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sabato 22 febbraio 2020

Intervista a Giuseppe De Matteis - "Ora basta chi spaccia deve restare in cella" - "Chi spaccia deve stare in cella Basta arresti di una notte"



Stampa Torino di sabato 22 febbraio 2020, pagina 45

Intervista a Giuseppe De Matteis - "Ora basta chi spaccia deve restare in cella" - "Chi spaccia deve stare in cella Basta arresti di una notte"



INTERVISTA AL QUESTORE "Ora basta chi spa ccia deve restare in cella" P. 45 GIUSEPPE DE MATTEIS il questore svela la genesi del piano del ministro Lamorgese Le nuove norme suggerite in prefettura dal confronto tra forze di polizia e magistratura "Chi spaccia deve stare in cella Basta arresti di uni notte" 100 Sono le persone arrestate dalla polizia dall'inizio dell'anno, 295 sono stranieri INTERVISTA GIUSEPPE DE MATTEIS QUESTORE DI TORINO 09 Oggi gli spacciatori non avvertono più l'arresto come un fattore deterrente: sanno che per reati di piccolo spaccio al massimo rischiano di trascorrere 24 ore in cella di sicurezza, e che il giorno dopo potranno tranquillamente tornare in attività. Così si riduce il senso di sicurezza dei cittadini olti non capiscono che gli spacciatori si adeguano alla legge. I pusher sono l'aspetto terminale di un sistema complesso. Oggi tutti sanno che con l'arresto per piccolo spaccio non si rischia più di una notte in una cella di sicurezza della questura. Se invece cambia la norma e si introduce la galera, anche Sono gli anni di pena per favorire l'adozione delle misure cautelaci per il piccolo spaccio la rete che c'è dietro agli spacciatori ne prende atto e cerca di plasmarsi in base alle nuove condizioni». Questa, più o meno, è la stessa analisi che il questore di Torino, Giuseppe De Matteis, aveva fatto due mesi fa al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, in visita in città, facendo tappa in prefettura. Col rischio di sembrare ovvio, le aveva dimostrato in termini pratici quello che tutti i tornesi dei quartieri fragili dicono da tempo: «Hai voglia ad arrestare i pusher, tanto dopo 24 ore ritornano». Quindi è andata proprio così? L'inasprimento della lotta al piccolo spaccio è la risposta del Governo alle sofferenze dei torinesi? «Qui a Torino si è preso atto di un problema reale che esiste anche nelle altre città, forse in misura maggiore. Con lungimiranza il prefetto Claudio Palomba, in occasione della visitadelministro, ha mess o attorno a un tavolo forze dell'ordine e magistratura. E l'idea che oggi è alla base della di modifica normativa, è arrivata dal procuratore generale Francesco Saluzzo». In che cosa consiste? «C'è un problema tecnico legato al quinto comma dell'articolo 73 del testo unico sugli stupefacenti. La norma, punendo il piccolo spaccio, prevede una pena massima di 4 anni. Con questo limite, in caso di arresto in flagranza dello spacciatore, non è consentito applicare una misura cautelare in carcere per farlo rimanere in cella. Al contrario, sarebbe possibile trattenerlo in cella se la pena massima fosse di 5 anni.--------SEGUE SULLA TESTATA-----------

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