Atto Camera
Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06747
presentato da
FRUSONE Luca
testo di
Mercoledì 21 ottobre 2015, seduta n. 507
FRUSONE, PAOLO NICOLÒ ROMANO, MASSIMILIANO BERNINI, RIZZO, BASILIO, CORDA, TOFALO e PAOLO BERNINI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:
in data 2 marzo 2015, durante la messa in onda di un programma televisivo di informazione giornalistica (TG La7 delle ore 20.00), sono state rese pubbliche delle immagini riportanti i dati di volo di alcuni aeromobili tra i quali veniva evidenziato quello utilizzato dal Presidente del Consiglio dei ministri sulla tratta Firenze-Roma che, nella stessa mattinata aveva effettuato un atterraggio di emergenza in un campo sportivo a Badia al Pino in provincia di Arezzo;
da fonti di stampa è possibile apprendere che, a seguito della citata trasmissione televisiva, veniva avviata un'inchiesta; inoltre, con riferimento a tale inchiesta, si apprende che il segretario del Partito per la tutela dei diritti dei militari e forze di polizia (Pdm) ha dichiarato che: «Sicuramente da Palazzo Chigi qualcuno aveva chiesto la testa del responsabile di quello che evidentemente è stato ritenuto un vero e proprio reato di “lesa maestà”»;
da informazioni diffuse sul web, il 20 ottobre 2015, è stato possibile apprendere che la citata inchiesta avrebbe riguardato «tre dei militari presenti in servizio presso la sala operativa del Distaccamento Aeroportuale di Brindisi» e che si «sarebbe conclusa senza che sia stato possibile attribuire ad alcuno dei presunti colpevoli la effettiva responsabilità della divulgazione delle informazioni sul volo del velivolo utilizzato da Matteo Renzi il 2 marzo scorso» e che uno dei tre militari sarebbe già stato «pesantemente sanzionato con la privazione della libertà per due giorni»;
consta agli interroganti che i procedimenti disciplinari avviati a seguito della conclusione della citata inchiesta sarebbero tre, di cui uno già concluso, appunto, con l'irrogazione della sanzione disciplinare della consegna di rigore, ovvero con la privazione della libertà, mentre i restanti si svolgeranno nei prossimi giorni;
consta altresì agli interroganti che i tre sottufficiali in questione abbiano sempre mostrato attaccamento alla divisa e siano unanimemente considerati ottimi militari, riportando costantemente valutazioni eccellenti ed il plauso dei diretti superiori;
sui voli del Presidente del Consiglio e su quelli dei Ministri, compreso il Ministro della difesa (ma basta consultare i sintetici report mensilmente pubblicati sul sito del Governo per rendersi conto che non sono i soli a fare un uso estremamente disinvolto dei voli di Stato, come, ad esempio, fa anche il Ministro dell'interno sulla tratta Roma-Catania-Roma, quasi ogni fine settimana), dati i precedenti e i costi spropositati, aumentati anche grazie all'ultima decisione del Presidente del Consiglio Renzi relativa al nuovo aereo AirBus A340, c’è una legittima sensibilità della pubblica opinione che richiederebbe una maggiore trasparenza e disponibilità delle istituzioni nel dare il massimo delle informazioni come, ad esempio, la pubblicazione integrale degli atti che costituiscono il presupposto alla concessione dell'autorizzazione all'uso del volo di Stato secondo la vigente normativa. Invece si sta procedendo, a giudizio degli interroganti, con una generica e ingiusta caccia ai colpevoli ad ogni costo attribuendo sempre ad avviso degli interroganti arbitrariamente, la divulgazione delle notizie a personale la cui responsabilità è consistita solamente nell'essere presenti in attività di servizio nel medesimo giorno del fatto e nella stessa sede da cui l'autorità militare ritiene siano state divulgate le notizie, che già i mezzi di informazione avevano reso noto con i Tg delle 13.00 –:
se il Governo ritenga accettabile per un Paese che si definisce democratico l'uso di un metodo che appare agli interroganti contrario ai principi dell'ordinamento italiano e che, a giudizio degli interroganti in assenza dell'individuazione di un responsabile certo, sembra proteso con ogni sforzo a colpire in modo indiscriminato e alquanto generico chi il 2 marzo 2015, per il solo fatto di essere in servizio, si trovava presso la sala operativa Radar/APP del distaccamento aeroportuale di Brindisi, e conseguentemente quali immediate iniziative intenda avviare per riparare il danno arrecato ai tre militari. (5-06747)
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