Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-10474
presentato daInterrogazione a risposta scritta 4-10474
MELILLA Gianni
testo di
Giovedì 24 settembre 2015, seduta n. 489
MELILLA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
i sindacati di polizia hanno evidenziato il fenomeno dei suicidi di operatori delle forze dell'ordine. Fenomeno che riguarda in particolare gli operatori dellapolizia di Stato, dei carabinieri e della guardia di finanza;
spesso il suicidio (e il tentato suicidio) avviene tramite l'uso della pistola di ordinanza;
il fatto è conosciuto da diversi anni, ma viene sottovalutato ascrivendolo esclusivamente ad incidenze esterne, evitando così ogni intervento mirato alla sfera lavorativa. I rappresentanti degli operatori delle forze preposte all'ordine pubblico, non contestano l'attività in seno alla direzione centrale di sanità, agli studi ed alle «autopsie psicologiche» dei singoli episodi (in risposta ad una precedente lettera del 2010, il prefetto Manganelli diceva che i suicidi non erano riconducibili a cause e a disagi di tipo lavorativo), ma sottolineano che il fenomeno è quasi ignorato sia professionalmente che umanamente. I dati sono allarmanti poiché il tasso dei decessi è alto, sicuramente superiore rispetto alla media della popolazione e non risulta che siano state prese le doverose precauzioni e provvedimenti. Nel resto d'Europa, dove l'attenzione alla questione è maggiore, questi fenomeni sono in netto calo e con incidenze sicuramente minori rispetto a quanto avviene in Italia che, nello specifico, rappresenta il fanalino di coda;
secondo le autorità competenti le cause non sono da accreditarsi alla professione. Ma le depressioni legate a fatti personali sono aggravate dalla particolarità del mestiere che è intriso di tensioni lavorative, mobbing diffuso, e lacunoso per la insufficiente attenzione psicologica necessaria a chi ha, per mestiere, l'obbligo dell'uso dell'arma da fuoco, che richiede fermezza, competenza, capacità di distacco psichico;
i sindacati di polizia propongono di portare queste tematiche all'interno del circuito di aggiornamento professionale, come avviene nel resto d'Europa, in modo da poter discutere prima le soluzioni possibili. Richiedono anche la costituzione di una commissione d'inchiesta in cui poter discutere assieme alle rappresentanze del personale i risultati e le conclusioni che la direzione centrale di sanità, assieme al centro di neurologia e psicologia medica del servizio operativo centrale, ha raccolto in questi anni, facendo anche tesoro e uso adeguato della normativa già esistente sulla tutela e sicurezza del lavoro ed in particolare di quelle norme, previste dalla legge n. 65 del 1986, che incidono in particolare sulla salute degli operatori delle forze di polizia –:
se i Ministri interrogati riscontrino il carattere di emergenza della questione posta dai rappresentanti dei lavoratori delle forze di polizia e quindi come, nel tempo più breve possibile, intendano mettere in atto le misure utili alla prevenzione del fenomeno nel senso più opportuno per i lavoratori del settore;
se non ritengano opportuno dare le necessarie indicazioni affinché si verifichi, e sia reso noto il numero dei decessi nel settore dal 2008 ad oggi, poiché i dati affermano che solo nel semestre gennaio/giugno 2015 si sono verificati 20 suicidi e nulla si sa dei tentati suicidi, tenendo conto che i dati, al contrario di quanto richiederebbero i criteri della trasparenza, se esistono, sono non sufficientemente pubblicizzati e spesso tenuti con riserbo non riconoscendo la concausa di servizio. (4-10474)
i sindacati di polizia hanno evidenziato il fenomeno dei suicidi di operatori delle forze dell'ordine. Fenomeno che riguarda in particolare gli operatori dellapolizia di Stato, dei carabinieri e della guardia di finanza;
spesso il suicidio (e il tentato suicidio) avviene tramite l'uso della pistola di ordinanza;
il fatto è conosciuto da diversi anni, ma viene sottovalutato ascrivendolo esclusivamente ad incidenze esterne, evitando così ogni intervento mirato alla sfera lavorativa. I rappresentanti degli operatori delle forze preposte all'ordine pubblico, non contestano l'attività in seno alla direzione centrale di sanità, agli studi ed alle «autopsie psicologiche» dei singoli episodi (in risposta ad una precedente lettera del 2010, il prefetto Manganelli diceva che i suicidi non erano riconducibili a cause e a disagi di tipo lavorativo), ma sottolineano che il fenomeno è quasi ignorato sia professionalmente che umanamente. I dati sono allarmanti poiché il tasso dei decessi è alto, sicuramente superiore rispetto alla media della popolazione e non risulta che siano state prese le doverose precauzioni e provvedimenti. Nel resto d'Europa, dove l'attenzione alla questione è maggiore, questi fenomeni sono in netto calo e con incidenze sicuramente minori rispetto a quanto avviene in Italia che, nello specifico, rappresenta il fanalino di coda;
secondo le autorità competenti le cause non sono da accreditarsi alla professione. Ma le depressioni legate a fatti personali sono aggravate dalla particolarità del mestiere che è intriso di tensioni lavorative, mobbing diffuso, e lacunoso per la insufficiente attenzione psicologica necessaria a chi ha, per mestiere, l'obbligo dell'uso dell'arma da fuoco, che richiede fermezza, competenza, capacità di distacco psichico;
i sindacati di polizia propongono di portare queste tematiche all'interno del circuito di aggiornamento professionale, come avviene nel resto d'Europa, in modo da poter discutere prima le soluzioni possibili. Richiedono anche la costituzione di una commissione d'inchiesta in cui poter discutere assieme alle rappresentanze del personale i risultati e le conclusioni che la direzione centrale di sanità, assieme al centro di neurologia e psicologia medica del servizio operativo centrale, ha raccolto in questi anni, facendo anche tesoro e uso adeguato della normativa già esistente sulla tutela e sicurezza del lavoro ed in particolare di quelle norme, previste dalla legge n. 65 del 1986, che incidono in particolare sulla salute degli operatori delle forze di polizia –:
se i Ministri interrogati riscontrino il carattere di emergenza della questione posta dai rappresentanti dei lavoratori delle forze di polizia e quindi come, nel tempo più breve possibile, intendano mettere in atto le misure utili alla prevenzione del fenomeno nel senso più opportuno per i lavoratori del settore;
se non ritengano opportuno dare le necessarie indicazioni affinché si verifichi, e sia reso noto il numero dei decessi nel settore dal 2008 ad oggi, poiché i dati affermano che solo nel semestre gennaio/giugno 2015 si sono verificati 20 suicidi e nulla si sa dei tentati suicidi, tenendo conto che i dati, al contrario di quanto richiederebbero i criteri della trasparenza, se esistono, sono non sufficientemente pubblicizzati e spesso tenuti con riserbo non riconoscendo la concausa di servizio. (4-10474)
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