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sabato 26 settembre 2015

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10464 presentato da CARIELLO Francesco testo di Mercoledì 23 settembre 2015, seduta n. 488   CARIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:    il commissariato di pubblica sicurezza di Bitonto ha attualmente in organico 38 operatori in servizio di polizia; la pianta organica prevista nelle tabelle del decreto ministeriale 1989 è di 47 unità di personale che espleta servizio di polizia; questi uomini e donne operano su un territorio, urbano ed agricolo, fra i più vasti e popolati della provincia di Bari e con un indice di criminosità fra i più alti della regione intera; la popolazione residente nel comune di Bitonto



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10464
presentato da
CARIELLO Francesco
testo di
Mercoledì 23 settembre 2015, seduta n. 488
  CARIELLO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il commissariato di pubblica sicurezza di Bitonto ha attualmente in organico 38 operatori in servizio di polizia; la pianta organica prevista nelle tabelle del decreto ministeriale 1989 è di 47 unità di personale che espleta servizio di polizia; questi uomini e donne operano su un territorio, urbano ed agricolo, fra i più vasti e popolati della provincia di Bari e con un indice di criminosità fra i più alti della regione intera; la popolazione residente nel comune di Bitonto è di circa 64.000 abitanti e risulta distribuita in tre centri abitati includendo le due frazioni di Palombaio e Mariotto distanti rispettivamente circa 10 e 15 chilometri dal centro città; a fronteggiare continui eventi delittuosi, che spaziano dai furti di auto e furti in abitazione, ai più gravi scontri a mano armata tra diversi clan malavitosi, vi sono, oltre agli uomini e donne del commissariato di pubblica sicurezza, circa 12 militari della locale stazione carabinieri e circa 16 finanzieri della locale tenenza della guardia di finanza (che operano anche su altre città limitrofe);
   è evidente che pur essendo possibile e realizzabile garantire la presenza di una pattuglia addetta al controllo del territorio nell'arco delle 24 ore, è anche vero che un così esiguo dispiegamento di forze non è sufficiente ad assicurare un livello ottimale di presenza su tutto il territorio comunale ed un adeguato e duraturo contrasto degli eventi criminosi oltre che una profonda azione preventiva nei confronti di fatti che soffocano l'economia ed il vivere civile della città di Bitonto;
   è fuori di dubbio che un adeguamento di organico e mezzi, anche ai livelli di quanto previsto dalla non recente decretazione ministeriale del 1989, gioverebbe al miglioramento della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica ed alla «copertura» ottimale di tutto il territorio di Bitonto e delle relative frazioni;
   sia nell'area della città metropolitana di Bari che nel comune di Bitonto molteplici sono stati, e ancora oggi sono, i fatti criminosi, a fronte dei quali, i cittadini di suddette zone geografiche, rimangono vittime quotidianamente;
   nel sentire comune si diffonde un senso di profonda insicurezza e di totale assenza di tutela alla sicurezza da parte dello Stato, garante ai sensi dell'articolo 22 della Costituzione italiana;
   da fonti di cronaca del periodo da fine luglio 2015 ad oggi si evidenzia quanto segue:
    in data 29 luglio 2015 avveniva una sparatoria poco prima delle 20,30 in via Berlinguer, alla periferia di Bitonto. La stessa strada in cui ogni martedì si svolge il mercato settimanale della città;
    in data 17 agosto 2015 si torna a sparare a Bitonto dove da anni i clan rivali si fronteggiano a colpi di pistola. I colpi sparati sono stati dieci, di cui uno inesploso. Le forze dell'ordine erano intervenute in seguito alla chiamata di un cittadino al 113 all'angolo tra via Saracino e via Piepoli;
    in data 18 agosto 2015 in tarda mattinata un uomo ha telefonato al 113, dicendo di aver sentito alcuni colpi di pistola in via Carlo Rosa molto vicino alla villa comunale. Stavolta due persone a bordo di una moto hanno raggiunto una zona centrale e molto frequentata della città da anziani e bambini che in estate affollano la villa, e hanno esploso cinque colpi di pistola contro un furgone bianco. A terrorizzare i bitontini sono i due clan locali che si contendono i traffici illeciti: i Cassano e i Conte;
    dopo la sparatoria in via Piepoli, la polizia è entrata in azione a Bitonto in una vasta operazione di contrasto alle attività illecite. Gli uomini del commissariato, col supporto degli agenti della squadra mobile di Bari e con l'ausilio di un'unità cinofila del nucleo di Modugno, hanno messo al setaccio le principali piazze di spaccio di droga della città. I controlli, partiti già in prima mattinata, si sono concentrati in particolare sul complesso di edilizia popolare di via Crocifisso e su quello di via Senatore Angelini. Si tratta di due «enclave» del clan «Cassano», scenari di due diversi episodi intimidatori, avvenuti nei mesi scorsi, durante i quali furono esplosi numerosi colpi d'arma da fuoco. I movimenti della polizia hanno provocato agitazione fra gli affiliati dei gruppi malavitosi, che hanno iniziato a presidiare il territorio con vedette a bordo delle utilizzatissime bici elettriche. L'intento delle forze dell'ordine è quello di frenare in qualche modo il traffico di armi, che alimenta continuamente i clan locali e che sempre più spesso preferiscono dirimere i contrasti fra gruppi rivali confrontandosi con pistole e mitragliatori in pugno;
    in data 20 agosto 2015 si è tenuto un vertice straordinario in prefettura per fare il punto sulla situazione che si sta verificando a Bitonto, all'indomani delle due sparatorie in poco più di 24 ore che hanno messo a ferro e fuoco il paese in provincia di Bari. All'incontro hanno partecipato il procuratore aggiunto di Bari Pasquale Drago, il procuratore della Repubblica di Bari Giuseppe Volpe, il sindaco di Bitonto e il sindaco di Bari. I controlli delle forze dell'ordine aumenteranno, con pattuglie della polizia che gireranno per le strade del centro cittadino «I clan del territorio – ha dichiarato Drago – stanno vivendo una fase di transizione perché, con i capi detenuti in carcere, sono in corso guerre interne ai gruppi criminali e Bitonto ne è un esempio»;
    in data 23 agosto 2015 era pronto a uccidere, a fare fuoco con la sua mitraglietta Skorpion contro uno dei componenti del clan rivale. Ma più rapidi di Giuseppe Cassano, 45enne a capo dell'omonimo clan, sono stati gli agenti del commissariato di Bitonto che lo hanno arrestato e portato in carcere. L'uomo, che ha già precedenti penali per omicidio, era fermo nei pressi della sua abitazione, in via del Crocifisso, quando è stato visto e bloccato dalla polizia. Con lui c'erano alcuni familiari e amici, proprio come accadde solamente due anni fa. L'arma era carica e aveva il colpo in canna: si ipotizza, quindi, che sarebbe stata usata per uccidere qualcuno del clan Conte, ex alleato nella guerra contro i Cipriano, e ora rivale per la gestione dei business illeciti a Bitonto, in particolare dello spaccio di sostanze stupefacenti. Non si può neanche escludere che girasse 2 armato per difendersi in caso di agguati;
   in data 24 agosto 2015 è avvenuta un'ennesima sparatoria nella zona delle palazzine di edilizia popolare fra via Raffaele Comes e via D'Azeglio, a non molta distanza dalla villa comunale e dal Santuario dei Ss. Medici. Qui sono stati esplosi 5 proiettili ad altezza d'uomo, uno dei quali ha trapassato un pilastro a circa 30 centimetri dal suolo, anche se gli uomini della Scientifica sono riusciti a recuperare solo 3 ogive. Chi ha sparato, non voleva solo intimidire ma di certo almeno ferire. In un attimo si è scatenato il trambusto sotto il porticato e nella via adiacente, con gente che ha iniziato a scappare e a nascondersi in tutte le direzioni. I sicari hanno sparato verso un porticato sotto cui stazionavano alcune persone riuscite a sfuggire ai proiettili. È probabile che al momento della sparatoria, complice il buio in cui è avvolto l'intero quartiere, dalla villa comunale, fino al Santuario dei Santi Medici, fossero all'opera alcuni pusher. Nemmeno l'importante dispiegamento di uomini e mezzi sul territorio, con pattuglie di polizia e carabinieri che presidiano costantemente le strade della città, sembra, al momento, riuscire a frenare la violenza dei malviventi. I sicari sono entrati nell'atrio del condominio per arrivare fino a un porticato, in un'area in cui è difficile fuggire in fretta senza rischiare di restare bloccati. Una zona nota per essere un centro di spaccio del quartiere. Il dato che preoccupa maggiormente è il fatto che al momento della sparatoria in città numerose pattuglie delle forze dell'ordine (7 tra polizia e carabinieri) fossero impegnate a presidiare il territorio. Un particolare che non sembra aver in alcun modo intimorito gli esponenti dei piccoli gruppi criminali che si stanno affrontando in questi giorni sulle strade bitontine a colpi d'arma da fuoco –:
   se il Ministro sia stato messo a conoscenza dell'intensificarsi di fenomeni criminosi nel comune di Bitonto e della provincia di Bari;
   quali iniziative intenda assumere a partire dal potenziamento dell'organico, dall'auspicabile insediamento di un avamposto di forze dell'ordine (nelle piazze principali delle due frazioni) e dal potenziamento del servizio di videosorveglianza in tutte le aree non ancora coperte da tale servizio; quali iniziative si intendano assumere al fine di intensificare le azioni di prevenzione e repressione condotte dalle forze di polizia nel centro urbano di Bitonto, di concerto con le amministrazioni locali ed in sinergia con tutte le forze dell'ordine presenti sul territorio, seppur nell'ambito della riorganizzazione e razionalizzazione dei Corpi di polizia e dei Corpi armati, al fine di garantire un maggior presidio delle forze dell'ordine nelle zone del Mezzogiorno maggiormente interessate da fenomeni di criminalità organizzata: se si intendano adottare provvedimenti al fine di potenziare, nella città di Bari e in tutto il territorio pugliese, l'organico delle medesime in modo da poter fronteggiare e contrastare efficacemente fenomeni criminali garantendo alla cittadinanza e alla popolazione la concreta attuazione del diritto alla sicurezza, riconosciuto dalla Carta Costituzionale italiana, all'articolo 22, ed eliminare, altresì, gli ostacoli e disincentivi, che le condotte criminose di specie comportano alle attività commerciali e imprenditoriali della zona. (4-10464)

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