(ER) G8. POLIZIOTTI 'RIBELLI' A CONSEGNA DEL SILENZIO SU 'DIAZ'
GRUPPO DI AGENTI DI BOLOGNA SI INDIGNA E INVITA IN CITTA' VICARI
(DIRE) Bologna, 18 giu. - "Non ci possono vietare di esprimere la
nostra opinione e il nostro pensiero, senno' che fine fa la
democrazia? Questa circolare del ministero dell'Interno ci
provoca sdegno e vogliamo parlarne pubblicamente con altri
poliziotti e con i cittadini. A noi piace la trasparenza, invece
ultimamente ci sono segnali che non ci piacciono e ci hanno
invogliato a organizzare questo dibattito". A parlare cosi' e' un
gruppo di poliziotti che lavora a Bologna a cui non e' andata
giu' la circolare interna partita dal Dipartimento di pubblica
sicurezza del ministero dell'Interno il 15 marzo scorso, in
coincidenza con l'uscita al cinema del film "Diaz", la pellicola
di Daniele Vicari che rievoca l'invasione e le violenze della
Polizia alla scuola Diaz, sede del Genoa social forum, nel corso
del G8 di Genova del 2001. Contro questa circolare, che gia' nei
mesi scorsi aveva suscitato polemiche anche sui giornali, alcuni
poliziotti di Bologna ora hanno deciso di prendere posizione e di
farlo pubblicamente, invitando a parlarne con loro anche il
regista Vicari, in un dibattito che si intitola "La democrazia
nella Polizia".
L'iniziativa si svolgera' al centro Croce coperta di via
Papini giovedi' alle 18 ed e' stato presentato oggi in Comune. Ad
aiutare gli agenti pro-democrazia ad organizzare l'evento, ci ha
pensato l'associazione "Solidarieta' vittime dell'illegalita'",
di cui gli agenti fanno parte, che nacque a Bologna ai tempi
della Uno bianca e da un paio d'anni e' di nuovo attiva. E'
vicina al Siulp, a cui molti agenti soci dell'associazone sono
iscritti, ma agisce in modo autonomo dal sindacato. "Il film
'Diaz', cosi' come 'E' stato morto un ragazzo' su Federico
Aldrovandi, e' una pellicola coraggiosa che cerca di portare la
verita', proprio quella che un poliziotto dovrebbe avere sempre
come bandiera", dice Maurizio Matrone, ex poliziotto e
scrittore.(SEGUE)
(Pir/ Dire)
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(ER) G8. POLIZIOTTI 'RIBELLI' A CONSEGNA DEL SILENZIO SU 'DIAZ' -2-
(DIRE) Bologna, 18 giu. - Per i poliziotti che insorgono contro
la circolare ministeriale che vuole imporre il silenzio a chi
porta la divisa, "fatti come Genova non devono mai piu' esistere
e questo film puo' aiutare a ricostruire cosa e' accaduto,
perche' sono state dette tante bugie e perche' chi le ha
raccontate l'ha fatto franca o la fara' franca", prosegue
Matrone, ricordando che la sentenza definitiva della Corte di
Cassazione e' stata rimandata al 5 luglio. E prosegue: "L'accusa
piu' grave, per un poliziotto, e' quella di falso ideologico. Un
poliziotto non puo' dire bugie, altrimenti non merita di essere
un poliziotto. La Polizia deve essere trasparente". L'obiettivo
dell'iniziativa, spiega Matrone e con lui Santo Triolo, che
lavora alla sezione Antidroga della Squadra mobile di Bologna ed
e' tra i promotori, e' "avvicinare i cittadini e recuperare il
rapporto tra cittadinanza e Polizia", a maggior ragione in un
momento in cui "la politica latita e affida la gestione della
sicurezza a dei tecnici mentre dovrebbe riappropriarsene",
sottolinea l'ex segretario nazionale del Siulp, Luigi Notari,
oggi a Bologna per presentare l'iniziativa.
La circolare ministeriale non e' piaciuta, spiega Triolo. "Mi
ha toccato, a me come ad altri. Penso che nessuno possa vietare
di esprimere il proprio pensiero a ciascun poliziotto, altrimenti
diventa un poliziotto frustrato le cui frustrazioni possono
riversarsi sui cittadini. I cittadini hanno bisogno di una
polizia democratica". Nell'ambiente della Polizia com'e' stato
preso il film? "Qui a Bologna, come in tante altre citta', ci
sono tanti ambienti, tante Polizie. Potete immaginare come sia
stato preso nel Reparto mobile", risponde Triolo. Eppure,
sottolinea Matrone, "Bologna e' una citta' fortunata, ci sono
altri ambienti dove si preferisce far finta di non vedere".(SEGUE)
(Pir/ Dire)
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(DIRE) Bologna, 18 giu. - Di fatto, pero', quello che ha spinto
il gruppo di poliziotti a organizzare il dibattito e' il fatto
che pochi si siano scomposti piu' di tanto dopo la circolare. "E'
chiaro che se ci fosse stata attenzione e un dibattito, non
avremmo deciso di organizzare un'iniziativa", afferma Notari. La
sfida, ora, e' di riuscire a portare al dibattito di giovedi'
sera "anche tanti poliziotti, oltre che tanti cittadini". Per
Notari e' importante perche' "occorre recuperare un rapporto
franco fra cittadini e Polizia", ancor piu' in un momento in cui
"si sta diffondendo sempre piu' una cultura militarista e la
politica non sta facendo nulla per impedirlo". Del resto, anche
tra gli stessi cittadini "capita a volte che ci sia chi tende a
essere d'accordo con certi metodi, a non farci caso, finche' non
capita a lui. E' la stessa societa' che preferisce una Polizia
militare", dice Notari, ricordando il rischio che si torni alla
militarizzazione (dopo la conquista del 1981 quando il corpo
venne appunto smilitarizzato).
"Ormai il reclutamento per concorso e' quasi scomparso, viene
fatto quasi tutto dalla caserme. Di certo e' gente preparata, ma
proviene comunque da un certo ambiente, dove e' abituata a
ordini, a silenzi, magari arrivano dall'Afghanistan- ragiona
Matrone- tutto questo non aiuta alla partecipazione democratica
dei cittadini alla Polizia, non si crea un ambiente di polizia
civile e democratica". Per Notari quello della nuova
militarizzazione e' un rischio: "Sembra che certi apparati
vogliano rimilitarizzarla per renderla silente e obbediente". Al
dibattito di giovedi', oltre a Vicari, ci saranno il giudice
Claudio Nunziata, il deputato Salvatore Vassallo (Pd) e anche il
giornalista scrittore Gianni Flamini, di cui verra' presentato il
libro "Lo scambio".
(Pir/ Dire)
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