro inglese". Lo ha detto lo scrittore britannico Ian McEwan incontrando la stampa al Festivaletteratura 2019 in corso a Mantova, dove ha presentato il suo ultimo romanzo "Macchine come me" (Einaudi). Nel Regno Unito, ha sostenuto McEwan, ritenuto uno dei maggiori romanzieri viventi di lingua inglese, ''siamo in mezzo a una crisi istituzionale che non sappiamo come finirà. Nessuno sa cosa sta succedendo: alla fine di ottobre saremo ancora membri dell'Unione europea? Non lo sappiamo". "E' il nazionalismo inglese che ci ha portato in questa situazione. Forse perderemo la Scozia e forse avremo l'Irlanda unita e questa potrebbe essere una buona notizia", ha detto Ian McEwan con un sorriso amaro. (segue) (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:31 NNNN
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.32.23
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (2) =
ADN0592 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (2) = (AdnKronos) - Con la BREXIT, ha aggiunto il pluripremiato e acclamato autore di "Espiazione" e "Cani neri", "siamo proprio in mezzo a una tempesta nel mio Paese: per fortuna la democrazia parlamentare si è riaffermata sul governo. Il Regno Unito non può uscire dalla Ue senza un accordo con la Ue. Ma questo governo e il primo ministro non hanno intenzione o non hanno la capacità di contrattare un accordo; chissà, forse ci sarà un'estensione delle trattative, ma è imprevedibile ciò che accadrà anche domani. E' un momento triste per il mio Paese, per la politica e per la cultura del mio Paese. Siamo diventati una società molto divisa, assomigliamo sempre di più agli Usa". (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:31 NNNN
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.38.26
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (3) =
ADN0596 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (3) = (AdnKronos) - E proprio prendendo in prestito la suggestione offerta dallo scrittore boemo Franzk Kafka nel suo capolavoro "Le metamorfosi" (1915), McEwan ha anticipato che il probabile titolo del romanzo sulla BREXIT sarà "Lo scarafaggio". All'inizio del racconto di Kakfa, il protagonista Gregor Samsa si risveglia una mattina ritrovandosi trasformato "in un enorme insetto immondo". La causa di tale mutazione non viene mai rivelata. Tutto il seguito del racconto narra dei tentativi compiuti dal giovane Gregor per cercar di regolare - per quanto possibile - la propria vita a questa sua nuova particolarissima condizione, soprattutto nei riguardi dei genitori e la sorella e con il suo capo al lavoro. (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:38 NNNN
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' =
ADN0591 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' = "Nel Regno Unito siamo in mezzo a una crisi istituzionale che non sappiamo come finira'" Mantova, 7 set. - (AdnKronos) - (di Paolo Martini) "Ho appena finito un breve romanzo che tratterà della BREXIT: l'ho già affidato al mio editore e verrà pubblicato rapidamente. Ho terminato il dattiloscritto giovedì scorso e penso che uscirà entro dieci giorni dal giorno della consegna. Per questo romanzo ho un grande debito nei confronti di Franz Kafka: racconta la storia di uno scarafaggio che una mattina si sveglia dopo tanti incubi notturni e scopre che è stato trasformato in una creatura gigantesca: il primo ministro inglese". Lo ha detto lo scrittore britannico Ian McEwan incontrando la stampa al Festivaletteratura 2019 in corso a Mantova, dove ha presentato il suo ultimo romanzo "Macchine come me" (Einaudi). Nel Regno Unito, ha sostenuto McEwan, ritenuto uno dei maggiori romanzieri viventi di lingua inglese, ''siamo in mezzo a una crisi istituzionale che non sappiamo come finirà. Nessuno sa cosa sta succedendo: alla fine di ottobre saremo ancora membri dell'Unione europea? Non lo sappiamo". "E' il nazionalismo inglese che ci ha portato in questa situazione. Forse perderemo la Scozia e forse avremo l'Irlanda unita e questa potrebbe essere una buona notizia", ha detto Ian McEwan con un sorriso amaro. (segue) (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:31 NNNN
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.32.23
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (2) =
ADN0592 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (2) = (AdnKronos) - Con la BREXIT, ha aggiunto il pluripremiato e acclamato autore di "Espiazione" e "Cani neri", "siamo proprio in mezzo a una tempesta nel mio Paese: per fortuna la democrazia parlamentare si è riaffermata sul governo. Il Regno Unito non può uscire dalla Ue senza un accordo con la Ue. Ma questo governo e il primo ministro non hanno intenzione o non hanno la capacità di contrattare un accordo; chissà, forse ci sarà un'estensione delle trattative, ma è imprevedibile ciò che accadrà anche domani. E' un momento triste per il mio Paese, per la politica e per la cultura del mio Paese. Siamo diventati una società molto divisa, assomigliamo sempre di più agli Usa". (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:31 NNNN
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.38.26
SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (3) =
ADN0596 7 CUL 0 ADN CLI RLO RLO SCRITTORI: MCEWAN, 'A GIORNI MIO ROMANZO SU BREXIT, PREMIER E' UNO SCARAFAGGIO' (3) = (AdnKronos) - E proprio prendendo in prestito la suggestione offerta dallo scrittore boemo Franzk Kafka nel suo capolavoro "Le metamorfosi" (1915), McEwan ha anticipato che il probabile titolo del romanzo sulla BREXIT sarà "Lo scarafaggio". All'inizio del racconto di Kakfa, il protagonista Gregor Samsa si risveglia una mattina ritrovandosi trasformato "in un enorme insetto immondo". La causa di tale mutazione non viene mai rivelata. Tutto il seguito del racconto narra dei tentativi compiuti dal giovane Gregor per cercar di regolare - per quanto possibile - la propria vita a questa sua nuova particolarissima condizione, soprattutto nei riguardi dei genitori e la sorella e con il suo capo al lavoro. (Pam/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 16:38 NNNN
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante"
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.57.52
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante"
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" In un nuovo romanzo di spionaggio l'accusa del romanziere Roma, 7 set. (askanews) - Lo scrittore John Le Carré non le manda a dire e descrive Boris Johnson come un "maiale ignorante" nel suo nuovo romanzo. Il maestro britannico dello spionaggio, John Le Carré, ha dipinto nel suo ultimo libro il ritratto del Primo Ministro senza mezzi termini e ha definito una "follia" la Brexit, secondo gli estratti pubblicati oggi sul quotidiano The Guardian. Ambientato nel 2018 e intitolato "Agent Running in the Field", il romanzo del maestro dello spionaggio racconta la storia di Nat, un agente di 47 anni del MI5, il servizio di intelligence britannico, in dubbio sul futuro del suo Paese e che rivela a sua figlia le sue scelte di carriera. (Segue) Cgi 20190907T165747Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.58.04
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" -2-
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" -2- Roma, 7 set. (askanews) - Descrivendo una Gran Bretagna in "caduta libera", dove Johnson è ancora Ministro degli Affari Esteri - una posizione che alla fine ha lasciato a luglio 2018 - Nat fa il punto delle ragioni che lo portano a dubitare della mancanza di potere democratico nel suo Paese. "Un maiale ignorante come ministro degli Affari esteri, che dovrei servire" dice. "Il Labour (il partito laburista) non è migliore. Pura pazzia sulla Brexit", dice Nat a sua figlia. John Le Carré è uno scrittore europeo di statura internazionale. Ha partecipato, insieme con dozzine di altri romanzieri, a un appello a sostenere l'Unione europea alle elezioni europee dello scorso maggio. Il romanzo uscirà uscirà il 17 ottobre, a due settimane dalla data prevista per la Brexit. Cgi 20190907T165754Z
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante"
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" In un nuovo romanzo di spionaggio l'accusa del romanziere Roma, 7 set. (askanews) - Lo scrittore John Le Carré non le manda a dire e descrive Boris Johnson come un "maiale ignorante" nel suo nuovo romanzo. Il maestro britannico dello spionaggio, John Le Carré, ha dipinto nel suo ultimo libro il ritratto del Primo Ministro senza mezzi termini e ha definito una "follia" la Brexit, secondo gli estratti pubblicati oggi sul quotidiano The Guardian. Ambientato nel 2018 e intitolato "Agent Running in the Field", il romanzo del maestro dello spionaggio racconta la storia di Nat, un agente di 47 anni del MI5, il servizio di intelligence britannico, in dubbio sul futuro del suo Paese e che rivela a sua figlia le sue scelte di carriera. (Segue) Cgi 20190907T165747Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 16.58.04
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" -2-
Brexit, per scrittore John Le Carré PM Johnson è "maiale ignorante" -2- Roma, 7 set. (askanews) - Descrivendo una Gran Bretagna in "caduta libera", dove Johnson è ancora Ministro degli Affari Esteri - una posizione che alla fine ha lasciato a luglio 2018 - Nat fa il punto delle ragioni che lo portano a dubitare della mancanza di potere democratico nel suo Paese. "Un maiale ignorante come ministro degli Affari esteri, che dovrei servire" dice. "Il Labour (il partito laburista) non è migliore. Pura pazzia sulla Brexit", dice Nat a sua figlia. John Le Carré è uno scrittore europeo di statura internazionale. Ha partecipato, insieme con dozzine di altri romanzieri, a un appello a sostenere l'Unione europea alle elezioni europee dello scorso maggio. Il romanzo uscirà uscirà il 17 ottobre, a due settimane dalla data prevista per la Brexit. Cgi 20190907T165754Z
CARCERI: SAPPE, 'AGENTE AGGREDITO DA DETENUTI IN ISTITUTO BOLOGNESE, URGENTE NUOVO PADIGLIONE' =
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 17.25.46
CARCERI: SAPPE, 'AGENTE AGGREDITO DA DETENUTI IN ISTITUTO BOLOGNESE, URGENTE NUOVO PADIGLIONE' =
ADN0633 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER CARCERI: SAPPE, 'AGENTE AGGREDITO DA DETENUTI IN ISTITUTO BOLOGNESE, URGENTE NUOVO PADIGLIONE' = Bologna, 7 set. (AdnKronos) - Ennesima aggressione nel carcere bolognese della Dozza nei confronti di un agente della polizia penitenziaria. La denuncia arriva dal Sappe. "Ieri sera due detenuti hanno iniziato a picchiarsi violentemente - spiega il segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante - avventandosi poi anche contro l'agente di turno nel reparto intervenuto immediatamente per evitare il peggio e finito in ospedale dove è stato refertato con una prognosi di cinque giorni. Al momento i detenuti presenti nel carcere bolognese della Dozza sono circa 850, trecento in più di quanto previsto per una capienza regolamentare. Sarebbe opportuno che iniziassero al più presto i lavori di costruzione del nuovo padiglione con un conseguente incremento dell'organico di polizia penitenziaria". "Ci auguriamo che il nuovo governo non pensi, come in passato, a eccessive politiche deflattive - prosegue Durante - rivelatesi nel lungo termine assolutamente fallimentari. Sarebbe anche opportuno avviare la trattativa per il rinnovo del contratto delle forze di polizia, previo un adeguato stanziamento di risorse. Ricordiamo che il precedente governo aveva stanziato risorse esigue, che avrebbero determinato un aumento stipendiale dell'1,95%, contro il 3,50 % stanziato dal governo Gentiloni". (Sil/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 17:25 NNNN
CARCERI: SAPPE, 'AGENTE AGGREDITO DA DETENUTI IN ISTITUTO BOLOGNESE, URGENTE NUOVO PADIGLIONE' =
ADN0633 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER CARCERI: SAPPE, 'AGENTE AGGREDITO DA DETENUTI IN ISTITUTO BOLOGNESE, URGENTE NUOVO PADIGLIONE' = Bologna, 7 set. (AdnKronos) - Ennesima aggressione nel carcere bolognese della Dozza nei confronti di un agente della polizia penitenziaria. La denuncia arriva dal Sappe. "Ieri sera due detenuti hanno iniziato a picchiarsi violentemente - spiega il segretario generale aggiunto Giovanni Battista Durante - avventandosi poi anche contro l'agente di turno nel reparto intervenuto immediatamente per evitare il peggio e finito in ospedale dove è stato refertato con una prognosi di cinque giorni. Al momento i detenuti presenti nel carcere bolognese della Dozza sono circa 850, trecento in più di quanto previsto per una capienza regolamentare. Sarebbe opportuno che iniziassero al più presto i lavori di costruzione del nuovo padiglione con un conseguente incremento dell'organico di polizia penitenziaria". "Ci auguriamo che il nuovo governo non pensi, come in passato, a eccessive politiche deflattive - prosegue Durante - rivelatesi nel lungo termine assolutamente fallimentari. Sarebbe anche opportuno avviare la trattativa per il rinnovo del contratto delle forze di polizia, previo un adeguato stanziamento di risorse. Ricordiamo che il precedente governo aveva stanziato risorse esigue, che avrebbero determinato un aumento stipendiale dell'1,95%, contro il 3,50 % stanziato dal governo Gentiloni". (Sil/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 07-SET-19 17:25 NNNN
Terrorismo, Sindacato penitenziaria: Imam pericoloso in cella
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 17.54.47
Terrorismo, Sindacato penitenziaria: Imam pericoloso in cella
Terrorismo, Sindacato penitenziaria: Imam pericoloso in cella Intervento del segretario generale Aldo Di Giacomo Roma, 7 set. (askanews) - "L'operazione anti-terrorismo islamico con gli arresti operati tra cui l'imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale, è la semplice conferma dell'allarme che, inascoltati, abbiamo lanciato da molto tempo: le carceri sono diventate il luogo privilegiato per il reclutamento di terroristi". Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale "l'imam arrestato, paradossalmente, è più pericoloso in cella che fuori. Negli istituti penitenziari italiani, dove sono rinchiusi tra i 10 e i 15 mila detenuti islamici, il rischio è fortemente sottovalutato dall'amministrazione penitenziaria nonostante abbiamo più volte segnalato questa grave emergenza. Intanto - aggiunge - la cosiddetta classificazione del livello di radicalizzazione dei detenuti islamici si presta a varie interpretazioni e comunque non serve certamente a tranquillizzare il personale penitenziario che è impreparato alla gestione di questo problema e tanto meno i cittadini". Di Giacomo poi aggiunge: "La realtà è diversa: sono sempre più numerosi gli episodi di detenuti di fede islamica che in carcere manifestano comportamenti tipici della radicalizzazione islamica, come inneggiare agli attentati di matrice islamica e mostrare apertamente odio verso l'Occidente. Secondo i dati più aggiornati i detenuti sui quali si concentrano timori di radicalizzazione sarebbero circa 500 suddivisi in tre categorie: 'segnalati', 'attenzionati' e 'monitorati'. Una cinquantina le persone sono incarcerate con l'accusa di terrorismo internazionale nelle sezioni di alta sicurezza riservate a loro (Rossano, Sassari e Nuoro)". Per "gli altri, che sono ritenuti soggetti a rischio, vengono condotte attività di monitoraggio che puntano a rilevare atteggiamenti di sfida verso le autorità, rifiuto di condividere gli spazi con detenuti di altre fedi religiose, segni di gioia di fronte a catastrofi o attentati in Occidente, esposizione di simboli legati al jihad. Gli ultimi dati forniti dal Ministero alla Giustizia - sottolinea Di Giacomo - sono sicuramente superati da una situazione in forte evoluzione per il continuo e costante ingresso di cittadini extracomunitari di fede islamica (e non) nei nostri istituti penitenziari". "Ma se è assolutamente chiaro chi sono i terroristi, in quanto sono in carcere perché imputati o arrestati per una specifica fattispecie di reato, non è così chiara la costruzione delle altre tre categorie entro cui sono collocati i detenuti ritenuti radicalizzati. Per questo è indispensabile sviluppare in carcere programmi mirati alla formazione di personale che sappia individuare i processi di radicalizzazione 'dietro le sbarre' per aiutarli a distinguere la pratica religiosa, o il riferimento a una particolare concezione dell'islam, dai possibili indicatori di radicalizzazione". In carcere "accade quello che già accade con il reclutamento e l''affiliazione' a clan mafiosi di detenuti specie se in cella finisce un imam che ha forte ascendente sui detenuti di fede islmica. Altra nostra richiesta è quella di rafforzare il personale di Polizia penitenziaria specie negli istituti dove il numero di detenuti extracomunitari ed islamici è più alto", continua Di Giacomo. Nav 20190907T175440Z
Terrorismo, Sindacato penitenziaria: Imam pericoloso in cella
Terrorismo, Sindacato penitenziaria: Imam pericoloso in cella Intervento del segretario generale Aldo Di Giacomo Roma, 7 set. (askanews) - "L'operazione anti-terrorismo islamico con gli arresti operati tra cui l'imam della moschea Dar Assalam di Martinsicuro, nel Teramano, già condannato in via definitiva per associazione con finalità di terrorismo internazionale, è la semplice conferma dell'allarme che, inascoltati, abbiamo lanciato da molto tempo: le carceri sono diventate il luogo privilegiato per il reclutamento di terroristi". Ad affermarlo è il segretario generale del Sindacato di Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo per il quale "l'imam arrestato, paradossalmente, è più pericoloso in cella che fuori. Negli istituti penitenziari italiani, dove sono rinchiusi tra i 10 e i 15 mila detenuti islamici, il rischio è fortemente sottovalutato dall'amministrazione penitenziaria nonostante abbiamo più volte segnalato questa grave emergenza. Intanto - aggiunge - la cosiddetta classificazione del livello di radicalizzazione dei detenuti islamici si presta a varie interpretazioni e comunque non serve certamente a tranquillizzare il personale penitenziario che è impreparato alla gestione di questo problema e tanto meno i cittadini". Di Giacomo poi aggiunge: "La realtà è diversa: sono sempre più numerosi gli episodi di detenuti di fede islamica che in carcere manifestano comportamenti tipici della radicalizzazione islamica, come inneggiare agli attentati di matrice islamica e mostrare apertamente odio verso l'Occidente. Secondo i dati più aggiornati i detenuti sui quali si concentrano timori di radicalizzazione sarebbero circa 500 suddivisi in tre categorie: 'segnalati', 'attenzionati' e 'monitorati'. Una cinquantina le persone sono incarcerate con l'accusa di terrorismo internazionale nelle sezioni di alta sicurezza riservate a loro (Rossano, Sassari e Nuoro)". Per "gli altri, che sono ritenuti soggetti a rischio, vengono condotte attività di monitoraggio che puntano a rilevare atteggiamenti di sfida verso le autorità, rifiuto di condividere gli spazi con detenuti di altre fedi religiose, segni di gioia di fronte a catastrofi o attentati in Occidente, esposizione di simboli legati al jihad. Gli ultimi dati forniti dal Ministero alla Giustizia - sottolinea Di Giacomo - sono sicuramente superati da una situazione in forte evoluzione per il continuo e costante ingresso di cittadini extracomunitari di fede islamica (e non) nei nostri istituti penitenziari". "Ma se è assolutamente chiaro chi sono i terroristi, in quanto sono in carcere perché imputati o arrestati per una specifica fattispecie di reato, non è così chiara la costruzione delle altre tre categorie entro cui sono collocati i detenuti ritenuti radicalizzati. Per questo è indispensabile sviluppare in carcere programmi mirati alla formazione di personale che sappia individuare i processi di radicalizzazione 'dietro le sbarre' per aiutarli a distinguere la pratica religiosa, o il riferimento a una particolare concezione dell'islam, dai possibili indicatori di radicalizzazione". In carcere "accade quello che già accade con il reclutamento e l''affiliazione' a clan mafiosi di detenuti specie se in cella finisce un imam che ha forte ascendente sui detenuti di fede islmica. Altra nostra richiesta è quella di rafforzare il personale di Polizia penitenziaria specie negli istituti dove il numero di detenuti extracomunitari ed islamici è più alto", continua Di Giacomo. Nav 20190907T175440Z
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 14.09.12
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio Nel governo circolano mugugni: serve piano B Roma, 7 set. (askanews) - Il premier britannico Boris Johnson ha scritto a tutti gli iscritti al suo partito conservatore per affermare che è pronto a sfidare la legge piuttosto che chiedere a Bruxelles un rinvio della data nella quale la Gran Bretagna lascerà l'Unione Europea. Il premier ha affermato di essere vincolato solo "in linea teorica" dalla legge che aspetta solo di essere firmata dalla regina Elisabetta II e che elimina la possibilità che la Gran Bretagna possa uscire dalla Ue senza un accordo il prossimo 31 ottobre. Nella lettera Johnson ribadisce la sua determinazione a non cedere a chi vuole che il Paese non lasci l'Europa: "hanno appena approvato una legge che mi obbligherebbe a implorare Bruxlles per un rinvio della scadenza della Brexit. E' una cosa che non farò mai". (Segue) Bea 20190907T140908Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 14.09.24
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -2-
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -2- Roma, 7 set. (askanews) - Già ieri Johnso aveva escluso di voler chidere un rinvio anche se la legge che attende di entrare in vigore lo obbbliga a farlo se non c'è un accordo con la Ue il 19 ottobre prossimo. E se quanche Brexiteer acceso, come il dirigente tory Iain Duncan Smith, lo invita ad andare al "martirio" violando una legge voluta da parlamento, in nome del rispetto della volontà del popolo, dentro al suo governo cominciano ad alzarsi voci critiche che gli chiedono di abbandonare la sua strategia, finora fallimentare e di escogitare un piano B. (Segue) Bea 20190907T140915Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 14.09.30
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -3-
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -3- Roma, 7 set. (askanews) - Le opposizioni unite hanno bocciato la richiesta del premier di andare a nuove elezioni a ottobre e ora a Johnson resta la scelta tra violare la legge o dimettersi. Il premier rischia teoricamente di finire in galera se non si atterrà al testo della legge mentre una fonte di governo sentita dal Daily Mail ha dichiarato che la sua strategia "è a brandelli" e serve un "ripensamento radicale".(Segue) Bea 20190907T140922Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 14.09.36
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -4-
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -4- Roma, 7 set. (askanews) - Circolano voci che Johnson potrebbe dimettersi con un mossa tattica per lasciare spazio a Downing Street al leader laburista Jeremy Corbyn o a un altro rivale politico, che chiederebbe un rinvio della Brexit prima di un nuovo voto, facendo infuriare gli elettori favorevoli al divorzio. A un domanda su possibili dimissioni Johnson ha risposto "non è un'ipotesi che intendo contemplare". (Segue) Bea 20190907T140929Z
SABATO 07 SETTEMBRE 2019 14.09.42
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -5-
Brexit, Johnson scrive a iscritti Tory: non chiederò mai rinvio -5- Roma, 7 set. (askanews) - Alcuni ministri, come il responsabile dei preparativi per la Brexit Michael Gove, pensano che sia ora che il premier si riconcili con i 21 ribelli che gli hanno votato contro in Parlamento e che lui ha espulso senza batter ciglio, tra cui una figura simbolica del partito, Sir Nicholas Soames, nipote di Winston Churchill, che lo ha accusato di aver trasformato i tories in una "setta della Brexit" e di "non essere per nulla" come il celebre nonno. Bea 20190907T140936Z
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