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martedì 26 settembre 2023

Le morti come resurrezioni dell’ego. ( a cura di Enrico Corti)

 

Le morti come resurrezioni dell’ego.

(sostituisce il precedente)

Con le modalità con cui sono state onorate le scomparse pima di Silvio Berlusconi ed ora di Giorgio Napolitano, sono state confermati i cliché per cui i personaggi pubblici anche dalle dubbie virtù da vivi, da defunti vengono ipocriticamente osannati a destra e a manca; come se la morte non possa essere considerata un evento purtroppo naturale; ma l’innaturale occasione per celebrare un lavacro santifico per tutti; anche per quelli socialmente poco meritevoli.

Tralasciando il troppo ipocriticamente già detto su Berlusconi, nella ricerca di un’analisi che cerca d’essere intellettualmente onesta sulla figura di Giorgio Napolitano e nell’esprimere le dovute condoglianze ai familiari, equamente si ritengono necessarie alcune riflessioni sul ruolo politico e istituzionale da lui svolto per lunghi decenni; prima nel Pci e poi nelle Istituzioni.

Partendo da un commento scritto da Paolo Ferrero, lo integro con la seguente riflessione. Quale componente della corrente migliorista, della quale con Giorgio Amendola ne era il capo, Napolitano è stato un determinante esponente del blocco che nel Pci mirava alla cogestione del potere in Italia con il capitalismo; migliorismo sta per il capitalismo; non per il socialismo.

Per questo, la corrente era insitamente portatrice di una concezione autoritaria del partito, che si riverberava anche nella concezione della società̀ e dello Stato. Da ciò il proliferare del consociativismo sociale e politico attraverso il metodo del compromesso non già come mezzo ma come fine; da qui la pratica dell’inciucio, che tanti danni ancora oggi provoca a discapito della rappresentatività delle classi subalterne.

Indicato in occidente tale fenomeno come vittoria della democrazia liberale del libero mercato, in realtà è una forzatura in quanto più che liberale la società si sta caratterizzando per un fortissimo consociativismo tra capitale e lavoro; con gravi ripercussioni sulla politica per l’inserimento in essa nella mera gestione del potere.

Dal dopo seconda guerra mondiale; 1943 Palmiro Togliatti; 1966 Luigi Longo; 1972 Enrico Berlinguer; 1984 Alessandro Natta; 1988 Achille Occhetto; i segretari del Pci hanno sempre trovato nella corrente di Giorgio Napolitano la principale e pregiudiziale avversaria della politica per il cambiamento.

Anche nel suo ruolo di Presidente della Repubblica, Napolitano ha voluto distinguersi facendo come atlantista un convinto difensore della Nato, causando danni alla sinistra e al paese; il tutto accompagnato da negative scelte fatte dal nostro paese in tema di guerra e pace.

          Nel 1999, su notevoli pressioni degli USA e senza una specifica deliberazione dell’ONU la NATO ha ordinato per due mesi il bombardamento aereo sui civili di Belgrado; gli aerei, anche italiani, partivano dagli aeroporti militari italiani: Costituzionalmente, le forze armate italiane sono sottoposte al Presidente della Repubblica come lo era in quella data Giorgio Napolitano, che, tra l’altro, era già stato sino all’anno precedente Ministro dell’Interno Italiano.      

          Nel 1999 Napolitano era anche Presidente della Commissione per gli Affari Costituzionali del Parlamento Europeo. Con la guerra italica-atlantista alla Libia del 2011, Napolitano Presidente fu protagonista di un’altra azione che peggiorò drammaticamente le condizioni di vita delle popolazioni libiche, minando pesantemente anche gli interessi e i bisogni del nostro paese in quanto anch’esso pervaso dalla disuguaglianza.  

Inoltre, la destabilizzazione della Libia ha prodotto l’attuale situazione tragica per il popolo libico e per l’Africa intera; radice dell’attuale fenomeno epocale dell’esodo migratorio.

Ovviamente, sui gazzettini dei media italiani si parla d’altro; degli spiccioli collocativi e non delle tragiche ragioni di fondo sul perché delle emigrazioni; ciò per esimersi dallo scrivere sulle contraddizioni rappresentati dal libero mercato e dai confini; tutte concause che stanno producendo l’estinzione del nostro pianeta e dei loro abitanti.

Enrico Corti

25 Settembre 2023--
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