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mercoledì 31 agosto 2011

ASTRONOMIA: SCOPERTA LA STELLA CHE NON DOVEVA ESISTERE

ASTRONOMIA: SCOPERTA LA STELLA CHE NON DOVEVA ESISTERE
(EMBARGO ALLE 19,00 DI OGGI)
(ANSA) - ROMA, 31 AGO - E' composta quasi interamente da
idrogeno ed elio, praticamente senza altri elementi chimici,
come doveva essere composto l'universo appena uscito dal Big
Bang: e' la stella che non dovrebbe esistere perche' secondo le
attuali teorie non avrebbe mai potuto formarsi. La descrive su
Nature un gruppo di ricerca che vede un'importante
partecipazione italiana, con Elisabetta Caffau, del Centro per
Astronomia dell'universita' tedesca di Heidelberg e
dell'Osservatorio di Parigi che ha coordinato lo studio e i
ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), Paolo
Molaro (Osservatorio di Trieste), Sofia Randich (Osservatorio di
Arcetri) e Simone Zaggia (Osservatorio di Padova).
L'oggetto, scoperto grazie al Very Large Telescope (Vlt)
dell'Eso, e in particolare agli spettrografi X-Shooter
(realizzato anche con il contributo dell'Inaf) e Uves, e' una
debole stella nel cuore della costellazione del Leone, nella Via
Lattea. Chiamata SDSS J102915+172927, la stella contiene la piu'
bassa quantita' di elementi chimici di tutte le stelle o
galassie finora note ed e' probabilmente la stella piu' vecchia
che si conosca con un'eta' maggiore di 13 miliardi di anni.
Secondo la teoria largamente accettata della formazione delle
prime stelle, spiegano gli esperti dell'Inaf, un oggetto con
questa composizione chimica non avrebbe mai dovuto formarsi.
All'inizio infatti si ritiene si potessero formare solo stelle
dalle masse pari a milioni di masse solari mentre questa stella
ha la massa del nostro Sole. ''Le stelle di questo tipo non
dovrebbero esistere perche' le nubi di materiale da cui si sono
formate non avrebbero mai potuto condensarsi'', ha detto
Elisabetta Caffau. 'La stella - sottolinea Zaggia - fa parte
dell'ancora poco esplorato e profondo Alone Galattico ed e' una
fortuna che attualmente si trovi a soli circa 4.000 anni luce da
noi''. Alla scoperta hanno preso parte anche altri italiani,
Piercarlo Bonifacio dell'Osservatorio di Parigi e Lorenzo Monaco
dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso), Luca Sbordone,
universita' di Heidelberg e dell'Osservatorio di Parigi e
dell'Istituto Max Planck.

Y75
31-AGO-11 15:15 NNNN

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