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sabato 24 ottobre 2015

Interrogazione a risposta in commissione 5-06714 presentato da FERRARESI Vittorio testo di Martedì 20 ottobre 2015, seduta n. 506   FERRARESI, DELL'ORCO, BONAFEDE, SARTI e AGOSTINELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:    il carcere di Modena, il Sant'Anna, ospita circa 350 detenuti, un numero al di sotto della propria capienza massima regolamentare che è di 373, non presentando quindi situazione di sovraffollamento;



Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06714
presentato da
FERRARESI Vittorio
testo di
Martedì 20 ottobre 2015, seduta n. 506

  FERRARESI, DELL'ORCO, BONAFEDE, SARTI e AGOSTINELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il carcere di Modena, il Sant'Anna, ospita circa 350 detenuti, un numero al di sotto della propria capienza massima regolamentare che è di 373, non presentando quindi situazione di sovraffollamento;
   ciò non impedisce che all'interno della struttura si viva una forte situazione di tensione, sia da parte dei detenuti che da parte degli agenti della polizia penitenziaria: ferimenti, tentati suicidi, rivolte, risse ed aggressioni, sono stati più volte denunciati, anche di recente, sia da parte del garante regionale dei detenuti, che da parte di tutte le diverse sigle sindacali della polizia;
   il decreto legge 23 dicembre 2013 n. 146, recante «Misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei detenuti e di riduzione controllata della popolazione carceraria», convertito dalla legge n. 10 del 2014; per dar corso alle indicazioni dalla sentenza Torreggiani, con riferimento all'eliminazione delle cause del sovraffollamento, ha agito sia sulla riduzione in ingresso dei detenuti che agevolandone l'uscita, tale provvedimento dovrebbe innanzitutto favorire l'applicazione delle misure alternative alla detenzione e dei benefici penitenziari;
   dai dati del Ministero della giustizia la recidiva di chi resta tutto il tempo chiuso negli istituti di pena si attesta intorno al 68,5 per cento, ben tre volte superiore al tasso di recidiva di chi invece sconta la pena con misure alternative alla detenzione (ossia quel gruppo di misure che concorrono alla realizzazione pratica del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena; le misure in questione sono: l'affidamento in prova al servizio sociale, la semilibertà, la detenzione domiciliare), che invece si ferma al 19 per cento;
   la perdurante assenza di un magistrato di sorveglianza a Modena, nel pieno della sua operatività, sta causando il blocco dell'attività ordinaria legata alle istanze degli internati con conseguente interruzione dei percorsi trattamentali esterni; al momento, a turnazione, un magistrato di sorveglianza svolge funzioni di supplenza;
   tali funzioni sono espletate, per lo più, con riferimento alle sole questioni urgenti, creando nella popolazione detenuta un grave malessere, disagi, disappunto per il mancato riconoscimento di quanto stabilito per le misure alternative, causa principale della tensione che sfocia anche in atti violenti ed autolesionistici;
   gli agenti della polizia penitenziaria, che all'interno dell'istituto operano, denunciano inoltre la modalità di gestione degli spazi stessi del carcere;
   a causa del regime aperto nei reparti detentivi, del mancato funzionamento dell'impianto di sorveglianza a distanza, della carenza del personale in servizio, si è creata una situazione che definiscono ingestibile: più furti tra detenuti e più aggressività; si sostiene che nei reparti prevalga la legge del più forte;
   senza la previsione di un reparto chiuso dove contenere coloro che si rendono responsabili di gravi infrazioni disciplinari, i detenuti non meritevoli non vengono allontanati, ma continuano a rimanere nello stesso regime, anche dopo che si verificano episodi di aggressione a danno del personale di polizia penitenziaria;
   il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria è stato dettagliatamente informato sulla situazione del Sant'Anna, così come è stata richiesta una ispezione urgente al carcere di Modena da parte del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e del Ministero;
   la situazione di malessere vissuta dagli agenti ivi operanti si manifesterebbe inoltre nel caso di un assistente capo, sospeso dal servizio, il quale si trova da oltre sei mesi senza stipendio, nonostante una sentenza del Tribunale amministrativo regionale, a cui aveva fatto ricorso, abbia accolto la sospensione dell'efficacia del provvedimento emesso, in attesa del giudizio di merito (ordinanza n. 00242/2015 REG.PROV.CAU.N.00580/2015 REG.RIC.) –:
   se e quali iniziative, per quanto di competenza, il Ministro interrogato intenda assumere per garantire l'accesso alle misure previste dal decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, e nello specifico per assicurare la piena operatività della figura del magistrato di sorveglianza;
   cosa il Ministro intenda fare per garantire la sicurezza e le migliori condizioni di lavoro degli agenti della polizia penitenziaria operanti all'interno del carcere di Modena. (5-06714)

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