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sabato 7 settembre 2019

>ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti

SABATO 07 SETTEMBRE 2019 18.35.08

>ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti

ZCZC4545/SXB ONY92552_SXB_QBXB R EST S0B QBXB >ANSA-FOCUS/ Grana per Trump, Pompeo e Bolton ai ferri corti Non solo l'Iran, i due divisi su tutto. Arriva stretta rifugiati (ANSA) - WASHINGTON, 7 SET - Oramai, raccontano i ben informati, non si parlano quasi piu', e quando si incrociano si salutano a malapena. Eppure sono due figure chiave dell'amministrazione Trump: il segretario di stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton, i massimi responsabili della politica estera americana, quelli che dovrebbero indirizzare in maniera univoca le scelte e le strategie del presidente americano sullo scacchiere internazionale. E invece qualcuno ha addirittura sentito alzare la voce tra i due, perche' non andrebbero d'accordo su quasi nulla. Il risultato - si racconta tra le mura del palazzo - e' che spesso le decisioni sono inevitabilmente affidate all'istinto del tycoon. L'incertezza la farebbe dunque piu' che mai da padrona in questa fase. E se nelle ultime ore e' di nuovo l'Iran ad agitare la Casa Bianca, le sfide da affrontare per Donald Trump sono molte e complesse, contenute nei tanti dossier sulla scrivania dello Studio Ovale: dal tentativo di accordo con i talebani in Afghanistan al difficile nodo della pace in Medio Oriente, dal questione nordcoreana al rebus Venezuela, passando per i delicati e tempestosi rapporti con la Cina. Il presidente ascolta, cerca di capire qual'e' la strada giusta da prendere. Ma i suoi consiglieri sono divisi, da una parte la prudenza e l'inclinazione al negoziato di Pompeo dall'altra il super falco Bolton. E se alcuni mesi fa il tycoon sembrava ai ferri corti col capo della sua diplomazia, oggi - si racconta - appare sempre piu' insofferente verso l'eccessivo interventismo del proprio consigliere per la sicurezza nazionale, troppo in contrasto con la linea isolazionista e di disimpegno che il presidente vorrebbe seguire. Bolton sarebbe dunque sempre piu' isolato al'interno della Casa Bianca, e i suoi rapporti sarebbero pessimi anche con il capo dello staff Mick Mulvaney. Quest'ultimo non si fida piu', tanto che ha deciso di piazzare al fianco del presidente un assistente con competenze specifiche proprio sui temi di sicurezza nazionale, per non dover passare per forza da Bolton. C'e' una persona invece di cui Trump si fida ciecamente, forse al momento la figura a lui piu' vicina all'interno della West Wing, ed e' Stephen Miller, il consigliere politico e architetto della strategia del tycoon sull'immigrazione, dal muro col Messico al pugno duro sugli irregolari passando per la stretta su asilo e visti. L'ultima offensiva potrebbe vedere la luce martedi', quando il presidente dovrebbe annunciare un drastico taglio del numero dei rifugiati a cui ogni anno e' permesso entrare negli Usa. Il piano, dietro cui c'e' proprio Miller, secondo quanto riporta il New York Times e' teso a mandare in soffitta il programma grazie al quale da decenni si accolgono decine di migliaia di profughi da tutto il mondo che fuggono da guerre e persecuzioni. Due le ipotesi sul tavolo: una hard, azzerando il programma e lasciando al presidente la facolta' di decidere di volta in volta in casi di emergenza, la seconda piu' soft, dimezzando il numero degli ingressi a 10.000 ma limitandoli solo a rifugiati di alcuni Paesi o che hanno uno status speciale, come iracheni e afghani che lavorano con le truppe Usa.(ANSA). CU 07-SET-19 18:34 NNNN 

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