ASTRONOMIA: SCOPERTA LA STELLA CHE NON DOVEVA
ESISTERE
(EMBARGO ALLE 19,00 DI OGGI)
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - E'
composta quasi interamente da
idrogeno ed elio, praticamente senza altri
elementi chimici,
come doveva essere composto l'universo appena uscito dal
Big
Bang: e' la stella che non dovrebbe esistere perche' secondo
le
attuali teorie non avrebbe mai potuto formarsi. La descrive su
Nature
un gruppo di ricerca che vede un'importante
partecipazione italiana, con
Elisabetta Caffau, del Centro per
Astronomia
dell'universita' tedesca di Heidelberg e
dell'Osservatorio di Parigi che ha
coordinato lo studio e i
ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica
(Inaf), Paolo
Molaro (Osservatorio di Trieste), Sofia Randich (Osservatorio
di
Arcetri) e Simone Zaggia (Osservatorio di Padova).
L'oggetto, scoperto
grazie al Very Large Telescope (Vlt)
dell'Eso, e in particolare agli
spettrografi X-Shooter
(realizzato anche con il contributo dell'Inaf) e Uves,
e' una
debole stella nel cuore della costellazione del Leone, nella
Via
Lattea. Chiamata SDSS J102915+172927, la stella contiene la piu'
bassa
quantita' di elementi chimici di tutte le stelle o
galassie finora note ed e'
probabilmente la stella piu' vecchia
che si conosca con un'eta' maggiore di
13 miliardi di anni.
Secondo la teoria largamente accettata della formazione
delle
prime stelle, spiegano gli esperti dell'Inaf, un oggetto con
questa
composizione chimica non avrebbe mai dovuto formarsi.
All'inizio infatti si
ritiene si potessero formare solo stelle
dalle masse pari a milioni di masse
solari mentre questa stella
ha la massa del nostro Sole. ''Le stelle di
questo tipo non
dovrebbero esistere perche' le nubi di materiale da cui si
sono
formate non avrebbero mai potuto condensarsi'', ha detto
Elisabetta
Caffau. 'La stella - sottolinea Zaggia - fa parte
dell'ancora poco esplorato
e profondo Alone Galattico ed e' una
fortuna che attualmente si trovi a soli
circa 4.000 anni luce da
noi''. Alla scoperta hanno preso parte anche altri
italiani,
Piercarlo Bonifacio dell'Osservatorio di Parigi e Lorenzo
Monaco
dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), Luca
Sbordone,
universita' di Heidelberg e dell'Osservatorio di Parigi
e
dell'Istituto Max Planck.
Y75
31-AGO-11 15:15 NNNN
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