SALUTE: DIMOSTRATA EFFICACIA TERAPIA CONTRO
DISTROFIA =
(AGI) - Roma, 12 set. - Dimostrata per la prima volta al
mondo
l'efficacia di una terapia molecolare per la
distrofia
facio-scapolo-omerale: a descriverla sulle pagine della
rivista
scientifica Molecular Therapy e' Davide Gabellini,
ricercatore
dell'Istituto Telethon Dulbecco che lavora all'Istituto
San
Raffaele di Milano. Come suggerisce il nome stesso, questa
patologia
colpisce i muscoli di faccia, spalle e braccia, in
qualche caso anche quelli
delle gambe. I primi sintomi sono in
genere difficolta' a compiere semplici
movimenti del volto come
sorridere, fischiare o chiudere gli occhi, ma spesso
e' la
debolezza dei muscoli della scapola a suonare come un
campanello di
allarme. "Per quanto sia tra le principali forme
di distrofia muscolare,
questa malattia rimane per certi versi
ancora un mistero", spiega Gabellini.
"Il difetto genetico
responsabile e' stato localizzato all'estremita' del
cromosoma
4, in una regione che non contiene geni ma una serie di
sequenze
ripetute. A provocare la malattia e' una riduzione di
queste "ripetizioni",
che porta a un aumento dell'attivita' di
alcuni geni. A questo proposito non
c'e' ancora accordo
completo tra gli scienziati: al momento i candidati
principali
si chiamano FRG1 e DUX4. Con meccanismi ancora non del
tutto
chiariti, un aumento della produzione delle proteine codificate
da
questi geni sembra tradursi nei sintomi muscolari tipici di
questa
distrofia".
A differenza di altre malattie genetiche il problema non
sta
dunque nell'assenza o nella presenza di una proteina
alterata, ma
semplicemente in una sovrapproduzione: Gabellini e
il suo team hanno, quindi,
provato a vedere se riducendo
l'attivita' di questi geni si poteva ottenere
un miglioramento
dei sintomi. I ricercatori Telethon hanno
sfruttato
l'interferenza a Rna, una tecnica di "silenziamento
genetico"
che mima un fenomeno molto conservato in natura e che nel
2006
ha fruttato il premio Nobel ai suoi scopritori, Andrew Fire e
Craig
Mello. Questo meccanismo, scoperto per la prima volta
nelle piante, consiste
nello "spegnimento" specifico
dell'attivita' di alcuni geni grazie a piccole
molecole di Rna
a doppio filamento che, una volta riconosciuto il
loro
bersaglio, ne bloccano l'espressione. "Abbiamo somministrato
questi
Rna silenziatori tramite dei virus gia' usati in terapia
genica, chiamati
adeno-associati - spiega Gabellini -. Una
volta raggiunte le fibre muscolari,
queste molecole hanno
dimostrato di ridurre significativamente l'attivita'
del gene
FRG1. Questo si e' tradotto in un netto miglioramento dei
sintomi
stabile nel tempo, senza alcun effetto tossico: e' la
prima volta che si
ottiene un risultato del genere per la
distrofia-facio-scapolo-omerale. Non
solo: questo approccio e'
potenzialmente applicabile ad una trentina di altre
malattie
genetiche dei muscoli, come per esempio la distrofia
miotonica,
dovute alla produzione di molecole RNA tossiche".
(AGI)
Red/Pgi
121344 SET 11
NNNN
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