SALUTE: RICETTA PER ARRIVARE A 100 ANNI, BATTERI BUONI E GENI ATTIVI AL BISOGNO =
Societa' geriatria, progressi scienza nella longevita' giudicati
positivi da oltre il 90 % degli italiani
Roma, 21 mar. (AdnKronos Salute) - La ricetta per arrivare 100 anni
c'è. E i principali alleati sono i batteri 'buoni' dell'intestino e i
geni capaci di 'accendersi' quando serve. Secondo le ricerche in
materia di longevità, discusse in occasione del Congresso nazionale
della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg), per
arrivare a spegnere 100 candeline serve il giusto mix tra genetica e
stile di vita.
Da una parte, infatti, i geni ereditati in famiglia aiutano, perché
nei centenari si sono individuati numerosi meccanismi molecolari che
cercano di correggere i danni al patrimonio genetico e quindi vivere
più a lungo. Dall'altra le abitudini e soprattutto l'alimentazione
modulano l'attività del genoma, allungando l'aspettativa di vita
attraverso l'epigenetica, ovvero tramite la modificazione
dell'espressione dei geni implicati nella longevità. E un ruolo di
primo piano sembra riservato ai batteri dell'intestino, il cosiddetto
microbioma: per invecchiare bene è importante avere una flora
batterica intestinale 'efficiente', da nutrire anch'essa con una dieta
adeguata e sana. (segue)
(Ram/AdnKronos Salute)
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(AdnKronos Salute) - Tutte conoscenze giudicate in modo molto positivo
dagli italiani: stando a un'indagine sulla longevità condotta da Sigg,
oltre il 90% degli italiani giudica positivi i progressi della scienza
in questo settore. "La longevità sembra poter derivare da una
'manutenzione' particolarmente efficiente dell'attività delle cellule
e degli organi, che nel tempo potrebbe contrastare l'inevitabile
declino funzionale dell'organismo", spiega Giuseppe Paolisso, past
presidente Sigg. "Alcuni geni sembrano avere un ruolo in tutto ciò ma
sappiamo che, ad esempio, una singola mutazione genetica 'favorevole'
può allungare la vita al massimo del 40%."
Oggi appare perciò sempre più evidente che è l'attività del genoma nel
suo complesso a influenzare la longevità: "l'epigenetica, ovvero la
modificazione dell'espressione dei geni nel corso della vita a seconda
degli 'stimoli' a cui è sottoposto l'organismo - spiega ancora
Paolisso - sta assumendo un peso sempre più rilevante fra i meccanismi
che incidono sull'aspettativa di vita. Un esempio classico è la
restrizione calorica: una riduzione dell'apporto di nutrienti in
assenza di malnutrizione si associa a un aumento della durata della
vita, anche nei primati e nell'uomo, perché in condizioni di scarse
risorse energetiche l'attività dei geni vira verso una diminuzione
delle attività e un conseguente prolungamento della vita". (segue)
(Ram/AdnKronos Salute)
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(AdnKronos Salute) - Secondo gli esperti tutto questo però significa
anche che la longevità si può 'costruire': se non si nasce con una
familiarità che aiuta a diventare centenari si può vivere in modo da
favorire una speranza di vita prolungata.
"Gli studi indicano ad esempio che la flora batterica intestinale ha
un ruolo nell'invecchiamento: con l'andare degli anni si modifica e la
capacità di mantenere batteri 'buoni' è strettamente correlata alla
possibilità di un invecchiamento di successo - osserva Nicola Ferrara,
presidente Sigg - La biodiversità dei batteri intestinali si riduce
nella terza età, favorendo la comparsa di infiammazione e squilibri
che possono essere l'anticamera di numerose patologie: favorire
attraverso una sana alimentazione il mantenimento della biodiversità
della flora batterica può aiutare ad aumentare l'aspettativa di vita
in buona salute".
(Ram/AdnKronos Salute)
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